
Autore: Lorenzo Marone
Pubblicato da Longanesi - Gennaio 2015
Pagine: 268 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: La Gaja scienza

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Cesare Annunziata, settantasette anni, vedovo con due figli, è un vecchio e cinico rompiscatole che vive senza troppi rimpianti, fregandosene degli altri e dei suoi stessi figli. La sua vita cinica e tranquilla viene pe-rò scossa dall'arrivo di Emma, giovane vicina di casa sposata con un individuo rude e violento. Sarà la muta richiesta di aiuto di Emma a ridisegnare l'animo e il cuore di Cesare.

T’incateni a qualcosa o a qualcuno, ogni volta che non scegli.
Cesare è proprio un vecchietto sui generis. I vecchietti te li immagini lì, tutti al parco, ad aspettare di portare i nipotini alle giostre, o a raccontarsi l’ultima vittoria della nazionale, o a discutere di politica. O meglio ancora, appiccicati alle reti arancioni che delimitano le zone in cui gli operai del Comune stanno cambiando i tubi delle fognature.
Invece Cesare no.
Lui fugge da ogni rapporto con gli altri, se ne frega degli altri, vicini, parenti o fossero anche i suoi figli, non ne vuole proprio sapere; vive la sua vecchiaia in solitudine, consolato dalle generose attenzioni della prospera infermiera. Ha due amici, Marino e la signora Vitagliano, che ormai conosce e sopporta da anni e con i quali ha condiviso una ordinaria giovinezza, fatta di figli, di lavoro, di feste di compleanni, di Natali e Pasque, tutti uguali, tutti regolari.
Cesare ha due figli, Dante, omosessuale che si vergogna di confessarlo al padre, e Sveva, avvocato con il cuore indurito da un’innaturale anaffettività. Ha una vita coniugale passata, infelice, insoddisfatta, trascinata per anni nella più quotidiana routine. Cesare ha anche un amore, nascosto, celato, sofferto e mai dimenticato.
In questo stallo affettivo, la vita di Cesare si scontra con il dolore e la sofferenza di Emma, con un dramma troppo grande anche per lui. Sarà questo incontro a sconvolgerlo, a restituirgli una dimensione, uno spazio, una ragione, a ricordargli che nella vita ci sono davvero delle cose per cui vale la pena combattere.
Emma entra nella vita del protagonista come un uragano, travolgendo con il suo dolore tutte le certezze di cui Cesare si era fatto scudo, rompe la bolla in cui si era chiuso, scardina gli argini e lo obbliga a vedere, a sentire, a sporcarsi le mani del sangue altrui, ad arrossarsi gli occhi di lacrime.
La tentazione di essere felici è un libro dolente, intriso di umanità, grondante di vita, ironico e sarcastico, con personaggi nei quali è fin troppo facile immedesimarsi e dove ognuno di noi può ritrovare un pezzetto di se stesso, nel carattere gelido e impermeabilizzato di Sveva, nel timore di rivelarsi a un padre distante di Dante, nel duro cinismo di Cesare, nella genuinità procace e popolana di Rossana.
E allora ti viene voglia di entrare nelle pagine provare a salvare Cesare dal suo torpore, a scuoterlo e dirgli che non tutto è perduto, che a volte vale la pena di combattere per essere felici. Vale la pena almeno tentare.
Approfondimento
Cesare, nonostante la dura scorza della sua indifferenza e del suo ruvido cinismo, nasconde un’umanità piena, che si indigna e si commuove, che lotta, che cerca, che annaspa in questa vita, che si difende come può, che ama e che odia, che non esita a farsi da scudo alle sofferenze di Emma, che cerca una salvezza che non trova.
Eroe moderno Cesare, che mescola ironia e indifferenza, che sa dosare anche l’amore per non farsi del male, che sa benissimo che la vita non è mai come la vorresti tu e che quasi mai ci è data la possibilità di riscatto.
La sensazione che ti lascia la lettura di La tentazione di essere felici è quella della sabbia che ti scorre tra le dita, scivola via senza che tu possa afferrarla e si insinua nelle pieghe della pelle, tanto da sentirne addosso i granelli anche quando hai le mani vuote.
È il tentativo di essere felici, la rincorsa quotidiana a qualcosa che chiamiamo, indegnamente, felicità.
Eh, già, perché le case non sono tutte uguali, certe si aprono e si chiudono più volte al giorno, altre restano sempre chiuse. Alcune profumano di biancheria pulita e sugo di pomodoro, altre di cartone e di umidità. Eppure queste ultime, in genere, sono le più affidabili, rimaste in piedi nonostante tutto ad attendere qualcuno che torni a prendersene cura.
Perché alla fine, tutto ciò che rincorriamo con fatica nella vita è proprio questo: trovare qualcuno che, nonostante tutto, nonostante il nostro cuore chiuso, torni a prendersi cura di noi. In definitiva è proprio questa la più grande tentazione che ci offre la felicità: la speranza che qualcuno si curi di noi, che venga a riaprire le finestre di una vita chiuse da tempo.
Romina Celani