Quante volte ce lo siamo domandato: i libri possono davvero guarirci? Abbiamo giá parlato della Book Therapy qualche mese fa. Probabilmente non ci siamo mai dati una risposta eppure eccoli lì, i libri, pronti a consolarci ogni qualvolta ci sentiamo tristi. Le pagine, fitte di storie altrui, ci hanno spesso offerto il passaporto per viaggi lontani, e noi pronti a inseguire mète sconosciute pur di dimenticarci i nostri affanni, i nostri dolori. E c’è chi, su questa domanda irrisolvibile, ha scritto dei libri. Già nel 2011, Nina Sankovitch pubblicava il toccante Se per un anno una lettrice (Rizzoli) nel quale raccontava di come fosse riuscita a superare la sofferenza causata dalla malattia della sorella leggendo un libro al giorno per un anno.
Se la scelta della Sankovitch potrà sembrarci radicale e non “per tutti”, sicuramente l’idea proposta dalle inglesi Ella Berthoud e Susan Elderkin ci farà tutt’altro effetto. E’ ora nelle librerie la loro ultima fatica letteraria, Curarsi con i libri edito da Sellerio. Tra le pagine di questo volume, scritto quasi come fosse un libro di ricette, ritroviamo un consiglio utile per tutti i lettori: “Qualunque sia il vostro disturbo, la nostra ricetta è semplice: un romanzo (o due) da prendere a intervalli regolari”.
I libri, dunque, si fanno medicina e si “assumono” a intervalli, una dose alla volta. Ovviamente, ogni tipo di disturbo avrà il suo farmaco, cioè il suo libro. Per il mal d’amore si può scegliere Bel canto di Ann Patchett o si può andare sul sicuro con l’immancabile di tutte le librerie, ossia Goethe e il suo giovane Werther. La rabbia? Si cura con Il vecchio e il mare di Hemingway, un classico di tutti i tempi, rilassante al punto giusto come una tisana alle erbe. E se si ha bisogno di un pizzico in più di speranza, basterà leggere Uomini e topi di John Steinback per fornirsene.
Ma non finisce qui! Per i disturbi più gravi, come l’omofobia, serviranno le pagine tormentate e illuminanti del Maurice di Forster, il romanzo che Pasolini definì – giustamente – “un capolavoro”. Per il razzismo, invece, le due autrici consigliano la lettura di un altro classico imprescindibile: Uomo invisibile di Ralph Ellison.
E se tutto questo potrà sembrarvi assurdo, considerate che la Berthoud e la Elderkin non si fermano di certo qui: esistono, a loro dire, anche delle letture utili a combattere i mali fisici. Proprio così. Mal di denti? Anna Karenina, per consolarsi con il povero Vronsky, sofferente dello stesso terribile fastidio. Per trovare refrigerio tra gli starnuti dell’allergia al polline, invece, sarà conveniente sfogliare Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne e immaginare di essere lì, nell’oceano profondo, lontani anni luce dalla causa del nostro malessere. E se la nostra vera malattia è avere un partner che non legge, “convertirlo o lasciarlo” è la cura tagliente e ironica consigliata dalle autrici. Non era forse Molière a scrivere “libri e matrimonio non vanno d’accordo”? Potete anche leggere la nostra recensione a Curarsi con i libri.
E voi, avete mai curato i vostri dolori coi libri? Che ne pensate?
p.s. la selezione per i contributi al libro si è ormai conclusa ma, se volete darle un’occhiata, è ancora aperta nel web.
fonte: Il fatto quotidiano