
Autore: Oriana Fallaci
Pubblicato da Bur - Settembre 2010
Pagine: 645 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Opere di Oriana Fallaci

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Un romanzo-verità, crudo e appassionato. L’incredibile storia di Alekos Panagulis, eroe della resistenza greca nella lotta ai colonnelli e compagno di vita di Oriana Fallaci. Un libro indimenticabile, un grido di amore e disperazione, un inno alla libertà.

È il primo maggio del 1976: Alekos Panagulis, eroe della resistenza greca nella lotta contro la dittatura dei colonnelli, perde la vita in un misterioso incidente automobilistico. Pochi giorni dopo, in occasione dei funerali, milioni di persone si accalcano per le strade di Atene al grido di “Zi, zi, zi! Vive, vive, vive!”.
È da qui che comincia Un uomo, dalla fine, dalla conclusione della storia di un uomo che è vissuto e morto da uomo. A raccontarcela è Oriana Fallaci, sua compagna di vita, che ad Alekos aveva promesso questo libro, affinché ciò che avevi sofferto non andasse completamente perduto. Ecco, dunque, il motivo di quella dedica iniziale, semplice e bellissima:
Γιά σένα
Per te.
La narrazione continua, tornando al 1968. Panagulis ha appena tentato di assassinare il tiranno Papadopulos ma il suo piano è fallito. Ha provato a fuggire ed è stato catturato; gli hanno offerto di collaborare ma, irremovibile, ha rifiutato. Seguono pagine strazianti, in cui Oriana racconta con bravura indicibile le indicibili torture fisiche e psicologiche patite da Alekos durante la prigionia. E gli interrogatori, i processi, le condanne a morte mai eseguite, gli scioperi della fame, i ripetuti tentativi di fuga… Sono anni durissimi, quelli di Boiati, ma né i maltrattamenti dei carcerieri né l’isolamento in una cella così angusta da esser soprannominata “la tomba” riescono a strappargli la speranza nel futuro, la capacità di sognare, l’ispirazione a tradurre in versi la rabbia, il dolore, i pensieri: «Non ti capisco, Dio. / Dimmi di nuovo. / Mi chiedi di ringraziarti / o di scusarti?». E nel frattempo, in Grecia e all’estero, il caso Panagulis assume grande rilevanza mediatica e la sua fama si diffonde nell’opinione pubblica. Alekos diviene un eroe del popolo. Ma, si sa, il popolo dimentica in fretta i suoi eroi…
Oriana Fallaci incontra Panagulis nel 1973, dopo la sua scarcerazione. Volata ad Atene per intervistarlo, se ne innamora subito, da subito riamata, dell’amore più pericoloso che esista: l’amore che mischia le scelte ideali, gli impegni morali, con l’attrazione e coi sentimenti. Ed ecco che Un uomo si fa anche fedele diario della storia di un amore estremo, coraggioso, tormentato. Alle sue pagine Oriana lascia in custodia i ricordi di anni brevi ma intensi. Racconta le battaglie politiche, affrontate vestendo i panni di Sancho Panza che segue il suo impavido – o incosciente? – Don Chisciotte, e i momenti di smarrimento, tanti, e la fiducia reciproca mai venuta meno… Non narra le gesta di un eroe ma quelle di un essere umano, di cui non tace né debolezze né cedimenti. Il risultato è il ritratto di un personaggio al contempo epico e autentico: quello di un Uomo.
«Alekos, cosa significa essere un uomo?»
«Significa avere coraggio, avere dignità. Significa credere nell’umanità. Significa amare senza permettere a un amore di diventare un’àncora. Significa lottare. E vincere. Guarda, più o meno quel che dice Kipling in quella poesia intitolata Se. E per te cos’è un uomo?»
«Direi che un uomo è ciò che sei tu, Alekos.»
[da Intervista con la storia, 1974]
Approfondimento
Un uomo è la favola di un poeta ribelle, di un eroe solitario. Ma una favola senza lieto fine. È la storia di chi si è battuto per la verità, per la giustizia, per la libertà, andando contro tutti i poteri e tutti i potenti, senza arrendersi mai. È il racconto di una vita vissuta al massimo, senza compromessi, rischiando sempre il tutto per tutto, al motto di Rouge ou noir, le jeu est fait, rien ne va plus. È il romanzo di un uomo con la U maiuscola, che è stato vittima della sua stessa vita. Ma è anche il riscatto di una donna innamorata. È il suo canto d’amore, triste e tenace, che si leva da queste pagine e ci entra nelle orecchie come un coro assordante: “Zi, Zi, Zi! Vive, vive, vive!”.
Un uomo è un libro che indigna e ferisce, che commuove e scuote le coscienze. Straordinaria è la sua forza coinvolgente, che molto deve alla scelta della narrazione in seconda persona. Il ritmo incalzante, lo stile graffiante e incisivo, e l’equilibrio solido e perfetto fra il tono distaccato della cronaca e quello appassionato del romanzo, fanno di quest’opera una delle vette letterarie del nostro ‘900.
«Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie,
lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità.»
Angela Saba