
Autore: Ilaria Tuti
Pubblicato da Longanesi - Maggio 2019
Pagine: 380 - Genere: Gialli
Formato disponibile: eBook, Rilegato, Audiolibro
Collana: La Gaja scienza
ISBN: 9788830451551
ASIN: B07QZCQWRV

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Un quadro dipinto con sangue umano viene ritrovato nella soffitta di un noto artista, attivo fino al 1945 e poi chiuso in se stesso da allora. Teresa Battaglia e Massimo Marini dovranno dipanare un cold case avvolto tra le nebbie dei boschi e del tempo, quando sulle montagne c'erano partigiani e tedeschi, ma anche tradizioni tramandate da madre in figlia fin dall'antichità.

Teresa Battaglia è il commissario del romanzo, una protagonista piena di difetti, di stranezze e di problemi. Una donna forte e sola che riesce con coraggio a portare avanti l’indagine anche se c’è chi non crede in lei. Massimo Marini è l’ispettore che la aiuta in questo caso così pieno di mistero, un giovane anche lui complicato; porta su di se un peso del passato, difficile da raccontare. Entrambi hanno un segreto, profondo che si portano dietro da tempo.
Osservò con attenzione quella donna che sembrava già aver perso interesse in lui. Non gli arrivava nemmeno al petto, ma aveva l’abitudine di passare sopra il suo ego come un carrarmato. Aveva quasi il doppio della sua età, ma lo lasciava senza energie molto prima che a esaurirsi fosse lei. Le sue maniere erano spesso brutali e il caschetto di capelli che incorniciava il viso era di un rosso talmente artificioso da essere quasi imbarazzante. Lo sarebbe stato per chiunque, ma non su di lei. Teresa Battaglia abbaiava, ma c’era chi giurava di averla vista mordere, letteralmente.
In Ninfa dormiente le loro storie personali si intrecciano alla vicenda proprio come accadrebbe a persone reali che si trovano a dover affrontare situazioni complesse che fanno riaffiorare malesseri e situazioni irrisolte. Per questo motivo entrambi i personaggi riescono a sembrare così vivi e così vicini a noi. Questa volta dovranno indagare su un caso del passato.
Un quadro, Ninfa dormiente, che rappresenta una bellissima donna distesa su un fianco, viene ritrovato in una soffitta dal nipote dell’artista. Un quadro che attrae per il magnetismo del soggetto, ma anche per la particolarità della pittura: sangue umano, una quantità tale da uccidere. Di chi è tutto quel sangue? L’artista del dipinto è un assassino?
Difficile ritornare a sessanta anni prima, ricercare il percorso fatto dall’artista per raggiungere il primo villaggio della valle, ritrovare la ragazza del dipinto: eppure il commissario Battaglia riesce grazie a prove biologiche e alla sua capacità di ascolto dei testimoni a riallacciare i fili del tempo e a ritornare in quei luoghi con gli occhi dell’artista.
Il giallo non è mai in secondo piano rispetto alle vicende del commissario, viaggiano di pari passo. La tensione narrativa non si interrompe quando si raccontano vicende all’interno degli uffici o le sensazioni personali.
L’arrivo di un nuovo elemento nella squadra di ricerca, Blanca e Smokie il suo cane, riesce a dare vitalità nel momento in cui la storia sembra perdere il suo ritmo narrativo. Ho subito apprezzato questi due personaggi per la loro particolarità e per la funzione essenziale nelle dinamiche del giallo.
Il lettore viene accompagnato capitolo dopo capitolo in ambienti nuovi e suggestivi. Le descrizioni dei boschi e dei suoi abitanti sono vive e riportano una realtà fatta di odori, sapori, sensazioni che si fanno tattili e sonore con l’aggiunta di nuovi particolari pagina dopo pagina.
Diversamente da molti gialli, non è facile intuire il colpevole, se non dando la colpa a chi ha dipinto il quadro. L’immagine di un assassino che intinge la sua mano nel cuore per poter dipingere l’ultimo quadro della sua vita, è vivida e angosciante; è una immagine forte che rapisce la mente del lettore. Se all’inizio era ripugnante nel momento della verità riuscirà ad essere compresa in tutto il suo dolore.
La cosa che non ho apprezzato molto è stato un finale troppo rocambolesco e alcune spiegazioni date in modo troppo affettato dal commissario. Qualche pagina in più conclusiva non sarebbe stata una ripetizione, ma anzi un modo per dare una spiegazione più razionale dell’intera vicenda.
All’inizio sembra frammentata la narrazione e non si capiscono bene alcune situazioni, ma già dopo le prime venti pagine si rimane incollati al libro con la voglia di sapere che cosa sia successo davvero.
Un aspetto innocuo, le veniva da pensare, eppure… Eppure non c’è nulla che spaventi più della normalità, quando un dettaglio sbagliato la corrompe. La risata di un bambino quando il bambino non c’è. L’annaspare del cane, morto da tempo. Un fruscio tra le coperte, quando nel letto non c’è nessuno accanto a te.
Approfondimento
Ilaria Tuti è al suo secondo romanzo. Il pubblico ha apprezzato da subito “Fiori sopra l’inferno” che è stato il caso editoriale dell’anno 2018 in Italia e all’estero, selezionato come Crime Book of the Month dal Times nel marzo 2019.
Teresa Battaglia ha visto la luce proprio nel primo romanzo ed è una protagonista ben riuscita e soprattutto piena di sfaccettature da conoscere; ultimamente i commissari nei gialli sono simili su molti aspetti, mentre la Battaglia riesce a stupire proprio nel momento in cui si crede di conoscerla, come una persona reale.
Un punto di forza dell’autrice sono le ambientazioni e le sue doti di illustratrice sono riportate abilmente anche nella scrittura.
Anche se la trama è molto semplice riesce a dare molteplici punti di vista ed esperienze narrative in un solo romanzo. Ho apprezzato molto le informazioni sui luoghi e le tradizioni, ma anche alcuni particolari sulla ricerca dei cadaveri e aspetti tecnici che non conoscevo e che non sono stati affrontati nei gialli più comuni.
Gloria Rubino