
Autore: Lodovica San Guedoro
Pubblicato da Felix Krull Editore - Novembre 2018
Pagine: 288 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Classici viventi

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Chi lo ha detto che i gatti non hanno un’anima e men che mai un cuore?
Con questo libro, l’autrice ha voluto mettere in evidenza la perspicacia di cui i gatti sono dotati; dietro quella “austera eleganza e finta indifferenza”, sanno essere ottimi indagatori dell’animo umano e sublimi narratori: quello che all’inizio può dare l’impressione di essere un romanzo noioso e scontato, in realtà mostra una profondità d’animo ed una sensibilità non indifferente.

Le memorie di una gatta
narra, attraverso lo sguardo attento e osservatore di una preziosa gatta dal folto pelo nero, le vicissitudini di una giovane coppia che vive in una piccola cittadina, Pietrafitta, in particolare della donna, appassionata di letteratura e alle prese con la stesura del suo primo romanzo.
Perché un libro non è solo un libro, ma anche il mucchio di chiacchiere che ci si fa intorno…
Muzzi, una pregiata gatta, viene “adottata” da coloro che lei chiama i “padroncini”, o anche “mamma e papà”, che la accolgono in casa loro trattandola da regina, facendola beare di questa condizione. Sin da subito cerca di accaparrarsi la benevolenza e l’attenzione dei padroncini e allora diventa un’acuta osservatrice e una narratrice precisa che con dovizia di particolari inizia a descrivere direttamente le avventure che costellano la sua giornata di “micia” – dalla cattura di volatili per compiacersi la padroncina, alla lotta con le lucertole, agli incontri con i gatti “plebei” del quartiere – e indirettamente ciò che accade, appunto, ai suoi giovani genitori, la costruzione di una nuova abitazione nonché le peripezie, talvolta tragicomiche, che coinvolgono la scrittura, del primo romanzo della sua padroncina. Il tutto avverrà sotto lo sguardo vigile della gattina che, tra un’avventura e un’altra, tra nuove scoperte e grandi tentazioni, sarà sempre solidale e coesa con colei che considera la sua mamma.
Le memorie di una gatta è un libro da un linguaggio articolato ma scorrevole, alle volte si denota la cadenza toscana dell’autrice senza, però, che ciò guasti, anzi, non fa che conferire un tocco ancor più “familiare” al romanzo; l’aver poi suddiviso la narrazione in capitoli, ciascuno dotato di un proprio titolo, serve a tenere alta l’attenzione e suscita curiosità per ciò che verrà descritto.
L’autrice spazia dal narrare ciò che accade nel piccolo borgo nel quale vivono, appunto Pietrafitta, ove Muzzi la fa da padrona: il felino conosce a menadito ogni angolo più recondito e ha ben presente tutti i volti che lo abitano; luoghi di campagna che la gatta si diverte a percorrere in lungo e in largo, dapprima da sola, poi, in un secondo momento sarà accompagnata, fianco a fianco, da un “nuovo arrivato”.
Si toccano anche argomenti come la letteratura e si descrivono luoghi e personaggi di spicco, si spazia attraverso città diverse da quella natale della giovane coppia e della gatta nera.
Approfondimento
Un grande plauso va fatto all’autrice che è riuscita, pur narrando un momento particolarmente delicato ed intenso della propria vita, a non distogliere l’attenzione da colei che è la protagonista indiscussa del romanzo, la sua gatta nera e lo ha fatto con leggerezza e ironia. Ha unito, quindi, aspetti personali della propria vita a quelli del fedele animale, descrivendo alla perfezione quelle che sono le giornate di un gatto, rendendo tutto ciò talmente verosimile da non riuscire a non immaginare in maniera vivida le scene descritte.
In definitiva Le memorie di una gatta è un libro che ho molto apprezzato e,benché non ami particolarmente i gatti, non ho potuto fare a meno di affezionarmi alla gatta Muzzi e di sentirla vagamente familiare, di sorridere alla sue (dis)avventure, di commuovermi dinanzi a cotanto amore nei confronti dei suoi “padroncini”, della sensibilità con la quale ha preso a cuore la stesura del romanzo della sua mamma.
Sono rimasta, però, sensibilmente colpita da un evento tragico che ha coinvolto un altro personaggio di rilievo del romanzo, personaggio subentrato nel corso del racconto quasi in punta di piedi, ma che ha assunto man mano sempre più notorietà; forse non mi aspettavo questo epilogo, è vero, ma di certo se l’autrice ne ha parlato è perché probabilmente è accaduto e ciò mi ha fatto apprezzare ancora di più questo romanzo.
Alessandra Di Maio
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