
Autore: Chuck Palahniuk
Pubblicato da Mondadori - Giugno 2021
Pagine: 240 - Genere: Horror, Thriller
Formato disponibile: Brossura
Collana: Strade blu. Fiction
ISBN: 9788804727422

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Gates Foster ha perso sua figlia, Lucy, diciassette anni fa. Da allora non ha mai smesso di cercarla. All'improvviso, un nuovo scioccante sviluppo gli fornisce il primo indizio su quella drammatica vicenda in oltre un decennio. Questo potrebbe significare che finalmente Foster è sul punto di scoprire la terribile verità sulla sua sparizione. Nel frattempo, Mitzi Ives si è guadagnata una grande fama tra i rumoristi, gli artisti che, foggiando suoni sempre più coinvolgenti, conferiscono ai film di Hollywood la loro autenticità. Usando le stesse tecniche segrete di suo padre prima di lei, è diventata un'esperta nel settore dei suoni che si accompagnano alla violenza e all'orrore, e ora è ricercatissima nel mondo degli studios proprio per questa sua straordinaria capacità di creare urla tanto agghiaccianti da sembrare reali. Com'è inevitabile, ben presto Foster e Ives si troveranno in rotta di collisione e le conseguenze di questo fatto rischieranno di mettere a nudo tutta la terribile violenza che si nasconde sotto la facciata scintillante e apparentemente perfetta di Hollywood.

Tutti vogliono suscitare un effetto. C’è gente che passa la vita a cercare di strappare una risata. O di sedurre un pubblico di sconosciuti. Lo scopo è quello di mercificare qualcosa, di replicarlo, di venderlo: sono queste le pulsioni umane più intime…
Da qualche parte, tempo fa, avevo letto diversi pareri sulla scrittura di Chuck Palahniuk. Uno di questi mi aveva incuriosita, in quanto affermava che i libri di questo autore o li ami o li odi. Oggi, dopo la lettura di L’invenzione del suono, posso capire cosa intendesse dire quel recensore: io non ho mai letto nulla di simile.
La storia ruota intorno alla figura di quella che un tempo era una bambina, Lucinda. Dico “che un tempo era” perché ormai sono passati tanti anni dalla sua sparizione. Che fine avrà fatto? Sarà ancora viva?
Suo padre, Gates Foster, uno dei protagonisti della storia, vorrebbe tanto saperlo. Nella sua mente Lucinda lo è, probabilmente prigioniera di qualche maniaco che l’avrebbe rapita per abusare di lei. Dal giorno della sua scomparsa, Foster non fa altro che collegarsi alla rete per individuare ogni singolo pervertito che circola sul web, volti sconosciuti che imprime bene nella memoria per poi ricercarli tra gli uomini che incontra per strada.
Destino vuole che l’unica persona che veramente possa dargli le giuste informazioni su sua figlia abiti proprio di fronte all’ufficio dove lui lavora. Mitzi Ives, l’altra protagonista, ogni tanto lo osserva dalla finestra di casa sua, quando è abbastanza lucida riesce pure a fare congetture sulla vita del suo dirimpettaio.
Accade raramente però che lei lo sia. L’Ambien e qualche buon bicchiere di vino sono i suoi fedeli compagni di vita. Quelle pillole riescono a cancellarle la memoria a breve termine, e questo le torna utile per il suo lavoro.
Mitzi è una rumorista; crea suoni, urla precisamente, che poi vende ai più importanti produttori cinematografici. E una vera e propria arte la sua e lei è l’eccellenza in campo. Affinché un urlo sia credibile non deve essere finto; Mitzi questo lo sa e fa di tutto per far si le persone che assolda per creare i suoi capolavori diano il meglio di sé.
«Il mio lavoro» disse Mitzi «consiste nel far gridare tutti nello stesso preciso istante».
Mitzi e Foster si incontrano grazie a Blush Gentry, un’attrice un po’ in decadenza che, con l’aiuto dell’uomo, inscena il suo rapimento per poter avere visibilità.
Nel bunker dove i due si rintanano, Foster racconta di Lucinda alla sua nuova amica, mostrandole l’ultimo video che la riprende, quello girato dalle telecamere di sorveglianza del centro commerciale dove si trovavano poco prima della sua scomparsa. In quel filmato la bimba è tenuta per mano da una ragazzina un po’ più grande di lei, che l’attrice non tarda ad associare alla nostra rumorista. Finalmente una pista concreta da seguire! Ora a Foster non resta che percorrerla fino in fondo.
Approfondimento
Ho letto L’invenzione del suono ben due volte. Lo stile molto serrato, sicuramente creato ad hoc, per dare il senso dell’angoscia, mi ha spiazzata. Non essendoci separazione tra i paragrafi dove si sviluppano le vicende legate all’uomo e quelle dove si parla della ragazza, spesso mi sono dovuta fermare per ritrovare il filo del discorso. Credo che questo suo modo di raccontare nasca per destabilizzare il lettore e trasmettergli quella sorta di confusione mentale di cui i due protagonisti fanno spesso sfoggio.
Horror, splatter, non so bene quale genere attribuire a queste pagine dove il dolore viene spalmato nelle sue diverse forme; dolore fisico, subito di persona o causato ad altri, dolore psicologico legato ai ricordi o al tormentato presente, dolore utilizzato come merce, in vendita per un pubblico voglioso di emozioni forti.
Nonostante non ci siano dubbi sull’abilità di Palahniuk di intrecciare emozioni e vicende, non posso dire di essermi appassionata a questo testo. Preferisco libri meno angoscianti, ma sono sicura che per gli amanti del genere L’invenzione del suono offra tanti spunti di lettura interessanti.
Aira Ria