La Repubblica di oggi, 13 Giugno 2009
La libertà dell’informazione è un principio fondamentale. Giorgio Napolitano, al vertice Uniti per l’Europa, mette la libertà di stampa tra i cardini della cultura e del sistema politico del continente in un momento di grande polemica nel nostro Paese: “Bisogna aver fiducia nell’attaccamento delle opinioni pubbliche ai principi liberali, particolarmente a quello della libertà e del pluralismo dell’informazione”, ha detto Napolitano.
“Non possiamo avere dubbi – prosegue Napolitano – sull’importanza fondamentale dei principi che comunque devono presiedere all’attività di informazione nei paesi dell’Unione Europea. In merito alle situazioni nazionali sull’applicazione di questi principi però non possiamo entrare nel merito”.
Ora mi chiedo, italiani chiedetevi: se noi non possiamo entrare nel merito, chi lo può fare? Chi altro lo farà? Chi altro è interessato a preservare i principi sani della corretta e libera informazione se non gli stessi beneficiari? Il nostro presidente della repubblica in pratica ci ha detto oggi: L’Europa e L’Italia riconoscono che la libertà è un principio fondamentale, irrinunciabile per il popolo, com’è il diritto del lavoro, della giustizia applicata equamente per esempio. Però, dell’Italia non parliamo, non possiamo parlarne.
E perché? Forse perché i cittadini non possono vedere il marasma comico di imbarazzanti comportamenti dei media, puntare il dito contro chi deliberatamente passa sopra a questo principio per fare del puro servilismo ai suoi padroni?
Queste dichiarazioni, imbarazzanti, per un rappresentante del governo, sono il termometro a mio parere di quanto “le cose vadano come si vogliono far andare”. E da semplice cittadino, non coinvolto da nessuna forma politica, mi sento imbarazzato dal comportamento di queste testate giornalistiche, telegiornali, che non fanno altro che reggere i pantaloni a chi ha o vuole il potere, a tutti i costi. E tra tutti i costi, il più salato che paghiamo noi cittadini, è non sapere cosa succede veramente nel nostro Paese ed il perché. E con il non sapere viene sempre meno la voglia di sapere.
Ecco perché c’è ancora chi, oggi, ha la stima, la fiducia verso certe persone, certi partiti, certe promesse lunghe da decenni. Sarebbe più difficile scoprire e accettare le verità che ci son state filtrate. C’è ancora chi crede davvero che l’uomo cambierà il corso del futuro in meglio. Ma c’è sempre più chi crede che “l’uomo stia dominando l’uomo a suo danno”.