Chi sei? L’hai scoperto? Cosa sei? Te l’hanno mai detto? Ti hanno mai pregato di sparire? Ti hanno mai lasciato alle tue foto e arrangiati, mettiti in piedi da solo, che la tua famiglia sei tu. Che il sangue che ti scorre non importa da dove viene e non importa dove finisce. Ti hanno stretto mai la giacca così forte da stroppicciarla per restare? Ti sei mai messo a stirare i centrini mentre il resto del mondo crolla? L’ho fatto oggi. Ma non è che il mondo cade da oggi… Una pazzia in più cosa sarà mai? La fine, comunque, l’inizio comunque. Il continuo, comunque, della tua esistenza. Allora non voglio sapere cosa vale la pena e cosa no, grazie.
E tu lo hai voluto mai sapere, cosa valeva, vale la pena per me? Non mi sono accorto.
Scusa, sono stato sbadato. Forse. O forse molto attento. Le facce che non mi ricordo, che sono scomparse sempre da dentro il tuo viso.
Vieni a dirmi che mi hai insegnato. Vieni a dirmi che mi hai salvato. Almeno una volta. Vieni con la tua faccia a dirmelo.
Ma sai già…non ti convincerai. Ma almeno ci fossi a salvarmi. Non ne ho bisogno. Ma almeno ci saresti.
Perchè sono di nuovo qui, con gli schiaffi sulla vita, e sono arrabiato per quei centrini così belli per un salotto che non ho. Mentre mi perdo tutto quello che non mi hai dato tu, tutto quello che non ho imparato a tenere come invece hai fatto tu così bene.
Tenere il lavoro anche se non è per te. Tenere la bella faccia.
E fare quello che i problemi non li ha mai. Che i problemi li hanno gli altri, i poverini. Fare sempre la cosa giusta che viene dalla testa. Cos’è il cuore? Serve nella vita? Ce l’hai? E da chi l’hai preso?
E poi andare avanti imperterriti. Chi può dirti cosa fare se non uno solo. E l’hai ascoltato?
No, io non sono così. E se sto andando a fondo in qualcosa lo dico, e lo scrivo, e mi prendo la colpa. Ma resto. Non scappo.
A fare le brutte figure davanti a una ragazza che mi vuole bene e a cui devo spiegare perchè ho trascurato i miei doveri, perchè non mi son preso le responsabilità. A fare le brutte figure davanti a persone che non mi conoscono e non mi vorranno conoscere a questo punto. A dire scusate, sono fatto male, ma c’è ancora tempo. A graffiare il pavimento su quel poco che mi è rimasto sapendo che è poco.
A dire va bene mi rimetto in gioco. Perchè posso.Ma sai cosa sto copiando da te? Sto mandando via tutte le cose che dovrei tenere per davvero vicine. Con la differenza che io so che sono davvero lì..importanti… Quelle dentro e quelle fuori che vogliono vivere di me, per me. Le sto tenendo in cantina, perchè ci vuole il coraggio per..oh sì..ce ne vuole..per tenersi. Per essere veramente qualcuno davanti a qualcuno in certi momenti.
Per essere guardati in faccia dopo che si è gettata la spugna. E tornare sui propri passi e giudicarsi. E non piacersi. E riprendere la spugna.
E’ più facile passare sopra le opinioni degli altri, vero? Come dire: non mi tocchi. Nessuno di voi mi tocca. Ma vi trascino con me al buio.
Ma mi sto stancando di essere questo briciolo di te. Voglio essere una parte di buona di te. Non la debolezza che hai mascherato nella tua forza. E non voglio ricordare che per te sono niente. Che per te sono una saetta da cui non hai imparato. Che per te sono un account di posta elettronica, e una foto da qualche parte, e un numero che non fai da anni, che sono quello che ti ha messo a nudo e criticato davanti a chi non volevi, per il nostro bene. Non voglio pensare che sono notizie attraverso altri. Che sono chilometri che non vuoi accorciare. Che non sei disposto a darmi qualcosa che mi manca, anche se ho 25 anni. Che le spinte non sono mai arrivate da te. Che se un giorno troverò la vita vuota per aver perso tutto non andrò da te a recuperare qualcosa che non c’è. Non voglio ricordare il tuo pugno sulla porta. Le minacce, io che salgo le scale e so di avere ragione su un argomento stupido su cui non mi imporava avere ragione, mentre volevo solo te. Solo te. Che capissi chi sono come l’hanno fatto tutti gli altri che mi vogliono bene. E che apprezzassi quel piccolo di buono.
Non voglio ricordare le porte sbattute, che se fossero state aperte ora saprei qualcosa di come farcela. Di come si combatte la vita.
Non voglio ricordare tutte le volte che non mi hai preso vicino te, sulle tue gambe, che non c’eri di proposito.
Perchè sono una grossa grana a volte. Meglio star tranquilli.
Non voglio ricordare che non sai se mangio o no, se esco con la barba sfatta, e se vado dietro alle ragazze oppure ho la testa apposto.
Che non sai se ho un senso ancora da farti conoscere,una persona da farti vedere, una cosa che ho imparato sulla pelle che voglio condividere. Che non sai se sono un uomo. Che non sai mai e mai e mai..
Non voglio ricordare ma ricordo. E questo è il mio difetto. Io torno alle foto. Io non ce l’ho un cestino per le belle e le brutte immagini del passato. E quando ho bisogno mi stringo in me stesso e cerco quello che devo trovare da solo. Grazie. Da solo.
Dove sei? Non dove sono io.