
Autore: Aurelio Santopadre
Pubblicato da Astro Edizioni - Novembre 2020
Pagine: 377 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9788833170657

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Il vicequestore Michele Pagano, napoletano trapiantato a Treviso, si trova a risolvere una serie di omicidi di donne di mezza età, tutte originarie della provincia di Vicenza. Ma quando questi assassini iniziano a incastrarsi con i pazienti del noto psichiatra Carlo Blasetti, la cui morte è stata archiviata come suicidio, tutto comincia a prendere una piega inquietante…

Hai sette vite come i gatti commissario, ma te le sei giocate tutte!
Dopo Patrick McGrath e Wulf Dorn, il mondo del thriller non è stato più lo stesso: quando infatti al semplice caso di omicidio da risolvere si è aggiunta l’analisi psichiatrica, con il suo labirinto di malattie mentali, comportamenti antisociali e problemi famigliari, il valore del genere è sicuramente aumentato e lo ha reso anche adatto a palati più raffinati che dalla lettura d’intrattenimento volevano di più.
Aurelio Santopadre ha tentato di percorrere questa strada così ben battuta attraverso la modalità tutta italiana di mettere a confronto Nord e Sud e colorando i dialoghi di diversi accenti, soprattutto quello napoletano del vicequestore Pagano. Una scelta, questa, apprezzabile e certamente fortunata nella letteratura gialla contemporanea, ma che di certo non brilla di originalità. Inoltre, contando sul fascino che la psichiatria esercita su molti lettori, ha sfruttato il repertorio della materia per arricchire il più classico dei thriller e questo è sicuramente un punto a suo favore.
Infatti, il ritmo de L’analista regge bene e le redini della trama non scivolano mai dalla penna dell’autore, che mostra di essere un ottimo lettore del genere e di aver imparato dai migliori. Si sa che la suspense è la più difficile delle emozioni da mettere su carta e Santopadre è riuscito nell’intento: la lettura è scorrevole e il libro concede due ore di puro svago.
Tuttavia, un lettore che voglia farsi più critico non può passare sopra due elementi fondamentali. Innanzi tutto, diversi refusi e un uso incomprensibile della punteggiatura possono infastidire l’occhio esperto, che potrebbe anche non procedere con la lettura nonostante la storia richiami l’attenzione su di sé. In secondo luogo, i personaggi sono stereotipati e descritti troppo lungamente con espressioni e modalità che rasentano le macchiette da giallo dell’estate: una donna cinquantenne che vuole essere sexy, una ragazza ribelle e bellissima, un commissario molto astuto e che cede alla tentazione della prima sospettata…
Le lunghe descrizioni fisiche dei personaggi e i commenti alle battute sono appannaggio di autori agli esordi e ingenuità che dovrebbero appartenere alla prima stesura, poi eliminati dall’editing che precede la pubblicazione.
Approfondimento
Personalmente, consiglierei L’analista esclusivamente come lettura leggera di puro intrattenimento, nel caso in cui il lettore voglia soltanto trascorrere qualche ora con un thriller senza infamia e senza lode, soprattutto se non ha intenzioni di riflettere sullo stile dell’autore ma solamente di farsi trascinare per rilassarsi.
Nel caso, invece, in cui si voglia di più da un romanzo del genere, ritengo che sarebbe opportuno un ulteriore passaggio di editing e di lavoro sul testo prima di ripubblicarlo in nuova edizione. Di certo, non è un romanzo all’altezza di molti thriller in circolazione, italiani e stranieri.
Laura Pegorini