
Autore: Katharine Kilalea
Pubblicato da Fazi - Agosto 2020
Pagine: 220 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Le strade
ISBN: 9788893255684

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Al di la della finestra priva di vetri, l’alba viola col suo orizzonte scarmigliato pareva più grandiosa, e più potente. Tutto era esattamente identico a com’era sempre stato…ma c’era qualcosa di confuso nel modo in cui i miei occhi registravano il mondo…le cose erano sul punto di non essere sé stesse…che fosse proprio il collante che teneva insieme gli oggetti del mondo a essere diventato vecchio e debole.

Il signor Field è stanco, triste, scoraggiato. Da quando la sua carriera artistica ha subito un brusco stop in seguito a un incidente ferroviario, si è ritirato a Città del Capo, dopo aver acquistato una casa in riva al mare che aveva notato in una rivista.
Ci si trasferisce in piena estate, da solo. Sua moglie Mim arriverà qualche settimana dopo, ma ormai a malapena si parlano: con lei accanto la solitudine sembra ancora più forte.
Il signor Field passa le giornate a non fare nulla, nell’ozio più completo. Però il suo non è il riposo di chi è stanco per il troppo lavoro o di chi ha voglia di staccare la spina per godersi qualche attimo di relax. È piuttosto un ozio disperato, irrequieto, quello di chi vorrebbe fare qualcosa, ma non sa cosa e neanche perché dovrebbe farla. E intanto i giorni passano, scanditi solamente dai suoi pensieri, mentre tutto il resto del mondo pare vivere benissimo senza di lui, come sua moglie che fa le valigie e, senza dirgli nulla, sparisce dalla sua vita.
Ora che la casa è a sua completa disposizione non sa come reagire: da un lato la nostalgia per la sua vita passata, dall’altro l’appagamento dovuto alla libertà conquistata, al centro il continuo lavorio della sua testa alla ricerca di spiegazioni e risposte che non troverà.
Pensavo a Mim ma non spesso. Avevo nostalgia di lei ma non particolarmente… Non mi mancava nel modo in cui dovrebbe mancarti qualcuno che ami. E la verità che qualche volta arrivavo perfino ad apprezzare i piccoli, inaspettati piaceri della mia situazione. Come il silenzio, o la prevedibilità delle giornate trascorse in solitudine.
A un certo punto, però, la sua solitudine, protratta nel tempo, comincia a fargli scherzi facendogli sentire e vedere cose che non ci sono. Nei suoi pensieri si infiltra la voce di Hannah Kallenbach, vedova dell’architetto che ha costruito la casa dove ora lui abita. È lei che gliel’ha venduta. Nella sua mente con questa donna intesserà un dialogo silenzioso che lo porterà a volerla vedere e sentire più vicina fisicamente. Comincia con l’appostarsi prima in prossimità della sua casa, poi addirittura sotto la finestra del suo soggiorno da dove, stando anche ore, si sazia dei rumori e delle voci provenienti dall’interno che alla fine gli diventano indispensabili.
E così il signor Field si ritrova a passare le giornate aspettando il momento di entrare nella bolla di sapone che si è creato ad hoc inserendosi, non visto, nella vita altrui. Riuscirà mai a riavere la sua?
Approfondimento
Va tutto bene, signor Field è il romanzo di esordio di Katharine Kilalea, una giovane scrittrice sudamericana. Nonostante l’autrice scriva molto bene, questo non è un libro facile da leggere. Non sono gli avvenimenti di per sé che costruiscono il racconto, bensì il continuo dialogo che il protagonista intreccia col suo Io più profondo. È il viaggio nella mente di una persona che non sa più bene cosa vuole da se stesso e dal mondo, non sa più neanche chi è.
Mi guardai così intensamente e così a lungo che, come accade quando si è stanchi o ci si sta osservando da un po’, vidi me stesso ad una certa distanza, come se fossi qualcun altro. che aria triste che ha, commentò quella voce interiore…Perché? Per cosa?
Per il protagonista l’idea del mare, di quella casa che spunta dalle pagine della rivista quasi chiedendogli di raggiungerla, in un primo momento sembrano colmare la sua sete di realizzazione, ma una volta adattatosi al nuovo ambiente si ritrova di nuovo di fronte all’uomo che è, alla sua vita che non cambia semplicemente facendo le valigie e traslocando.
Può fuggire quanto vuole il signor Field, può provare a rifugiarsi in tutto ciò che è materiale, nella futilità del mondo esterno, ma prima o poi dovrà fare i conti con se stesso e trovare il coraggio di guardarsi dentro.
La Kilalea è stata molto brava nel mettere in evidenza i vari stati d’animo del protagonista con la sua scrittura fluida e a tratti poetica, eppure non posso affermare di essere stata catturata da questo libro. Probabilmente è semplicemente una questione di gusto personale. Rimane comunque un testo ben scritto che consiglio di leggere a chiunque abbia voglia di addentrarsi nei continui chiacchiericci della mente umana.
Aira Ria