
Autore: Antonio Scurati
Pubblicato da Bompiani - Settembre 2018
Pagine: 840 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narratori Italiani

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Cos’è accaduto nel nostro Paese tra il 1919 e il 1925? Che percorso ha consentito ai Fasci di combattimento, nati nella primavera del ‘19, di trasformarsi nel primo partito d’Italia? E chi è l’uomo che ha immaginato e realizzato tutto questo? Detto in altre parole, chi è stato realmente Benito Mussolini? Antonio Scurati prova a raccontarcelo in questo romanzo in cui la fantasia lascia spazio alla nuda verità dei fatti.

Se ci viene chiesto di parlare della prima metà del Novecento, il nostro pensiero corre subito alle due guerre che hanno insanguinato e scosso il mondo. Se poi ci viene proposto di restringere il nostro campo visivo al primo quarto di quel secolo e ad una piccola penisola al centro del Mediterraneo, risponderemo citando la Grande guerra, gli scioperi, la marcia su Roma… ed è proprio dietro quest’ultimo evento che si cela il volto di colui che con la sua azione cambierà il destino dell’Italia.
I fascisti non vogliono riscrivere il libro della realtà, vogliono solo il loro posto nel mondo. E lo avranno.
Di quell’uomo, di Benito Mussolini, conosciamo tutti la fine. Quello che Antonio Scurati si propone di fare in questo libro è invece di raccontare gli anni in cui ancora niente ha preso forma. Gli anni in cui si vive di progetti e sogni, in cui tutto è cotemporanemante possibile e improbabile. Per questo l’inizio di questa storia va collocato nel 1919, quando ancora l’eco della guerra non ha finito di far sentire la sua voce.
Nel corso di quell’anno gli italiani si trovarono ad affrontare il difficile compito di tornare a vivere una vita “normale”. Dopo mesi di battaglie, trincee, morti e privazioni, gli veniva chiesto di dimenticare tutto e riprendere le occupazioni quotidiane. Qualcuno, più in alto di loro, era intanto impegnato a firmare un trattato di pace che risultava più umiliante di uno schiaffo in pieno volto. Quelle terre per cui avevano lottato, rischiando la vita e vedendo morire ogni giorno compagni ed amici, sarebbero state incluse all’interno di altre Nazioni. Ed ecco allora che il malcontento iniziò a crescere, mischiato al mito della “vittoria mutilata”, alla sete di vendetta e di violenza. Da nord a sud il rancore continuò ad accumularsi, acquisendo un sapore sempre più velenoso.
I reduci si sentirono traditi da una classe politica che dopo averli illusi ora li scansava, fingendo di non vederli. I borghesi iniziarono a temere le rivendicazioni della classe proletaria. Poco più a est, nello sterminato territorio della Russia, una rivoluzione comunista era infatti in atto e niente poteva escludere che potesse dilagare anche altrove. Così la rabbia si sommò alla paura e niente sembrò in grado di fermare un vortice di tale portata.
Mussolini ebbe la capacità di cogliere perfettamente gli umori del momento, fiutando l’aria e intravedendo i possibili sbocchi. Non era solo, come è facile intuire. Accanto a lui ci furono uomini che non aspettavano altro che di essere guidati. C’era anche una donna, una ricca e colta ereditiera veneziana, Margherita Sarfatti, che fungerà da mentore per il Duce del fascismo, sostenendolo anche nei momenti più bui della sua ascesa.
Il partito fondato da Mussolini, da prima semplice movimento, sarà camaleontico e polimorfo, capace di passare da una matrice anticlericale, socialista, repubblicana e rivoluzionaria ad una forma conservatrice e monarchica. D’altronde lo stesso Mussolini aveva un passato da socialista con cui per anni si troverà a dover fare i conti. Il percorso compiuto dal 1919 al 1925 non sarà né lineare né privo di ostacoli. Ci saranno brusche frenate e rallentamenti improvvisi. Amici che si allontanano, voti che mancano, opposizioni che fanno sentire la loro voce. Mussolini accetterà i compromessi, coprirà e fomenterà le violenze, allontanerà e punirà i traditori. Si farà spazio per riuscire a conquistare quello che riteneva essere il suo vero posto. Lui, il figlio del fabbro, alla guida della Nazione.
In quel momento, il nuovo secolo si era aperto e, al tempo stesso, si era richiuso sui suoi passi.
Approfondimento
Nelle pagine di Antonio Scurati non è solo la figura di Mussolini ad essere studiata e raccontata ma anche quella di coloro che hanno fatto la storia di quegli anni. Da D’Annunzio a Matteotti, da Turati a Balbo. M. Il figlio del secolo è un romanzo corale che ripercorre una vicenda attraverso gli occhi dei suoi protagonisti. E di questi protagonisti ci vengono descritti attimi d’esitazione e di slancio, speranze e incertezze.
Un’attenzione particolare è poi rivolta ai momenti in cui sarebbe stato possibile cambiare la storia: nodi cruciali in cui decisioni diverse avrebbero potuto bloccare l’ascesa del fascismo. Quelli del primo dopo guerra furono infatti anche anni costellati di tentennamenti, occasioni perse e vie d’uscita ignorate. Scurati ci racconta anche questo, permettendoci d’intravedere una storia parallela e d’immaginare cosa sarebbe successo se i socialisti avessero avuto il coraggio di attuare la rivoluzione o se Vittorio Emanuele III avesse firmato lo stato d’assedio impedendo così la marcia dei fascisti su Roma. Accanto ai “se” c’è però la Storia. Ed è quella che Scurati ci ha narrato con precisione e maestria, accompagnandoci passo a passo lungo il cammino che ha permesso al fascismo di diventare realtà, partito, dittatura.