
Autore: Gianrico Carofiglio
Pubblicato da Einaudi - Giugno 2020
Pagine: 209 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806246808

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Dodici racconti, del tutto eterogenei, ci accompagnano in un singolare percorso a tappe fra realtà e fantasia, passando per inquietanti eventi di cronaca nera. A metà fra narrativa e reportage, offre al lettore una sfida enigmatica, quella di scoprire il filo conduttore di storie così diverse fra loro. Come l’invito a intraprendere un’indagine dal risvolto malinconico come può esserlo un rimorso o un rimpianto.

La nostalgia che riguarda le cose che non sono accadute e che non potranno accadere mai più.
I racconti che compongono la raccolta Non esiste saggezza, nati una decina di anni fa, e che trovano quest’anno la loro connotazione definitiva con l’aggiunta di un inedito, si compongono di storie e argomentazioni molto distanti le une dalle altre.
Qualcuna addirittura allestisce un’ambientazione surreale, come l’impossibile intervista a Tex Willer, dove il fumetto ricorda l’intervistatore bambino che sfogliava le pagine; o mistica, nell’incontro di un “sé stesso” dal futuro in La forma delle nuvole. Eppure i racconti non hanno uno stile solo fantastico, ma anzi ci riportano brutalmente coi piedi per terra leggendo Monalisa, il drammatico resoconto di un fatto di cronaca riguardante una bambina Rom di sette anni sparita improvvisamente nel nulla, o in Sommarie informazioni a Bogotà, dove Gianrico Carofiglio ci catapulta nella realtà sconosciuta degli aiuti di Medici senza Frontiere ai desplazados (espatriati) che subiscono indicibili violenze dai gruppi paramilitari colombiani.
Ma in Non esiste saggezza troviamo anche storie che sanno davvero di narrativa, di quella dal sapore dolce-amaro, apprezzata sicuramente dai lettori più sensibili, quella che ricorda la terra d’origine dell’autore, la Puglia, “dove in certi giorni d’estate, durante certi silenzi impenetrabili e aspri, potresti perderti, o perdere la ragione e il senso delle cose”. È qui che la maestria di Carofiglio si manifesta ampiamente, in racconti come Il maestro di bastone, storia malinconica, dall’aspetto forse autobiografico, in cui un timido ragazzo quindicenne supera l’estate e il divorzio dei genitori con l’aiuto silenzioso e introverso di Benito, uno strano personaggio che compare a salvarlo al momento giusto e gli insegnerà come difendersi dai cattivi. La nostalgia delle cose “che non sono accadute e che non potranno accadere mai più” la si ritrova come filo conduttore anche in La velocità dell’angelo, dove il protagonista, uno scrittore che trova ispirazione sedendo al tavolo di un bar ogni giorno, incontra una donna che nasconde una storia di rimorsi e rimpianti; quelli di “una bambina che correva coprendosi gli occhi e andava troppo veloce perché il suo angelo custode riuscisse a starle dietro”.
Non esiste saggezza è il titolo del libro, ma anche il titolo del racconto che apre la raccolta, sicuramente uno dei più belli. Nonostante si svolga in appena poche pagine, racchiude la storia di un incontro casuale che porta i due protagonisti a scoprirsi a vicenda con affinità che nessuno dei due aveva mai trovato prima d’allora in altri individui. Una conoscenza che dura poche ore, senza avere la possibilità di essere approfondita in un legame più stretto, lascia la solita nota amara che permea tutto il libro come per i “viaggi che non hanno né partenza, né destinazione”: i viaggi immaginari della nostra mente, pensando a quello che sarebbe potuto essere, ma purtroppo non è stato.
Approfondimento
La diversità dello stile dei racconti che compongono questa raccolta può inizialmente spiazzare il lettore che si trova come a condurre un percorso dove è richiesta un’alternanza di corsa, camminata veloce e passo lento. Superata questa fase si riesce a focalizzare quello che è realmente il filo conduttore, l’oggetto della nostra indagine, cioè “l’incontro casuale” fra due individui sconosciuti, capace di indurre un cambiamento nello stato d’animo dei protagonisti. Un mutamento riflessivo e nostalgico, come l’osservare il mutare delle nuvole che se ne vanno e non faranno più ritorno.
Degna di nota la poesia di Anna Achmatova di cui sono riportati alcuni versi proprio nel primo racconto:
Il nostro sacro mestiere
esiste da millenni.
Con lui al mondo non occorre luce:
ma nessun poeta ha detto ancora
che la saggezza non esiste,
che non esiste la vecchiezza,
e forse nemmeno la morte.
Francesca Balacco