
Autore: Ninni Holmqvist
Pubblicato da Fazi - Aprile 2024
Pagine: 276 - Genere: Romanzo distopico
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9791259671387
ASIN: B0CW1DWRRX

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Dorrit, scrittrice cinquantenne single e senza figli, viene trasferita all’Unità, un luogo apparentemente idilliaco dove i residenti, privi di legami familiari, vivono in comfort lussuosi. Tuttavia, scopre presto la terribile verità: gli ospiti, considerati “dispensabili”, sono destinati a test farmacologici e a progressive donazioni di organi fino alla “donazione finale”. Rassegnata al suo destino, Dorrit trova conforto nell’amicizia con persone simili a lei. Ma quando si innamora inaspettatamente, la sua visione della vita cambia radicalmente. L’amore la spinge a mettere in discussione tutto, compreso il sacrificio che sembrava inevitabile.

Probabilmente ho sempre creduto che la mia vita mi appartenesse.”, farneticai. “Che fosse qualcosa di cui dispongo liberamente e su cui nessun altro può rivendicare alcuni diritto o avere opinioni al riguardo. Ma ora ho cambiato idea. Io non sono affatto padrona della mia vita, lo sono altri.
Dorrit, una scrittrice di cinquant’anni, single e senza figli compie il suo ingresso nell’Unità. Da quel momento in poi quella sarà la sua casa. All’apparenza sembra un luogo idilliaco, ma subito si rende conto che l’intera struttura è sorvegliata da telecamere e ci sono microfoni nascosti, con cui gli addetti alla sorveglianza controllano quello che fanno i pazienti presenti all’interno della struttura. Il telefono è presente solo sotto forma di linea fissa e l’accesso a internet è sorvegliato. All’Unità non ci sono finestre, ma il luogo sembra sempre illuminato a giorno. Nella struttura si trovano anche ristoranti, negozi, e tutti i confort possibili. Durante la sua prima festa di benvenuto, Dorrit fa la conoscenza di altri pazienti e tutti loro hanno una caratteristica in comune: non hanno figli né una vita sentimentale. Dorrit comincia subito a sentirsi a suo agio in questo luogo, non è costretta a sottoporsi al giudizio sociale che ha sempre incontrato nel mondo esterno.
Man mano che passano le settimane, però, la protagonista si rende conto che tutta quell’apparenza idilliaca ha un prezzo molto alto da pagare: lei e gli altri suoi amici ospiti della struttura sono chiamati i “dispensabili” e il loro scopo lì dentro è quello di essere cavie umane. Vengono continuamente sottoposti a test psicologici/farmacologici e vengono selezionati per donare gli organi fino ad arrivare a quella definita “donazione finale”. Questo è il loro scopo per rendersi utili nei confronti di quella società al di fuori che li ha sempre fatti sentire diversi ed esclusi, per chi ha una famiglia e “merita” di essere salvato. Dorrit è perfettamente consapevole di quale sarà il suo destino, ma qualcosa che non ha previsto è destinato a sconvolgere la sua visione della vita e a farle riconsiderare tutto. È davvero troppo tardi per compiere una scelta diversa?
L’unità può essere considerato un romanzo distopico. Ci ritroviamo una società dove non ci sono più scuse per non fare figli, e chi, alla ricerca della sua strada o del suo benessere personale, ha rinunciato a famiglia e figli non viene più considerato utile all’interno della società. Per questo motivo i single dai cinquant’anni in su iniziano a essere selezionati per entrare nell’Unità, un luogo dove i suoi residenti hanno a disposizione tutti i confort possibili, ma non hanno altra scelta di diventare cavie umane e prepararsi alla “donazione finale”. La narrazione è incalzante, e a tratti brutali, non lascia spazio all’immaginazione del lettore. Non troviamo filtri alla condizione dei cosiddetti “dispensabili”, così come avvertiamo subito la rassegnazione della protagonista Dorrit e dei suoi compagni.
Approfondimento
L’unità di Ninni Holmqvist ha visto la prima pubblicazione in Svezia nel 2006 e ha ottenuto un grande successo internazionale. Con la sua rappresentazione di una società distopica potrebbe essere considerato erede di Orwell e del suo 1984. Troviamo una società dove l’essere umano non ha più importanza in quanto individuo dotato di una sua personalità e di una sua libertà nel vivere e gestire la sua vita, ma come essere che deve essere costretto a fare una famiglia e riprodursi per essere considerato “utile”.
Mi ha fatto un po’ rabbrividire l’utilizzo dell’espressione donazione finale, espressione che, tolta dal contesto, può avere un’accezione positiva, ma nel romanzo si intende chiaramente il riferimento alla morte dei pazienti che vi vengono sottoposti.
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