
Autore: Kjell Ola Dahl
Pubblicato da Marsilio - 2017
Pagine: 384 - Genere: Noir
Formato disponibile: Brossura
Collana: Farfalle

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Nella notte di un caldo sabato di agosto, Ivar Killi, poliziotto in congedo, viene ucciso con un colpo di pistola a bruciapelo a pochi passi dal dipartimento di polizia di Oslo.

L’Angelo Nero ha per protagonista l’Ispettore Gunnestranda, del dipartimento di Polizia di Oslo.In una calda notte di agosto, davanti al pub Asylet una rissa, creando scompiglio, mette in fuga molti avventori del locale.
Un colpo di pistola, sparato all’improvviso, uccide Ivar Killi, poliziotto in congedo per malattia, ma anche indagato per metodi violenti usati, precedentemente, durante l’ interrogatorio di un giovane sospettato. Molti gli intrighi, i segreti, i sospetti dei colleghi della vittima, convinti da subito che l’autore del delitto sia un giovane di origini marocchine, visto, quella notte, insieme ad amici, sul luogo dell’omicidio.
L’indagine è affidata all’Ispettore Gunnanstranda, lo stesso che, tempo prima, aveva denunciato Killi e fatto scattare un’indagine a suo carico. L’anziano poliziotto ritiene si debba procedere interrogando tutti coloro che, quella notte, avrebbero potuto aver visto, dai palazzi di fronte, qualcuno o qualcosa al momento dello sparo e far chiarezza su un omicidio del quale non è chiaro il movente. Malumori, insofferenze, rivalità di molti colleghi che mal sopportano il carattere scontroso e intransigente di Gunnastranda, fanno sì che il capo Dipartimento Rindall lo sollevi dall’indagine e lo sposti alla sezione persone scomparse. Dovrà collaborare con Frolich che è impegnato nell’indagine sulla scomparsa dell’avvocato Arne Welhaven, che l’anziano Ispettore Gunnanstranda ricorda di avere avuto come compagno di scuola.
Approfondimento
Due sono i casi intorno ai quali ruotano le indagini di questo interessante poliziesco. L’uccisione di un poliziotto, Ivar Killi. La scomparsa di un avvocato, Arne Welhaven. Le vittime di tutte e due i casi sono in qualche modo collegate all’ispettore Gunnenstranda che, a dispetto dei suoi colleghi e soprattutto dei suoi capi, scopre rapporti molto stretti tra l’avvocato Welhaven, la psicologa Hoff che lo aveva in terapia, il poliziotto Peter Bull, amico del defunto Ivar Killi, il giovane accusato dell’omicidio e la giovanissima Veronika Lange, fotografata da Killi senza veli, imbavagliata e legata ad una sedia.
La scena madre non è quella del delitto che, di solito, nel giallo tradizionale, resta avvolta nel mistero fino a quando l’autore la rivelerà, descrivendola minuziosamente. Qui la scena madre è quella che svela il colpevole.
Dall’inizio il lettore, insieme all’Ispettore, brancola nel buio; ma poi, quando già l’assassino sembra destinato a farla franca, c’è un colpo di scena, uno scacco matto al colpevole che resterà incastrato nella rete predisposta da chi , fino alla fine, non si arrende alla sconfitta della giustizia. Gli elementi del poliziesco ci sono tutti. I personaggi, man mano che l’autore li mette in scena, sembrano tutti incolpevoli, innocenti, privi di qualsiasi movente. Poi, qua e là, compaiono indizi, tracce piccole che rivelano al lettore qualcosa di inaspettato, che lo tiene ancor di più sulla corda.
La scoperta dell’assassino non è facile, data la sfilza dei personaggi coinvolti nei due casi delle indagini. Man mano che il giallo procede, i colpevoli sembrano più di uno, e sempre più, quelli appartenenti alle forze dell’ordine. Poi si scopre alla fine che, come in tutti i grandi polizieschi, il colpevole è uno. Il personaggio principale del libro è l’ispettore Gunnenstranda, protagonista di altri polizieschi di Kjell Ola Dahl, autore del libro L’Angelo nero.
Anziano, basso di statura, con capelli riportati stranamente da un lato all’altro della testa, mal sopportato da molti colleghi del Dipartimento di polizia. Subito amato, però, dal lettore che lo segue, anzi, gli sta accanto in tutti i momenti delle indagini. È un personaggio integro, per questo subisce ingiustizie, è malvisto dai colleghi, ha pochi amici. Ma diversamente dal lettore, non si lascia confondere dall’aspetto sinistro con il quale lo scrittore presenta alcuni personaggi, che da subito appaiono come presunti colpevoli.
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