
Autore: Mark Vanhoenacker
Pubblicato da Mondadori - Maggio 2016
Pagine: 353 - Genere: Autobiografico, Letteratura di viaggio
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Ingrandimenti

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Tutti sognano di poter volare. E quando qualcuno vola per mestiere, sa di doversi aspettare miriadi di domande relative alla sua professione ogni volta che conosce nuove persone. Mark Vanhoenacker, primo ufficiale della British Airways, non fa eccezione, e nel suo libro si propone di rispondere a molti dei numerosi interrogativi riguardanti la vita dei piloti di linea.

Una mia amica canadese è originaria di una cittadina nell’interno della Columbia Britannica. Quando le chiesi di dove fosse, sorrise, scosse la testa e mi disse che proveniva da un posto che non potevo conoscere, una cittadina minuscola in cui le scuole non chiudono a meno che la temperatura non scenda sotto i -40 °C. Quando però mi disse il nome, Williams Lake, toccò a me fare un sorriso a trentadue denti: “La conosco, Williams Lake: ci passo ogni due o tre mesi”.
Come migliaia di ragazzi in tutto il mondo, l’amore di Mark per gli aerei inizia in tenera età, con modellini che riceveva in regalo o che assemblava lui stesso. Ma la decisione di dedicarsi pienamente al volo nacque in seguito, durante la sua prima visita alla cabina di un pilota. Il percorso per diventare pilota non è affatto semplice, né privo di imprevisti, ma il nostro eroe non si perde d’animo, e si dedica con tutto sé stesso alla realizzazione del suo sogno.
Dopo un iniziale periodo di impegni e sacrifici, Mark riesce finalmente ad ottenere il tanto agognato brevetto di volo e, poco tempo dopo, il suo primo contratto. Che emozione essere finalmente dall’altra parte della cabina di pilotaggio! La vita non è semplice nemmeno l’ dentro: problemi come il jet lag, il place lag, la scomodità degli orari di viaggio, i periodi di riposo forse troppo brevi e l’impossibilità di stanziarsi definitivamente in un posto fisso costituiscono una sfida non indifferente, ma Mark è determinato e non si lascia scoraggiare facilmente. E dopo anni e anni di esperienze, svariati velivoli provati, delusioni, sacrifici, successi e un’infinità di tratte internazionali, sorvolando panorami mozzafiato in tutte le nazioni del mondo, Mark ha finalmente deciso di regalarci un’avvincente guida alla vita del pilota d’aereo.
Le civiltà marittime, come quelle mediterranee, usano ancora molti nomi arcaici per i venti – Bora, Scirocco, Khamsin. Oggi in Inghilterra c’è un solo vento con un nome simile, lo Helm, famoso per spazzare, con il suo tipico fischio, il versante occidentale dei monti Pennini nella contea di Cumbria. Ma è facile immaginare che il cosiddetto “vento protestante” che respinse l’Armada spagnola lontano dalle coste inglesi possa essere stato un nome informale per il vento dell’est (soffiarono anche venti “papisti”, circa un secolo dopo, per ritardare l’arrivo di Guglielmo d’Orange).
Approfondimento
Tutti sognano di poter volare non è la solita autobiografia di una star, né il solito romanzo narrante le gloriose gesta dell’eroe della porta accanto. È piuttosto la storia della realizzazione di una persona attraverso quella del suo più grande sogno: volare, volare e ancora volare. La commistione di toni e l’argomento trattato sono in grado di soddisfare tutti i possibili lettori, e anche quando si entra nel linguaggio tecnico-specifico dell’aeronautica, con le nomenclature dei venti, delle strumentazioni di bordo e dello slang dei piloti, la lettura procede scorrevolmente grazie alla chiarezza di Mark nelle spiegazioni e alla sua capacità di destreggiarsi tra gergo e linguaggio comune in maniera fluida e armoniosa.
Teso di cui consiglio la lettura, soprattutto se siete amatori del volo e volete qualche lettura con la quale avvicinarvi a questa pratica.
Immaginate di guardare in alto, una mattina, e di vedere un Nilo o un Rio delle Amazzoni in cielo, di un azzurro leggermente più scuro, una scia blu luminosa e scintillante, che serpeggia nel cielo a nord della vostra città, e che in poche ore si sposta a sud. Eccezion fatta per il sole, questi fiumi celesti sarebbero lo spettacolo più maestoso del mondo.
Andrea Margutti