
Autore: Federica Tuzi
Pubblicato da Fandango libri - Luglio 2022
Pagine: 288 - Genere: Young Adult
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Weird young
ISBN: 9788860448491
ASIN: B00IGII0GE

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Alessandro o Alessandra? Two spirits, ma una persona sola, alla ricerca della sua identità d’amore e serenità. Un viaggio autobiografico per sfuggire all’etichette e capire chi è realmente Alessandra, cieca però di fronte al vero aiuto che sempre le è stato offerto, per il cui senso di gratitudine affiorerà solo dopo molto tempo.

Spesso per proteggerci cerchiamo delle definizioni, delle etichette…ma poi ci accorgiamo che ci vanno strette e a quel punto liberarsene diventa molto difficile.
Alessandra, ormai ventenne e quasi alla fine del suo percorso universitario, finalmente pensa di aver incontrato l’amore, quello tanto cercato nella sua vita. Lei si chiama Irene, molto più piccola di lei, un’adolescente con un padre violento, molto chiuso e retrogrado. Alessandra invece è di buona famiglia, ha origini americane, di cui ha anche la cittadinanza, e vive sognando viaggi in tutto il mondo sopra un furgoncino rosso, come quello dei figli dei fiori, ricordo dei viaggi da piccola con i genitori reduci della beat generation. Nonostante questo anche suo padre è molto ristretto di vedute e questo, insieme alla poca esperienza amorosa, l’avvicina a Irene.
Alessandra oltre ai suoi sogni non ha altro, chiusa in un corpo che non rispecchia il suo modo di essere e costretta a non manifestare il suo voler essere “maschio” a causa della disapprovazione della famiglia.
Non ero io a essere rinchiuso in gabbia, ma il mio corpo. E mentre la mia povera carne giaceva nella piccola morte della camicia di forza, mio dominio sul corpo era totale e potevo percorrere lo spazio infinito a mio piacimento.
Con l’arrivo di Irene sembra cambiare tutto, finalmente ha trovato qualcuno che l’ama per come è e come si sente. La chiusura però del mondo che le circonda le costringe a lasciarsi. Alessandra, in preda alla disperazione, si chiude in sé stessa e scappa, alla ricerca di pace e di un posto giusto per lei nel mondo.
Comincia così un viaggio in America, ripercorrendo i ricordi del passato e analizzando cosa finora le è successo, andando poi nel presente dove incrocia lungo il percorso persone che come lei hanno affrontato le stesse paure e difficoltà, persone della sua tanto amata beat generation e una nuova passione inaspettata, Elisabeth, che le apriranno gli occhi.
Durante lo scorrere della storia di Alessandra in Non ci lasceremo mai, il mio pensiero fisso è stato: “Ma perché? Perché una persona non può essere libera di sentirsi sé stessa, di comportarsi come si vuole e amare chi vuole?”. Non è facile per tutti immedesimarsi nella protagonista, ma la bravura di Federica Tuzi nel raccontare le sue emozioni, con a volte espressioni veramente forti, rendono molto bene la sofferenza che questa ragazza ha patito in infanzia e adolescenza, con una narrazione molto personale, che leggi tutta in un fiato. Solo in alcune parti del viaggio in America ho trovato le descrizioni un po’ prolisse, introspettive, e alcune situazioni un po’ troppo surreali. Nel complesso è una lettura piacevole, che ti porta a riflettere su quanto sia stato difficile conquistarsi il diritto di essere sé stessi e quanto concentrandosi solo su di sé a volte si ha gli occhi chiusi verso chi ci sta aiutando realmente. Sicuramente il sapere dall’incipit che la storia è autobiografica dà un valore aggiunto al libro.
Mi sa che è venuto il momento di partire
E per andare dove?
Non lo so, ma bisogna andare!
Approfondimento
Il tema dell’omosessualità, soprattutto negli anni ‘90, è sempre stato un tabù. Si vedeva, ma con gli occhi chiusi e la scrittrice in questo libro lo descrive molto bene. La si percepiva come una perversione da correggere, in alcune famiglie a suo di botte, come è stato anche per Alessandra, che nel confidarsi con la madre ha scatenato solo la furia del padre suo e poi del suo primo amore Irene, fino ad una vera e propria denuncia penale.
Nella storia di questo viaggio si può vedere come l’Italia era indietro anni luce rispetto all’America, riguardo alla libertà di espressione sessuale e questo è descritto bene nei modi di fare dei due personaggi, secondo me, chiave del libro.
Alessandra chiusa in sé stessa, malinconica, timida, indecisa e sempre negativa verso la vita. Cresciuta dovendo reprimere chi è veramente con come unica arma a disposizione l’isolamento.
Era una specie di prova di volontà in cui al posto delle cose e delle emozioni mettevo il nulla assoluto, il bianco, lo zero. Restava solo una parola d’ordine: Via.
Al contrario Elisabeth è aperta con tutti, fa subito amicizia, non paura del giudizio degli altri ed è libera di esprimersi. È scontrosa, decisa, un po’ viziata. Ha volte ammetto di averla odiata.
La mia era più di una difesa e più di un attacco: era la negazione assoluta, un’arte marziale che la mia mente imparava senza sforzo, adeguandosi perfettamente. Sembrava nata per non esistere. Anzi per non far esistere il mondo.
Entrambe però hanno, anche se motivi diversi, un rapporto conflittuale con il padre, entrambe sono si sentono sole e alla ricerca dell’amore. Questi motivi le spingeranno a trovare confronto tra loro e nelle loro differenze ad aprire gli occhi verso la soluzione ai loro problemi, senza la necessità di trasformare per forza se stessi o darsi una definizione precisa nel mondo.
Giulia Quartulli