
Autore: Jean Baptiste Del Amo
Pubblicato da Neo Edizioni - Marzo 2018
Pagine: 267 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Rilegato
Collana: Potlach

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📙 Versione Kindle
📙 Acquista online
Il sale racconta la storia dei cinque componenti di una famiglia di Séte, piccolo e ridente paese situato a sud della Francia. Vessazioni, prepotenze, violenze hanno prodotto squarci laceranti che, a distanza di decenni, i protagonisti del romanzo portano marchiati sulla propria carne.

Louise decide di riunire a cena i suoi figli, Fanny, Albin e Jonas, andati via da tempo.In attesa dell’incontro, ognuno ripesca nella memoria pezzi di un passato doloroso, vissuto sotto la tirannia di Armand, padre rabbioso e violento. Marinaio abbronzato, muscoloso, statuario, Armand aveva fatto innamorare di sé Louise che accettava e giustificava le sue assenze, i modi sempre più bruschi, i violenti rimproveri ai figli, soprattutto al più piccolo, Jonas, che terrorizzato dagli attacchi d’ira del padre, amava rifugiarsi tra le braccia della mamma per essere protetto. Jonas era omosessuale e ciò contrastava con la concezione mascolina che il padre aveva della vita. Accusava la moglie di essere eccessivamente protettiva e dolce con il piccolo e apertamente elogiava Albin, diventato la sua ombra, ma ugualmente terrorizzato dal padre che rincasava ubriaco, mortificava la moglie davanti ai figli, alzava pesantemente le mani con tutti.
Louise, incapace di proteggere i ragazzi, assisteva in silenzio allo scempio dell’infanzia dei propri figli. Appena adulti, i tre giovani decidono di andare via. Non solo il passato è stato duro con loro, ma anche la vita che con difficoltà si costruiranno, riserverà dolori, sofferenze e sconfitte.
Approfondimento
Leggendo Il sale il lettore pian piano, senza accorgersene, si trova come seduto in prima fila, nella platea di un teatro, in una poltrona alquanto scomoda. Pochi gli spettatori.
Davanti a lui, sulla scena avanzano, una alla volta, delle quinte con su figure illuminate da una luce, bassa, fredda, sinistra. In un sussurro, i ricordi rigurgitano.
Prima la madre Luise .
Ha invitato i figli a cena, “ …per non avere la sensazione di abitare una carcassa, un relitto decisamente troppo grande…” in cui “..niente le arrivava, nessuna immagine, nessun suono, nessun sentimento, senza essere impastato del ricordo di Armand…”.
Sussurra frammenti di una vita di solitudine, accompagnata da violenza e da colpevoli silenzi. La luce si sposta su Fanny che, poco lontana dalla madre, in un grido soffocato chiama Léa, la figlia morta per essersi sfracellata sugli scogli. Non riuscirà più ad amare, neanche il figlio Martin. Dalla destra la luce si accende su Albin, il figlio che con grande fatica, fin da piccolo, ha sopportato gli insegnamenti del padre, “le cose necessarie ad essere un uomo”: la durezza dei marinai, l’amore per Sète e per le donne. Era fuggito via, in cerca di amore. La luce si sposta su Jonas, il figlio omosessuale, oggetto di continui e violenti attacchi del padre, l’unico che va via prima degli altri, in cerca di amori esibiti senza pudori.
Sul fondo, al centro della scena, una luce proveniente dall’alto, si accende su Armand che guarda i figli e dall’abisso della sua infanzia, non sussurra ma grida il terrore provato per un padre violentissimo che, davanti a lui ed al fratello picchiava la madre per farla abortire lasciandola in un lago di sangue; e l’orrore della guerra, la fuga in Francia per sfuggire alle rappresaglie tedesche, stipati insieme al fratello ed al padre su di un treno come bestie, tra il fetore di chi non era riuscito a sopravvivere. E’ la prima volta che il padre rivela la ferocia della sua infanzia, le terribili esperienze dovute ad una guerra che, marchiando tutti, rende feroci tutti quelli che ne escono vivi.
Il sale di Del Amo mi è sembrato più una sceneggiatura che un racconto. Tutto è già avvenuto, niente accade o accadrà. E del già avvenuto arrivano i lamenti. I personaggi non si incontrano, da adulti non sono insieme mai. Insieme si ritroveranno a cena, ma il lettore è escluso, resta fuori, non li può vedere. Come i figli che sono rimasti fuori dall’infanzia di un padre che ha patito anche più di loro.
È una scrittura dura, scarna, essenziale.L’evocazione lenta di pezzi di vita, che a tratti si interrompe per poi riprendere, rende la lettura alquanto faticosa. E’ una storia di spessore e qualità che però a livello narrativo patisce. Non ci sono confronti. Neanche scontri. E non c’è perdono.
[amazon_link asins=’8854514829,8871068874′ template=’ProductCarousel’ store=’leggacolo-21′ marketplace=’IT’ link_id=’d4650ca5-7b12-11e8-b022-eb5969c7df4f’]