
Pubblicato da Mondadori - Marzo 2020
Pagine: 120 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori Italiani e Stranieri
ISBN: 9788804713210

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
🎬 La video recensione su Youtube
“Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti non è affatto da ritenersi casuale e del resto la cosa non ha importanza alcuna”. Così Maurizio Cucchi alla fine di questo suo romanzo breve. Che si tratti di fatti e persone reali è facilmente intuibile dal lettore il quale per altro intuisce che essi hanno, almeno per l’autore, una discreta importanza.

Il titolo è indovinato La vita docile. È la vita di Agnese e Pino entrambi nati alla fine dell’800 e vissuti, per soli 47 anni, nella prima metà del ’900. Appartenenti alla generazione che ha visto l’inizio e la fine di due Guerre mondiali con l’intermezzo del Fascismo. Vite rese quindi rese entrambe “docili” da eventi storici ineluttabili.
Docile è soprattutto la vita di Agnese, una ragazza dolcissima, intelligente e sensibile, nata in una famiglia di condizioni economiche più vicine alla miseria che alla povertà; a causa della morte prematura del padre e dell’incapacità della madre di adattarsi ad un qualsiasi lavoro proficuo. Una donna vanitosa frivola incapace di affetto per i figli.
Agnese assume su di sé docilmente e generosamente il carico necessario per procurare alla madre e al piccolo fratello oltre che a se stessa, il minimo indispensabile per sopravvivere in un tugurio di Milano, lavorando duramente e per un magro compenso come sarta.
Pino nasce invece in una famiglia molto più agiata. Una famiglia siciliana facoltosa che poteva permettersi di mantenere il figlio alla facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano. Giovane dal fisico prestante, sempre ben vestito, brillante, spendaccione. Simpatico a tutto il quartiere nonostante il suo aspetto e il suo accento meridionale.
I due si incontrano e si innamorano. Dopo i primi timidi incontri si frequentano sempre più spesso. Trascorrono momenti di spensieratezza passeggiando per Milano andando a Teatro e al cinema (all’epoca appena inventato). Sboccia tra loro una passione intensa. Nasce una bambina.
A questo punto però, la relazione, nonostante l’intensa e reciproca attrazione fisica e psicologica, si spezza.
Ciò accade per la “docilità” di Pino alle decisioni dei genitori che gli impediscono di riconoscere la bambina. E nello stesso tempo gli impongono di sposare una ragazza appartenente ad uno strato sociale adeguato al livello della famiglia. Lo scoppio della Prima guerra mondiale induce Pino a intraprendere la carriera militare e ad abbandonare gli studi di ingegneria.
Dal momento della rottura le vite di Agnese e Pino prenderanno strade diverse e non si ritroveranno mai più. Ognuno dei due conserverà indelebile il sogno di una ricongiunzione. E forse qualche occasione di ricomporre le due vite ci sarebbe anche stata. Ma viene perduta o sciupata soprattutto dalla “docilità” (più propriamente pusillanimità) di Pino cui manca la forza di volontà di rompere con l’ambiente gretto e insensibile della sua famiglia d’origine.
Agnese, da parte sua, è condannata a subire le scelte di Pino per le sue condizioni economiche che si fanno sempre più difficili e drammatiche. Le subisce “docilmente”. Ma la docilità di Agnese, a differenza di quella di Pino, è quella di una persona coraggiosa oltre il limite delle capacità umane. Essa conserva la sua dignità, continuando a sobbarcarsi il peso del mantenimento della madre e della figlia con un lavoro che diventa sempre più pesante fino a farla ammalare di tisi. Nella sua docilità rimane fedele alla sua passione d’amore e rinuncia ad aprirsi ad altre relazioni.
La vita di entrambi i personaggi sarà costellata di una serie di vicende dolorose dovute sia alle scelte personali che agli eventi della storia. Ognuno comunque, pur con la diversa indole e con le diverse situazioni di vita (anche Pino contrarrà una malattia a causa della vita militare) conserverà il sogno di ritrovare l’altro. Sogno irrealizzabile a causa delle rispettive “docilità”.
Approfondimento
L’ambiente complessivo del romanzo richiama alla nostra mente “i vinti” dei Malavoglia. Con una differenza notevole per quanto attiene l’atteggiamento dell’autore verso le vicende del romanzo. Verga è freddo e descrive le storie dei personaggi come lo scienziato descrive i fenomeni naturali, con distacco, quasi con indifferenza. Maurizio Cucchi è invece il terzo protagonista del romanzo. Lo si averte presente personalmente in tutti i momenti della narrazione. In alcune pagine sembra dialogare direttamente coi personaggi, soprattutto con Agnese o con sua figlia Tina. Due persone che, con tutta probabilità, sono realmente vissute esattamente un secolo prima. Il nostro autore ha con queste vite un qualche legame personale che, per motivi di riservatezza, non ci vuole rivelare. A sommesso parere di chi scrive se l’autore avesse invece rivelato questi motivi (magari scrivendo qualche pagina in più) il romanzo avrebbe acquistato una forza di attrazione assai più efficace. Penseremo che lo ha fatto per scrivere un’altra opera magari come prosecuzione di questa.
Giorgio Pizzol