
Pubblicato da Autori Riuniti - Settembre 2019
Pagine: 45 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura

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Una mattina di pioggia, dalla finestra, Elvis, scorge nel cortile un bambino di dieci anni, dalla testa ai piedi sudicio di fango. Elvis, si precipita giù, nel cortile. Lo vede, raccoglie un sasso e lo tira, si guardano e gli chiede di andare assieme a lui, a casa.

Allo specchio vede un uomo nuovo: Elvis gli ha rasato il viso e la testa senza provocare il più piccolo taglio. Gli spaghetti e due bicchieri di vino gli hanno restituito un colorito più sano, più vivo.
Una mattina di ottobre, Elvis, scorge dalla finestra, La testa rasata e il corpo esile. Ha più o meno dieci an-ni, in faccia le rughe, sulle ginocchia le croste, sulle mani piccole cicatrici. Crede di aver riconosciuto qual-cuno del passato, se ne convince. Lo porta a casa, lo lava, gli dice che è uno di famiglia. Lo dice a Fanni, ca-pelli neri e con delle ‘tette’ abbondanti, cosi ce la descrive, Elvis. Fanni, no, non se ne convince, non sa chi sia quell’uomo, sa solo che deve andarsene la mattina dopo. Non cambia idea. Elvis, continua a conside-rarlo uno di famiglia. Lo porta in giro, gli compra vestiti nuovi. Lo rende un uomo nuovo. Lei, Fanni, cerca la prova, che sia proprio lui, Pietro. Oggetti messi in ordine indiana, ricordi. ‘lo sconosciuto’ fa domande, ri-cevendo solo risposte brute. Elvis, non ha sogni, non ha un futuro. O forse, ce l’ha, un futuro ed è legata alla moto. Come un ragazzino in una mattina di Natale, pensa di aver trovato un regalo, giù nel cortile.
Sul materasso Pietro Ritornato dorme rannicchiato su un fianco, con la testa tra i pugni. La coperta è quasi del tutto rotolata su pavimento. –È Pietro, dice Elvis, –È lui. –Non lo è. Non gli assomiglia. Pietro non parla così. Pietro si ricorderebbe di me.
Approfondimento
Elvis, di lui sappiamo solo il nome. Non sappiamo l’età. Non sappiamo in quale città si trovi, sicuramente, fa parte dei giorni nostri. Un personaggio ‘a tutto tondo’ aspetta qualcuno che non arriverà mai o forse, pensa di averla trovata, nell’ ‘uomo nel fango’. È un personaggio che non riesce ad accettare di aver perso qualcuno. Lo cerca. Lo cerca in nuovi vol-ti, per alleviare il dolore che sente, non lo dice, ma lo percepiamo. Una città fatiscente, sudicia di fango, spaccio, ab-bandonata a sé stessa. Mi fa venire in mente la Napoli con le sue ‘ Vele di Scampia’, che non esistono più. Elvis e Fanni, rimangono li, non hanno la forza di andarsene, vogliono respirare quell’aria sporca di fango. Uno stile, asciutto e limpi-do. Botta e risposta, senza censure. Prevalgono le descrizioni, sin dall’inizio, guardiamo dall’esterno tutto quello che ve-de il protagonista, Elvis. Come se ci stesse portando con lui, lì, alla finestra ad alzarci in piedi e vedere quel qualcuno. Conto alla rovescia, perché? (le pagine) forse, perché l’uomo nel fango non è altro che uno di passaggio che non durerà molto? L’autore, secondo me, in primis non ha nessuno scopo pedagogico, vuole solo farci vedere la realtà di oggi, nelle periferie. Vediamo questo ragazzo aggrapparsi solo ad una persona, come se non avesse niente da perdere.
Ammettetelo: è un po’ quello che vorremmo fare tutti, ma che per quieto vivere non facciamo. A questo servono i libri: a vedere realizzati i nostri sogni, seppur nelle pagine di un libro.
Emiliya Dolan Pietropaolo