
Autore: Lynne Truss
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2015
Pagine: 166 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Le strade blu

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
📙 Acquista online
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Un ex bibliotecario di Cambridge si rifugia al mare alla ricerca di tranquillità e riposo. Dopo aver ricevuto sulla mail alcuni file misteriosi sulla storia di due gatti e dei loro proprietari, passerà dal rischio di annoiarsi a quello di non uscirne vivo. Dopo aver letto questo piccolo capolavoro, non guarderemo più un gatto nello stesso modo quando ci farà le fusa.

Alec, ex bibliotecario, ha da poco perso l’adorata moglie Mary e ha deciso di rifugiarsi per qualche settimana in un cottage sulla costa inglese per cullare il suo dolore in tranquillità. Dopo alcuni giorni di lacrime, lunghe passeggiate in compagnia del cane Watson e pasti frugali, sente la necessità di distrarsi e si ricorda di aver portato con sé il computer portatile contenente sicuramente qualcosa d’interessante da leggere. In particolare ritrova una cartella di file, denominata “Roger”, inviatagli per e-mail da un ex collega della biblioteca, il dottor Winterton. Il primo documento è la trascrizione di un dialogo avvenuto alcune settimane prima tra il signor Wiggy e il suo gatto Roger. Vi sono poi altri appunti scritti, file audio e alcune foto.
Wiggy è un attore di trentacinque anni che, durante uno spettacolo, viene contattato telefonicamente dalla sorella Jo per un problema riguardante il gatto di quest’ultima, Roger. Essendo al momento impegnato, Wiggy si reca al cottage della sorella il giorno dopo trovando l’abitazione deserta: Jo e il suo terrier Jeremy sono scomparsi, lo smarthphone in carica ma irrimediabilmente danneggiato da urina di gatto, sulla scrivania un binocolo e un foglio con annotati gli orari di alcuni avvistamenti. Cosa aveva visto Jo? E come mai sembra essere sparita nel nulla, mentre Roger sta placidamente appollaiato su una sedia? In realtà il bel gatto tigrato dagli occhi verdi vuole raccontare a Wiggy la sua storia, ma purtroppo le trascrizioni s’interrompono.
Alec fa rientro a Cambridge deciso a chiedere spiegazioni al dottor Winterton sulla documentazione: non riuscirà a elaborare il lutto per la scomparsa della moglie e a riprendere una serena esistenza perché resterà invischiato in una faccenda che non potrà ignorare, coinvolgendo la biblioteca in cui ha lavorato per anni e, forse, la stessa Mary.
Il gatto venuto dall’inferno è sicuramente il prodotto di una mente sottile e geniale e solo in minima parte questa affermazione è giustificata dai numerosi riferimenti letterari e filosofici di cui il romanzo è ricco. I personaggi sono dipinti in maniera eccezionale, a partire da Wiggy che è il “tonto” della situazione e risulta disarmante per la sua candida semplicità. Roger è un gatto elegante e raffinato, fa le parole crociate e ama leggere; è evidente che Wiggy non sia il suo interlocutore ideale e l’effetto finale è esilarante.
La storia si legge velocemente ma non perché sia effettivamente breve: si è risucchiati, trascinati inevitabilmente fino alla fine della vicenda. La brevità inoltre non penalizza la trama, che è sufficientemente complessa e perfettamente articolata; vi è lo spazio per rivelare i vari elementi uno dopo l’altro, talvolta in modo inatteso. Particolare la presenza di più forme narrative: prosa pura alternata a dialoghi in forma di sceneggiatura teatrale, per concludere con le domande a scelta multipla che Alec si pone per valutare la propria reazione alla vicenda.
Nonostante la storia contenga numerose scene cruente e sanguinose, il ricordo che lascia è quello di una lettura spassosa: molti passaggi inquietano, fanno salire la tensione ma quando l’ansia raggiunge l’apice viene spezzata da un elemento che fa letteralmente scoppiare a ridere. Quest’altalena di emozioni rende difficile capire se si abbia a che fare con un horror o con una commedia e per il lettore è una sensazione incredibile.
Approfondimento
Ne Il gatto venuto dall’inferno un elemento centrale è la leggenda delle nove vite dei gatti, che in realtà sembra siano nove solo nel Regno Unito, mentre per gli altri paesi sono sette. Comunque per la maggior parte delle persone questa credenza si riferisce semplicemente alla loro capacità di sopravvivere a incidenti, grazie anche al loro notevole equilibrio. Nel Medioevo questa sorta di dote li ha portati a essere spesso perseguitati come messaggeri del demonio e forse è da qui che attingono i fatti narrati: nel romanzo infatti il significato è letterale, cioè alcuni gatti possono superare davvero otto morti, in una sorta di processo di autoperfezionamento che li renderebbe immortali sotto la protezione di Satana.
Nel dubbio, indipendentemente da quanto a lungo possano vivere, credo che continuerò a tenermi alla larga dai gatti come ho sempre fatto.