
Pubblicato da Fazi - Giugno 2019
Pagine: 178 - Genere: Thriller psicologico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade

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Una vacanza invernale su un’isola delle Canarie, una famiglia all’apparenza serena: Henning e Theresa e i loro due bambini. Il vento che porta inquietudine e un misto di ricordi e immaginazione. Un giro in bicicletta che porterà Henning su un percorso che forse così nuovo per lui non è. E su tutto questo la presenza de LA COSA.
LA COSA non ha alcun motivo valido di esistere. LA COSA non ha niente a che fare con Henning. A parte il fatto che si è insediata dentro di lui.

È il primo giorno dell’anno, Henning è uscito per un giro in bicicletta, in mezzo al vento che occupa ogni angolo dell’isola di Lanzarote. Pedalando ripensa alla sua vita di uomo fortunato, a sua moglie Theresa, ai loro due bambini, a come sono riusciti a dare un equilibrio al rapporto famiglia-lavoro. Ma Henning è anche un uomo che soffre di attacchi di panico dei quali non sa spiegare la natura, attacchi che minano alla sua serenità e che stanno mettendo a rischio anche il suo rapporto di coppia. Pedalando arriva sul punto più alto dell’isola, dove trova una casa, un buco misterioso…
Un taglio rettangolare nel terreno. Grande abbastanza da inghiottire un essere umano. Sotto, il nulla. Un buio e un vuoto che non sono di questa terra.
…e Lisa la sua proprietaria. E dove si manifesteranno alcuni episodi di déjà-vu che lo riporteranno alla sua infanzia e, forse, a svelare alcune lacune mai colmate.
Il romanzo di Juli Zeh è un viaggio nella mente del protagonista, dove i ricordi si susseguono e si rincorrono fino a delineare il quadro finale. È un viaggio che inconsapevolmente porta alla soluzione di un mistero di famiglia, di un mistero nascosto nelle pieghe di un’infanzia lontana nel tempo.
Parlano a lungo della memoria umana, della coscienza e si domandano se la realtà non sia altro che la somma di tutte le storie che le persone raccontano costantemente a se stesse.
Il tragitto di Henning è una parabola che disegna anche la sua trasformazione all’interno del romanzo. Parte da valle con una mente confusa, con LA COSA che lo perseguita, con alcuni dubbi sul suo rapporto di coppia e, forse, in generale sul suo essere un uomo sereno e realizzato e tornerà a valle con una consapevolezza differente. Anche se alcuni episodi rimarranno nel dubbio dell’onirico.
Juli Zeh ci porta in questo percorso soffermandosi (forse troppo a scapito della suspense) sui dettagli del paesaggio, ma anche della mente. Su ricordi che a volte paiono esser superflui, ma che servono a intessere il quadro generale. LA COSA mette curiosità al lettore fin da subito, ci si chiede il perché, ci si chiede, in fondo, cosa sia LA COSA e in quale direzione potrà portare la mente di Henning. Gli elementi inquietanti che incontra sul percorso condiscono la trama con un pizzico di horror, di fantastico, con un qualcosa di inspiegabile, o almeno non nel momento in cui si presentano.
Il romanzo è diviso in una parte attuale, il momento del tragitto in bicicletta, dell’arrivo alla casa misteriosa e la conversazione con Lisa; e il passato che torna nella mente di Henning e che poi ci viene raccontato come una storia dentro alla storia: quella di due bimbi alle prese con una situazione di grande emergenza. Fino a tornare all’attualità nel finale e alla, forse, spiegazione del tutto.
L’anno nuovo è un thriller psicologico, fatto di dettagli che intersecano passato e presente. È una storia che si svolge in gran parte nella testa del protagonista, perché attraverso lui vediamo ciò che succede, e con lui cerchiamo di interpretare gli avvenimenti reali o irreali. Attraverso gli occhi di un Henning adulto, ma anche con gli occhi di un Henning bambino che può “capire” ciò che accade solo con la consapevolezza consentita dalla sua età. E in questo l’autrice è davvero molto brava.
Approfondimento
Interessante il modo in cui Juli Zeh rende un uomo schiavo di un trauma irrisolto nel passato (anche se è una letteratura già molte volte visitata) e come, attraverso quella che sembra una normale gita di un giorno di festa, lo porti a trovare quei tasselli che la mente aveva rimosso, oppure non capito. Bello l’intento di creare aspettativa (sia nella parte attuale che in quella del ricordo), di portare il lettore a chiedersi cosa sarà successo o cosa starà accadendo. Belli i dettagli che rimandano a un altro tempo, senza essere del tutto chiari, come se si trattasse di un vero e proprio gioco della mente, della memoria. Meno bello il dilungarsi in particolari, che rendono il romanzo a tratti noioso e fanno perdere quella tensione che dovrebbe esserci o, almeno, potrebbe esserci.
Monia Merli