
Autore: Moira Pearce
Pubblicato da Elliot - Maggio 2019
Pagine: 256 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Scatti
ISBN: 9788869937019

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Un ritratto della borghesia americana di mezza età degli anni Sessanta, tra pettegolezzi al vetriolo, drink, vizi e virtù. Un quadro ironico, elegante e comico del periodo della vita che conduce inesorabilmente verso il tramonto dell’esistenza, quando angosce, colpi di testa, rimpianti e rancori hanno il sopravvento e l’eccentricità rappresenta la nota dominante.

La chiesa di Leicester non era antica, poiché era stata edificata negli anni Venti dopo che l’edificio originario era andato distrutto in un incendio. Progettata da un architetto che subito dopo si era dato all’agricoltura, fu costruita in economia usando la pietra locale, la quale, trattandosi del marzo, le conferì una certa dignità. Non eccelleva in grazia e bellezza, né all’interno, né all’esterno. In quella soffocante giornata di luglio, la presenza di Medusa Nash in una bara diede alla chiesa un qualche interesse-macabro, forse- che altrimenti non avrebbe avuto
Comincia così il romanzo di Moira Pearce, pubblicato per la prima volta nel 1960 e seguito da un solo altro lavoro, pubblicato nel 1971.
L’incipit è simpatico, originale ed eccentrico: a Leicester, cittadina del Massachusetts nella quale si sono rifugiate un gruppo di famiglie borghesi provenienti da Boston e stanche della metropoli, l’attenzione di tutti è catturata da un funerale. Eh già! Medusa Nash è la prima, nella cerchia di questo composito gruppo, ad essere morta ed ora parenti ed amici, che stanno assistendo alle esequie, non possono fare a meno di pensare che ciascuno di essi ha già compiuto il famoso giro di boa e potrebbe essere il prossimo.
Nel corso del servizio funebre di Medusa, vengono presentati la maggior parte dei personaggi del romanzo. Si tratta di un mix di ricchi e borghesi, amanti delle bevute e del pettegolezzo: c’è Lily, sposata con John, che non disdegna lo sguardo di Arthur, marito di Jayne, che indulge nell’incavo tra i suoi seni abbondanti. C’è Harold, marito della defunta Medusa, che è stato colpito da un ictus che lo ha reso parzialmente disabile ed ha messo fine alla sua carriera di impenitente donnaiolo ed ora deve essere accudito dalla sorella, impeccabile direttrice di un collegio femminile. E poi c’è Cora ed il marito ed ancora Betty, artista eccentrica e grande amatrice, specie di ragazzi molto più giovani di lei.
C’era senz’altro una cosa da dire a favore di Betty ogni volta che il suo carattere veniva messo in discussione, come spesso succedeva. Era indipendente. Preferiva arrivare e, se possibile, andarsene in piena autonomia. Disdegnava coloro che, vedove o divorziate, si aspettavano di essere prelevate e riaccompagnate a casa dagli amici o, più probabile, dai mariti delle amiche…
Poco accade nelle oltre duecento pagine del romanzo. C’è un debole tentativo, da parte di Miss Nash, di scaricare il fratello a qualcuno del gruppo di amici e conoscenti (e sarà proprio la persona più improbabile a decidere di farsene carico, al termine del racconto). C’è chi, dopo aver visitato l’anziana madre ricoverata in una struttura, deciderà di commettere un adulterio, salvo poi tornare dal marito ed accudirlo amorevolmente a seguito di un ricovero con conseguente intervento chirurgico.
Le idiosincrasie, i tic, le fissazioni dei vari personaggi non mutano nel corso della narrazione e ciò può finire per rendere la lettura un po’ statica e noiosa. L’unica consapevolezza è legata allo scorrere del tempo e all’avvicinarsi del fine vita, consapevolezza che finisce per creare uno sfondo piuttosto cupo ad una lettura altrimenti alquanto comica, ironica e schietta.
Approfondimento
Come si diceva, alla fine del romanzo nessuno dei personaggi è cambiato, nessuno è divenuto più saggio. La storia semplicemente svanisce. Questo è, forse, ciò che lascia un po’ di amaro in bocca al termine della lettura e questo è, di nuovo forse, il motivo per cui questo romanzo- che a seguito della prima pubblicazione aveva ricevuto parecchie recensioni positive- è caduto nel dimenticatoio ed è stato piuttosto trascurato.
Non si sta certo parlando di una pietra miliare nella storia della letteratura o nello sviluppo del romanzo; tuttavia va detto che Tramonti, seppure un po’ debole dal punto di vista strutturale, regala al lettore qualche ora di osservazioni divertenti, argute ed intelligenti. Il libro non è del tutto divertente, come potrebbero essere i lavori di P.G. Wodehouse, né è del tutto elegante, come lo sono le opere di Jane Austen. Sono pagine in cui umorismo e tenerezza divengono strumenti che raccontano gli anziani ed i problemi dell’invecchiamento, problemi che, ad onor del vero, di umoristico hanno purtroppo ben poco.
Connie Bandini