
Autore: Carlo Lucarelli
Pubblicato da Einaudi - Marzo 2020
Pagine: 312 - Genere: Giallo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9788806242442

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Dicembre 1944. Ultimi mesi di guerra in una Bologna ferita dalle bombe, dai morti, dalla guerriglia partigiana e dalle rappresaglie fasciste. Mentre l’inverno investe le strade con il suo freddo tagliente, il vicecomandante De Luca dovrà indagare su tre diversi omicidi. Le piste s’intrecceranno l’una all’altra e non sarà facile capire di chi potersi fidare. Dopotutto in guerra, come in amore, tutto è lecito!

Fare domande, scavare, riflettere, concentrarsi, perdersi in quella febbre da brividi che travolgeva tutto e scoprirlo, l’assassino. Chi, come e perché.
Trovarsi faccia a faccia con un cadavere durante la guerra non è sicuramente un improbabile imprevisto. Quando però i morti sono tre, ammazzati nello spazio di quattrocento metri, le cose iniziano a complicarsi. Se poi a commissionare le indagini sono rispettivamente il Prefetto, i tedeschi e la Resistenza, il tutto s’ingarbuglia ancora di più.
Il vicecomandante del Nucleo Autonomo di Polizia Politica De Luca si trova coinvolto in queste intricate circostanze quasi inconsciamente. Il desiderio di arrivare alla verità è però una calamita potentissima che lo attira senza più lasciarlo andare. È quasi un canto magico: il richiamo delle sirene. E allora non importa se gli omicidi non sarebbero di sua competenza. E non importa nemmeno che i suoi committenti abbiano interessi diversi e spesso contrastanti. Deve capire. Seguire il filo dei suoi ragionamenti fino a trovare le risposte che cerca. Né il freddo né la paura potranno ostacolarlo.
Ma chi sono i morti? Il primo cadavere è dell’ingegnere Francesco Tagliaferri e lo stesso De Luca, prima di occuparsi seriamente dell’indagine, verrà incaricato di depistarla. Il secondo appartiene al caporale Ernst Weber: ex SS modello, ora sospettato di furto e diserzione. Il terzo è quello di Franco Maria Brullo, professore universitario ucciso con un colpo di pistola in un occhio.
De Luca deve gestire le indagini contemporaneamente, tenendole in bilico sullo stesso piatto, provando a non perdere la traccia delle sue intuizioni. Ad aumentare la tensione è la minaccia tedesca di fucilare dieci ostaggi se non verrà trovato l’assassino di Weber. Dieci vite innocenti dipendono dalle abilità investigative di De Luca. Il tempo è poco e i mezzi sono ridotti. Bologna è una città ferita. Le bombe l’hanno sventrata. Persone e animali sono accampati nei luoghi più impensati. Il coprifuoco impone orari ferrei: uscire di notte potrebbe essere pericoloso anche per un poliziotto. De Luca è costretto a muoversi su un terreno scivoloso. Anche la minima disattenzione potrebbe rivelarsi fatale. Il commissario tenta di rimanere lucido e concentrato ma nel momento in cui la sua convinzione di aver ormai risolto i casi va in frantumi, per un attimo, anche lui vacilla. Tutto viene rimesso in discussione. I pezzi del suo puzzle non s’incastrano più. E allora non resta che ripartire, con pazienza e determinazione. Perché la verità, alla fine, dovrà essere svelata.
Approfondimento
Coloro che, durante la stagione invernale, hanno percorso anche solo una volta le vie di Bologna difficilmente potranno dimenticare la nebbia da cui sono avvolte. È una coltre densa e fitta. Una coperta che abbraccia e nasconde. Tutto sembra ovattato. Le case spariscono, i contorni sfumano. Si cammina in una città che, ad ogni passo, può essere ripensata e reinventata. Le indagini di De Luca hanno le stesse peculiarità. Non seguono un percorso rettilineo. Non sono chiare e lineari. Al contrario, spesso si deve tornare indietro perché la strada imboccata si rivela senza vie d’uscite. E mentre si procede tutto appare confuso ed incerto.
L’inverno del 1944 è un inverno in cui chiunque ha più di un motivo per mentire. In ballo c’è la vita. Una parola sbagliata può costare molto cara. E allora si tenta di depistare chi potrebbe arrivare a portare alla luce ciò che deve restare nascosto. Ed è proprio questo vortice di menzogne e falsi alibi che ci riporta alla nebbia da cui siamo partiti. Perché nelle pagine di Lucarelli ci troviamo spesso spaesati, senza punti di riferimento. I tre casi si accavallano sotto i nostri occhi. Veniamo investiti da nomi e fatti: veri o presunti. Non abbiamo più alcun sostegno. Ci aggrappiamo a De Luca per non smarrirci. Ma continuiamo a sentire la mancanza di una maggior chiarezza. Vorremmo che un po’ di quella nebbia si dissolvesse o che un raggio di sole ci indicasse la via. E invece, fino alla fine, risulta tutto un po’ appannato e confuso. Sì, esatto… nebuloso!
Mariangela Pala