Vi siete mai confessati online? Che siate credenti o meno probabilmente almeno una volta avete confessato qualcosa di veramente segreto in un posto che sembrava intimo come un confessionale.L’avete spifferato un pochino indecisi magari, in una chat, e il vostro confessore era un perfetto sconosciuto. Proprio per quel motivo l’avete scelto. Non è così?
A volte si cede nell’illusione che il virtuale resti lontano, lì dove appare, e non possa incontrare il reale. Un’illusione liberatoria oppure pericolosa. Perché un segreto in rete può spostarsi molto velocemente e far sviluppare situazioni del tutto inaspettate.
In questo spazio virtuale che occupiamo ogni giorno un nuovo collettivo di scrittori, dall’identità ancora ignota, si è messo in gioco ideando uno scenario di scrittura unico. Leggere a Colori è lieta di essere tra i primi a parlarne: si tratta di una storia a puntate pubblicata su un blog che è strettamente collegato all’interazione degli stessi personaggi su Facebook. La prima Social Network Novel. In sostanza chi scrive lo fa utilizzando piattaforme diverse unite tra loro ma, di fatto, fa dipendere le sue ispirazioni e le sue storie dai rapporti che ha sui social e con il social. Proteggendo naturalmente la propria identità e quella di chiunque altro.
È una realtà molto spassosa a dire il vero, ma non solo, è un continuo scavare in quella natura umana che si è plasmata al digitale: fornisce uno specchio attraverso il quale sarà inevitabile rivedere i nostri comportamenti, le attitudini, i paradossi di un’era in cui il digitale e la tecnologia in genere sembrano prevalere sul caro e vecchio rapporto umano. Chi siamo veramente? Ciò che sosteniamo o riferiamo è attendibile? Quanto c’è di reale e quanto di puramente soggettivo nella nostra comunicazione, nel nostro “lasciarci andare da tastiera”? Quanto “pesano” veramente le sensazioni, le emozioni, quanto sono definitive le verità che escono sotto forma di parole ed emoticon da una tastiera?
3 aspetti che rendono speciale la Social Network Novel
La trama
Cinque persone comuni, con diverse storie alle spalle, tutte in qualche modo difficili o mancanti di qualcosa, fondano su Facebook un gruppo di scrittura di nome Penitenziagite. Ognuno di loro scrive con un nickname ispirato a un personaggio letterario: Sherlock Holmes, Madame Bovary, Wolverine, Jorge Da Burgos, Capitano Achab. Periodicamente il gruppo individua un profilo a caso utilizzandolo come argomento per scrivere racconti, inventando storie intorno a quel profilo, a quella persona, cercando di immaginare quali segreti possa nascondere.
Ogni personaggio, a turno, sceglie il profilo FB a cui ispirarsi. Per primo tocca a Sherlock, che sceglie il profilo di una bella ragazza, Dalia Parenti, una blogger. I cinque membri del gruppo posteranno su Penitenziagite i loro racconti ispirati a Dalia e poi… tutto può succedere. Come in ogni vita reale che si riversa in una virtuale.
I racconti sono pubblici, così Dalia li leggerà e questo avrà pesanti conseguenze sulla sua vita reale, perché Dalia ha davvero qualcosa da nascondere, l’assassinio non premeditato ma volontario, insieme al suo amante Guido, del marito Arturo. I due si sentiranno smascherati e scopriranno che ci sono dei misteriosi personaggi online che sanno tante cose su di loro.
La curiosità: per amore della verità
E noi? Noi siamo curiosi, la curiosità ci divora, siamo dei protagonisti non partecipanti. Perché in fondo non siamo diversi da loro e quindi vogliamo assicurarci di come sarà la fine per prevedere la nostra. Brillante, a tratti noir, il racconto stringe il cerchio e il paradosso strappa un sorriso. Un bel progetto di scrittura creativa completamente gratuito che si può seguire rimbalzando tra il blog uncadaverenellarete.come e la seguente pagina Penitenziagite che che ospita i racconti, su cui si possono anche spiare i discorsi privati dei cinque personaggi del gruppo, visto che si trovano su una pagina pubblica!
La community e il punto d’incontro tra i lettori e gli autori invece è sulla pagina che trovate qui sotto, dove non mancano divertenti momenti interattivi.
Il contatto diretto: l’interazione
A questo punto potrebbe venirvi voglia di interagire. Perché? Ma per curiosità. Non siamo sui social per questo motivo? Chissà come potrebbe rispondervi il Capitano Achab, ad esempio. Con una rivelazione? Con una falsa pista? Seguendo questo progetto presto sarà possibile scoprirlo.
Un’idea di scrittura ben strutturata grazie a una trama fuori dagli schemi che fa leva sulla curiosità per la ricerca della verità e la possibilità del contatto diretto con i personaggi e quindi, in qualche modo, con la storia. Se deciderete di leggere Penitenziagite sarà principalmente grazie a questi tre punti di forza.
I personaggi lungo questo tragitto si sono sorpresi nello scoprirsi, voi sarete pronti a farlo? Avete il coraggio? Soprattutto avete la curiosità?
Sì? Allora è sufficiente accendere il computer o accedere dal cellulare, cliccare sul link e iniziare con la prima breve puntata della Social Network Novel. Ci ritroveremo appassionatamente lì!
Chi non è morto o in galera su Facebook si ritrova, e a volte pure quelli.