
Autore: Simonetta Agnello Hornby e George Hornby
Pubblicato da Feltrinelli - 28/09/2017
Pagine: 220 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura
Collana: I narratori
Una madre, nota scrittrice e avvocato di famiglia, italiana ma con una vita trascorsa in Inghilterra; un figlio inglese ma con la Sicilia nel cuore, che dopo esser stato avvocato d’affari e banchiere nella City di Londra ha scoperto di avere la sclerosi multipla. Insieme decidono di raccontare a due mani un pezzo della loro vita proprio quando sono venuti a conoscenza della grave malattia. Decidono inoltre di rispondere a una domanda: Cosa significa essere un disabile oggi?

Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, sin da piccoli si cresce con la consapevolezza che si è “tutti normali, ma diversi, ognuno con le sue caratteristiche, talvolta un po’ strane”. Per cui la zia Teresa con il piede caprino ben in mostra nel suo ritratto “aveva una caratteristica bizzarra”; la prozia Rosina, cleptomane, era “stravagante”; la precettrice ungherese Giuliana, claudicante, “non camminava bene”; alla cugina Nini sorda dalla nascita “bisogna parlare a voce alta”; e persino l’amputazione della gamba di papà era diventata una situazione da affrontare con arguzia e inventiva, come quella di scegliere le cravatte in macchina, accostandosi al marciapiede mentre il commesso gliele mostrava e i passanti lo consigliavano su quale acquistare. Simonetta Horny con le sue storie del passato ci fa capire come la diversità è un nostro grande limite mentale nel vedere e approcciare l’altro diverso da noi. L’autrice infatti è cresciuta in una famiglia in cui la diversità non è mai stata intesa come un qualcosa di cui vergognarsi o a causa di cui nascondersi. Non è facile però accettare una malattia terribile come quella che il suo primogenito le annuncia al telefono un giorno del 2003, sclerosi multipla primaria e progressiva. In quel momento nel bel soggiorno di casa con la sua nipotina Elena, Simonetta Hornby trova la chiave per affrontare quella situazione, vedendo un piccione marrone e bianco che guardava nonna e nipote in maniera curiosa e poi con un battito d’ali era volato via.
“Bastò quel volo nel cielo alto di Londra a riportarmi alla realtà. Tutti gli uccelli sanno volare, ma nessun essere umano ci è mai riuscito. Nessuno. Nessuno può volare.”
George presto non avrebbe più potuto camminare, non avrebbe più potuto giocare con la sua piccola Elena, non avrebbe potuto più lavorare e fare altre mille cose ma avrebbe potuto e dovuto vivere la sua vita nel miglior modo possibile. A questo punto conosciamo George che ci racconta la sua accettazione della malattia e soprattutto, senza inutili lamentazioni, come con mille strategie e tanta sana ironia vive la sua vita girando con i mezzi pubblici per Londra , alla scoperta di ciò che prima della sua malattia non poteva vedere e poi ci narra del suo viaggio in lungo e largo per l’Italia accompagnato dalla madre. George ama la sua vita, ama la sua famiglia, ha mille interessi, e anche quando si scontra con scale e marciapiedi riesce a trovare una soluzione, ad accettare un aiuto e ringraziare con un sorriso.
Nella narrazione di “Nessuno può volare”, mai titolo è stato migliore, è sempre presente il rispetto per il disabile, per il malato a tal punto che George viaggia per attenzionare la mancanza delle barriere architettoniche, l’ignoranza e l’incomprensione della gente, ma anche la profonda generosità di tante persone e Simonetta fa una scelta di vita lavorativa impegnativa, il suo studio legale per anni ha difeso i più deboli, i malati, i diversamente abili.
Approfondimento:
Un libro intenso che ci fa capire che ognuno di noi può e deve fare qualcosa perchè si cambi, perchè i tanti, troppi, “qui non mi vogliono” detti da George in luoghi pubblici con scale e bagni impossibili da raggiungere per una persona in sedie a rotelle, devono trasformarsi in “qui sono ben accetto”. Un viaggio non solo letterario, culturale, turistico ma soprattutto di crescita e di testimonianza contro i pregiudizi, le barriere fisiche, i luoghi comuni.