
Autore: Nicoletta Bortolotti
Pubblicato da Sperling & Kupfer - Marzo 2012
Pagine: 181 - Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Pandora

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Viola e Margherita. Due sorelle, un’infanzia passata insieme, ma due vite diverse, che come fili intrecciati, si perdono, si ritrovano, rimanendo comunque parte di un’unica matassa.

È Margherita a raccontarci, attraverso queste pagine, la vita di due sorelle, di una famiglia un po’ sfilacciata, di un mondo che cambia senza aspettare nessuno.
Da piccole lei e Viola, la sorella minore, erano sempre assieme. Lei più timorosa, terrorizzata dal non essere abbastanza, Viola temeraria, incontrollabile, persa tra le nuvole. Sognavano di vivere in una casa di Lego, come quelle che la sera costruivano con il padre: un rifugio in cui ripararsi dal mondo esterno, chiuso da un recinto così che nessuno potesse entrare né scapparsene fuori. Eppure il tempo passa inesorabilmente per tutti, e anche Viola e Margherita sono travolte da questo vortice. Sono cambiate le acconciature dei capelli, il mondo ha continuato a girare, gli anni sono passati.
Quel padre che avrebbe dovuto proteggerle dal mondo è volato in una terra lontana che sapeva di mare, lasciandole da sole davanti alla vita che è entrata a fiotti dalla porta lasciata aperta.
È arrivata l’adolescenza, e con lei tutti i dubbi, le paure, le nuove esperienze. È arrivato il momento dei grandi amori, che per Viola duravano una settimana al massimo e per Margherita non sono mai davvero iniziati.
Poi è arrivata anche l’età adulta e le vite delle due sorelle, come i due capi di uno stesso gomitolo, hanno iniziato a intrecciarsi e allontanarsi, a perdersi e rincontrarsi. In un romanzo che ha il gusto di una lettera aperta a una sorella, Margherita parla a Viola dopo otto anni di lontananza, immergendoci in un mondo fatto di colori tenui e ricordi nostalgici, scorci di vita attuale e riflessioni sul passato. Nicoletta Bortolotti ci regala una storia fatta di affetti e ricordi, in un tono dolce e leggero, racchiudendoci per qualche ora in una bolla di sapone entro cui la realtà tutta risulta attutita.
Approfondimento
E qualcosa rimane è uno di quei libri che ti regalano una coccola la sera, ti proiettano per qualche ora in un mondo che sa di nostalgia. Il linguaggio immaginifico di Nicoletta Bortolotti, le sue allusioni ai cambiamenti che il mondo ha subito dal 1973 a oggi, il riferimento al cambiare delle acconciature dei protagonisti ci mostrano come tutto sia in continua, ininterrotta evoluzione. Eppure, sebbene cambino le mode, quei punti fissi derivanti dall’infanzia rimangono, persistono. Scompare la famiglia, si separano i genitori, ma ancora Margherita sogna la casa di Lego, e passa la vita misurando la propria felicità con il felicitometro di cui le parlava il padre.
Anche il rapporto con Viola nel tempo si è modificato, è diventato sempre più astratto, così forte sul piano emotivo eppure fin troppo labile in realtà: eppure, dopo otto anni di silenzio, le due sorelle si parlano come se si fossero appena lasciate, discutendo di “Beautiful” e di vacanze al mare, senza sapere nulla l’una dell’altra eppure conoscendo ogni pensiero profondo delle due anime. Ecco che le pagine ci proiettano in questa realtà dai rumori ovattati, in cui tutte le esperienze di vita si srotolando davanti a noi senza rimorsi, per raccontarci una storia fatta di quotidianità, e per questo speciale.
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