
Autore: Diana Gabaldon
Pubblicato da Corbaccio - Luglio 2015
Pagine: 533 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Romance

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Giugno 1778. Nell’infuriare caotico della battaglia di Monmouth, Claire Fraser viene ferita gravemente ed è in pericolo di vita. Jamie, terrorizzato all’idea di perderla non ha un attimo di esitazione ad abbandonare la divisa di generale per restarle accanto. Ancora una volta insieme e innamorati più che mai pur tra mille avversità, Jamie e Claire si trasferiscono a Philadelphia, a casa di amici, i Fergus, intenzionati a ricostruirsi una vita. Intanto, nel 1980, Brianna comincia a pensare che il posto più sicuro per lei e i suoi bambini sia proprio il passato, dove, forse, potrà ritrovare Roger, suo marito. Ma viaggiare nel tempo con due bambini piccoli può essere molto rischioso...

Il quindicesimo romanzo della serie di Outlander, saga ormai diventata di fama mondiale anche grazie all’monima serie TV, si sviluppa nel giugno del 1778 in America e nel dicembre del 1980 in Scozia. Se non avete letto i romanzi precedenti, riassumiamo la prima parte della storia solo per entrare meglio all’interno dei fatti: la Francia dichiara guerra all’Inghilterra, l’esercito britannico abbandona Philadelphia e, in queste circostanze, Jamie Fraser, creduto morto per annegamento, ricompare per scoprire che il suo migliore amico ha sposato sua moglie, Claire. Contemporaneamente il conte di Ellesmore scopre di essere suo figlio e che suo nipote Ian Murray vuole a tutti i costi sposare Rachel Hunter, una quacchera, di cui lui è segretamente innamorato. Mentre Claire teme che uno dei suoi due mariti uccida l’altro, nel XX secolo, in Scozia sua figlia Brianna versa in una situazione alquanto critica. Jem, il suo primogenito, è scomparso, rapito da Robert Cameron, il quale ha saputo del mistero dei cerchi di pietre e dei viaggi nel tempo. Roger, padre di Jem, convinto che il bambino sia stato portato indietro nel tempo, decide di fare un tentativo e, accompagnato dal suo antenato Buck, affronta il viaggio a ritroso ma qualcosa d’imprevisto accade. Nella seconda parte della storia ci troviamo a Monmouth nell’infuriare della battaglia, che vede la vittoria definitiva di George Washington, Claire Fraser è ferita gravemente, Jamie teme di perderla e la porta a Philadelfia a casa dei Fergus, loro amici.
Prigioniero di nessuno è un romanzo corposo diviso in due sezioni: nella prima la storia si svolge in America durante appunto la guerra d’indipendenza. Nella seconda invece ci ritroviamo in Scozia nel dicembre del 1980: Jem è ancora intrappolato in un tunnel buio, e Brianna scopre la terribile verità che Roger e Buck hanno viaggiato indietro nel tempo per cercarlo. Jem figlio di Brianna è in grave pericolo. Brianna deve combattere le forze misteriose e negative per ritrovare suo figlio scomparso. La parte storica del romanzo si concentra principalmente sulla battaglia di Monmouth, narrata in maniera affascinante.
Approfondimento
Mi è piaciuto molto come Diana Gabaldon abbia aggiunto alla fine del suo romanzo un capitolo Nota dell’autore, che comprende molte informazioni storiche essenziali per contestualizzare meglio gli eventi, e che abbia inserito a metà del romanzo un’interessante guida pratica del viaggiatore nel tempo per spiegare il passaggio temporale e spaziale tra i due periodi storici e luoghi geografici.
Il romanzo storico è uno dei miei generi preferiti e Diana Gabaldon è molto brava nel creare sapientemente l’atmosfera del tempo. Lei è in grado di mostrare in modo sottile gli orrori della guerra d’indipendenza quanto di descrivere l’amore profondo tra alcune delle coppie principali. Mi piace anche, infine, come con semplicità sia riuscita a inserire in Claire la sua stessa passione per le scienze ambientali che comprendono la botanica, la biologia e i trattamenti medici naturali.
La Gabaldon ha uno stile di scrittura molto scorrevole, accurato nelle descrizioni dell’ambientazione, usa sia una prosa lenta sia una prosa veloce a secondo gli episodi su cui si vuole soffermare maggiormente, nel raccontare poi le storie d’amore non scade mai in narrazioni troppo mielate.