
Autore: Cristiano Cavina
- Gennaio 2019
Pagine: 208 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Gli alianti
ISBN: 9788871688435

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Un incontro casuale in una vecchia fabbrica ristrutturata, diventata ora luogo dove vengono esiliate le attività culturali. Lei insegna danza. Lui è uno scrittore. Lei sta soffocando nei debiti. Lui gira l’Italia tra promozioni e seminari. Lei ha un sogno al quale non vuole rinunciare. Lui ha bisogno di amare facendosi da parte.
“Le cose davvero speciali accadono solo per caso e io e Sammi ci conoscemmo così”

Inizia dalla fine il romanzo di Cristiano Cavina, inizia comunicando al lettore che una storia c’è stata ed è stata una storia d’amore.
Siete mai stati innamorati di una puttana?
Non una facile, come intendono i maschi frustrati: voglio dire, siete mai stati innamorati di una che va con gli uomini per soldi?
Io sì.
Che Dio mi maledica, io sì.
Ed è stata la storia più pura e innocente di tutta la mia fasulla vita di merda.
Diego incontra Sammi una sera, per caso, e si innamora subito del suo corpo prima che di lei. Di quelle due fossette alla fine della schiena, ma anche di quella sua coda di cavallo nera e, forse, di quelle lacrime delle quali non chiede spiegazione. Si cercano e si trovano. Si frequentano, viaggiano e fanno l’amore in un modo diretto, senza menzogne. Sammi ha un sogno, quello di insegnare danza, ma per poterlo realizzare ora sta affogando nei debiti. I suoi due lavori non sono sufficienti e così decide, con l’aiuto di Diego, di diventare Commessa Biricchina e di vendere il suo corpo tra un turno e l’altro, e di farlo al prezzo di ottanta rose ogni mezz’ora.
Diego è il narratore di questa storia, scritta tutta in prima persona, vista tutta attraverso i suoi occhi e le sue zone stagne; ma la vera protagonista è Sammi. Una donna coraggiosa, una donna che non si arrende e che non vuole lasciare il suo sogno in un cassetto. Una donna che non ha paura di amare, completamente: il suo uomo, come la sua passione. Un personaggio bellissimo che il lettore dimenticherà difficilmente.
È una storia erotica quella che ci racconta Cristiano Cavina, ma definirla solo così sminuirebbe la sua forza. È una storia d’amore, certo ma non solo. Un amore che nasce dal desiderio, dal corpo, dall’erotismo, appunto, ma va oltre. Sammi (perché è lei che ci parla attraverso lo sguardo di Diego) pare volerci dire che l’amore non è lì nel corpo, nell’atto di fare sesso. Lì non c’è tradimento, perché l’amore è quello dell’anima, quello del cuore. E il suo amore con Diego è fatto anche dalla condivisione della caduta nell’abisso.
Diego vuole guardare, chiede di guardare. Vuole rimanere dietro a quella finestrella, vicino a un finto gelsomino, ed essere il voyeur della sua donna. Vuole vederla dall’esterno mentre lei si vende agli altri per denaro, per quelle ottanta rose.
Ci sono cose che se gli stai vicino, non le apprezzi davvero. Prova a metterti a cinque centimetri dal Colosseo. Vedi solo una pietra come ce ne sono centinaia. Devi fare dei passi indietro.
E Sammi accetta questo loro gioco. Si esibisce per il suo uomo
È come danzare per un pubblico che ci tiene
Ma in tutte le belle favole d’amore, alla fine deve fare la comparsa il mostro, forse solo a ricordarci delle nostre fragilità e che
Dio ci ha disegnato con la matita e si è dimenticato di ripassarci con l’inchiostro
E nulla dura per sempre.
Non durò.
Non perché fosse una cosa bella, e si sa, sono quelle che finiscono prima.
Non durò perché niente dura.
Neanche le cose medie.
Neanche quelle così così.
Cristiano Cavina sceglie una scrittura diretta, ma scarna, quasi crudele nel suo essere essenziale. Non si perde in fronzoli, come Sammi e Diego non si perdono in preliminari
Ottanta rose mezz’ora è un romanzo che senti con i sensi, con tutti i sensi, nonostante
“le parole ne usano solo un paio.”
È un romanzo che parla di peccato e lo fa a partire da quella bellissima dedica che l’autore fa a colei che ha saputo vedere attraverso i suoi peccati. È uno romanzo visivo: Cristiano Cavina riesce a farci vedere anche quel poco che non ci racconta. E, con la scelta di filtrare tutto attraverso gli occhi di Diego, rende noi stessi voyeur: vediamo Sammi, vediamo le foto e i video, vediamo quella coda di cavallo e quella sua camminata da ballerina, la vediamo fare l’amore, la vediamo lottare, ma anche soffrire ed essere, in fondo, così sola.
Approfondimento
“…e nessun tipo d’amore è meglio di un altro” recita Lou Reed nell’esergo del libro. Ed è ciò che ci dice Cristiano Cavina in ogni pagina di questo suo splendido romanzo.
Un romanzo che, nonostante la sua durezza, riesce a essere dolce, riesce a preservare la sua dose di purezza. Ed è soprattutto Sammi ad apparirci pulita, ma violata dalla crudeltà della vita: da quel mostro, quel mago cattivo che, come nel Lago dei cigni, alla fine arriva. Arriva sempre.
Ottanta rose mezz’ora pagina dopo pagina ti resta appiccicato addosso e, alla fine, si deposita lì: tra cuore e stomaco.
A chi lo consiglio? A chi non ha paura di confrontarsi con una storia a suo modo feroce, a chi ha paura di guardare oltre l’abisso, oltre le proprie zone stagne. Ma, soprattutto, a chi sogna.
Monia Merli