
Autore: Aline Ohanesian
Pubblicato da Garzanti - Giugno 2016
Pagine: 282 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori moderni

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Quando, durante la lettura del testamento del defunto Kemal, esce il nome di Seda Melkonian, nella stanza cala il gelo. Chi è questa donna? Perchè Kemal ha deciso di lasciarle proprio la casa di famiglia? Toccherà al nipote Orhan trovare una risposta a queste domande raggiungendola e facendosi raccontare la sua storia; una storia fatta di segreti e di ferite ancora aperte ma, anche, una storia d'amore e di sopravvivenza che aiuterà Orhan a riscrivere il passato della sua famiglia.

«Si, attento. Sai cosa dissero gli alberi quando l’ascia andò nella foresta?»
«No, che cosa?» chiede Orhan.
«Il manico è uno di noi», risponde con il suo sorriso ambiguo.
Orhan aggrotta le sopracciglia confuso.
«Non capisco. Io sarei l’albero o l’ascia?» chiede.
«Chi lo sa?» conclude lei.”
Turchia, 1990. Orhan è su un taxi diretto a Karod, il paese dove è nato e cresciuto. È partito da Istanbul non appena ha appreso del suicidio del nonno Kemal: un veterano di guerra che, in seguito, aveva creato un’azienda che esporta tessuti in Italia ed in Germania. Giunge alla casa natale appena in tempo per la lettura del testamento. Nella stanza, oltre al notaio, ci sono già il padre e la zia Fatma. Restano tutti a bocca aperta quando il notaio legge che la casa di famiglia – quella in cui il padre di Orhan e la zia Fatma vivono tutt’ora – dovrà andare a Seda Melkonian, una perfetta sconosciuta. L’unico modo per far si che ciò non accada è trovare la donna e farle firmare un’offerta di compensazione al posto della casa. È con questa intenzione che Orhan raggiunge la novantenne Seda: una donna arrabbiata che tenta in tutti i modi di fuggire dai ricordi del suo passato. Orhan è sopratutto deciso a scoprire chi è quella donna e, in particolare, cosa la legava a suo nonno?
Seda, inizialmente chiusa e scontrosa, riesce finalmente ad aprirsi con il giovane e a raccontargli la sua triste storia. Una storia che minerà alla base alcune delle più grandi convinzioni del ragazzo e che lo porterà a rivalutare il suo passato.
La donna che ha davanti è come un arazzo antico i cui fili fittamente tessuti potrebbero raccontare una storia notevole, se solo sapesse come districarli. Basterebbe trovare un filo allentato, e tutto quanto rotolerebbe fuori da quelle labbra serrate.
La trama di Raccontami dei fiori di gelso si divide tra il 1990, anno in cui avvengono i fatti di cui sopra, e il 1915, anno in cui la Turchia si allea con la Germania e si appresta a entrare in quella che sarà la Prima guerra mondiale. Il 1915 è anche l’anno in cui inizia la persecuzione degli armeni cristiani e la loro deportazione.
Sono quelli gli anni in cui le vite di Seda e di Kemal si incontrano per poi prendere strade diverse, ma entrambe intrise di tristezza e dolore. Sono gli anni in cui i due si rincontreranno di nuovo, diversi da come si erano lasciati ma ancora innamorati. Purtroppo il destino ha previsto che non sarà per sempre.
Approfondimento
«Quello che tuo nonno non capiva è che la forza si manifesta con diverse sembianze. Non monta sempre un cavallo possente o brandisce una spada scintillante. A volte dobbiamo essere come la sponda di un fiume, che si piega e si incurva con la terra, resistendo alle onde e alle correnti. E che sopporta.»
Non è semplice scrivere un romanzo che parla di fatti così tristi e crudeli senza cadere nel melodrammatico e nelle frasi fatte ma Aline Ohanesian ci è riuscita. Parlami dei fiori di gelso è una storia dura che, capitolo dopo capitolo, ti lascia senza parole. È un romanzo che racconta la cattiveria umana, il dolore che riusciamo a provocare ai nostri simili.
Aline Ohanesian non scende nei particolari storici del genocidio armeno ma ci lascia, invece, la voglia di andarsi ad informare per saperne di più. La storia d’amore tra i due giovani protagonisti fa da contorno a quella che vuol essere una denuncia nei confronti di uno dei più atroci crimini della storia umana.
Un mare di stelle luccicanti, blasfeme nella loro maestosità, illumina la notte scura. Come osano brillare su così tanta sofferenza?
Raccontami dei fiori di gelso è un romanzo da leggere a cuore aperto, dedicandogli il giusto tempo e la giusta attenzione. Una storia che lascia allibiti e con molti punti su cui riflettere. In particolare, sono più colpevoli coloro che compiono il male o quelli che negano che il male sia mai stato compiuto?
«Fai del bene e gettalo nel mare» insiste lui.
«Se i pesci non lo riconoscono lo farà Dio» termina lei al posto suo.
Sara Pessione
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