
Autore: Francesco Muzzopappa
Pubblicato da Fazi - 14/06/2018
Pagine: 237 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le meraviglie

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Chiara lavora per la televisione, il suo compito è quello di creare casting per reality. Chiara lavora troppo, lavora sempre, in una Milano dove il tempo libero è un lusso che lei non si può permettere. Specialmente ora che è arrivato un nuovo capo il cui scopo pare essere quello di tagliare parecchie teste. Come se questo non bastasse, un giorno la casa di riposo “sfratta” suo padre e Chiara si trova a doversi interfacciare e a gestire un genitore con il quale ha un rapporto molto tiepido. E se questo non fosse proprio un problema, ma l’inizio di una svolta?

Chiara Lombroso è una casting director alla Videogramma e passa le sue giornate a selezionare talenti o personaggi che credono di avere un talento, alcuni di loro sono dei veri e propri “casi umani” che in televisione, però, vogliono avere uno spazio. Chiara vive sola, non ha un fidanzato, non ha mai voluto avere figli. Lavora, lavora parecchio, e avere del tempo libero, per lei, non è una possibilità
“Lavoro talmente tanto che la mia vera me non la incrocio mai. Mi sveglio troppo presto al mattino e rincaso troppo tardi la sera per farci conversazione … Siamo nel ventunesimo secolo, io vivo sola e di parità in casa non ha senso parlare, perché sono single e quindi dispari.”
Un giorno riceve la telefonata dalla casa di riposo che ospita suo padre, Massimo Lombroso, un critico letterario del Corriere della Sera, ora in pensione e affetto da demenza selettiva; un padre che crede di essere il nonno di Heidi e che vede in lei, appunto, Heidi. Le cose paiono precipitare per Chiara: la gestione di un padre del quale non ha tempo, né voglia di occuparsi, il nuovo capo al lavoro che le affida un compito non suo con il ricatto del licenziamento, la ricerca di una badante, o di un badante, dato che in casa Lombroso farà il suo ingresso Thomas (o Peter) e le cose inizieranno a cambiare.
Francesco Muzzapappa riesce a raccontare una storia fresca e, a suo modo, rosa, utilizzando un linguaggio e uno sguardo ironico sulla realtà del lavoro e di una grande città frenetica, che lascia davvero poco tempo per le relazioni sociali; rivelandoci che, forse, questo tempo dobbiamo pretenderlo e prendercelo.. Muzzapappa disegna dei bei protagonisti (Thomas/Peter è forse anche troppo bello, quasi irreale, ma ci sta in una storia che vuole essere, a mio avviso, anche una favola metropolitana: e una favola senza principe azzurro non ha senso di esistere): Chiara/Heidi con il suo voler apparire forte, ma con una insicurezza nemmeno tanto latente, con i suoi dubbi e il suo sentirsi, in fondo, così incompleta, quasi fuori luogo ovunque
“Se digitate su Instagram #disperazione è probabile che la prima immagine che esca sia la mia”
Massimo, il papà, o nonno di Heidi, che non ricorda il nome della figlia, ma sa citare a memoria titoli di romanzi russi, in russo
“Scaccio una mosca posata sul bordo del suo piatto.
Non farlo!, urla mio padre.
Perché?
Potrebbe essere Kafka.”
E poi tutti i personaggi di contorno, comprese le decine di comparse alle audizioni, che propongono talenti insoliti e assurdi, che l’autore descrive con ironia, portandoci alla risata certa.
E Milano è protagonista essa stessa, con il suo modo di essere, con i suoi abitanti che si destreggiano tra lavoro, pausa pranzo e aperitivo, tra ticket e parole che paiono essere vezzeggiativi (“vinello” non vino – “paninetto” non panino) e i suoi tramonti dove
“Pare che una bottiglia di Campari si sia versata in cielo…” e un tramonto così può essere solo un tramonto milanese.
Ci pare quasi di non leggere, ma di vedere scorrere le scene nello schermo di un televisore. E la protagonista stessa ci incita a farlo, sussurrandoci “guardate” o “come potete osservare”. Ci parla direttamente, ci mostra la storia in quello schermo.
Heidi pare scritto da una donna trentenne che vive a Milano. Muzzopappa in questo è magistrale, leggendolo dimentichi completamente l’uomo che sta dietro alla scrittura. Heidi è un libro moderno, giovane, da leggere in leggerezza, ricordando che, a volte (o forse spesso) la leggerezza è terapeutica. Heidi è un libro non banale, e lo è soprattutto grazie allo stile utilizzato. Insomma Muzzopappa ha scritto un romanzo capace di strappare una risata, ma anche di suscitare emozione e, in fondo, anche di farti pensare un po’ e capire che è giunta l’ora di fermarsi e di dedicarsi più tempo o di dedicarlo alle “cose” che contano davvero. Forse è giunto il tempo di volersi più bene.
Approfondimento
Ci sono libri adorabili, libri da consigliare a ogni amica, o persona, che ha bisogno di sorridere, di dimenticare e di credere che per quanto non sembri possibile, per quanto a volte ci si senta così scombinate e inavvicinabili, una possibilità c’è sempre. Ci sono libri che hanno la grazia e la consistenza di una piacevole commedia americana, libri che vorresti abbracciare perché ti hanno fatta sentire bene.
Heidi è uno di questi libri.
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