Quando una donna di Mavie Parisi
(pubblicato nel novembre del 2012 dalla Giulio Perrone editore)
Quando una donna ritiene di meritare di più dalla vita. Quando ciò diventa ossessione. Quando l’ossessione porta al delitto. Quando il delitto fa perdere il senso delle cose e il confine del possibile. Quando la vita concede una seconda chance, ma il passato si fa scomodo…
Zaira, una giovane e valida aspirante chirurgo, si invaghisce del suo potente e sposatissimo primario, Sergio. Conquistarne cuore, cognome e posizione sociale, oltre alle facili attenzioni, è l’idea fissa che poco alla volta divora la sua fragile personalità.
All’inizio il destino, aiutato dalla morte misteriosa della prima moglie di Sergio, sembra compiersi, fino a quando…
Un noir emotivamente teso, seducente nell’eleganza del linguaggio e nella ricercatezza di luoghi ed atmosfere, conduce il lettore verso il piacere continuo della scoperta, che sembra non appagarsi mai se non nell’imprevedibilità di una storia sensuale e sconvolgente.
…Zaira andò in bagno per riprendere fiato e riflettere un attimo sulla situazione. L’irrealtà del momento le rimbalzo addosso. Sergio non c’era e non ci sarebbe stato più. Pareti e stanze lo avevano dimenticato, ora era il suo turno. La pelle di quella donna, seduta sulla punta della sedia nel soggiorno di casa sua, ne raccoglieva adesso le carezze. La visione dei loro corpi intrecciati non le dava tregua. Era più della semplice immaginazione, lei li vedeva proprio come fossero davanti agli occhi. La morbidezza densa e consistente delle cosce di Alessia che si schiudevano, mentre le mani di Sergio poggiate sulle spalle, iniziavano a scivolare lungo l’interno delle braccia fino a che le dita lunghe e nodose di lui intercettavano quelle di lei inchiodandola al capezzale. L’onda unanime delle schiene che si inarcavano. Poi la tensione cresceva. A quel punto, come stesse guardando un film dell’orrore, Zaira girò la testa per distogliere gli occhi dalla scena.
– Zaira, Zaira, stai bene?
Sentì la voce di Sergio che la chiamava, ma non era un’allucinazione. Si ritrovò seduta sull’orlo della vasca.
Ma quanto tempo era passato?
Lo sentì bussare sempre più impaziente. Gli aprì. Adesso si sentiva davvero male. Era pallidissima.
Si ritrovarono tutti e tre nel salotto, lui e Alessia da un lato, a fare corpo unico, e lei di fronte.
Alessia sembrava più giovane di quanto le fosse apparsa dentro l’auto, forse per contrasto con l’aria adulta e stanca di Sergio.
Portava un abitino blu e turchese con le maniche lunghe tagliate di sbieco a formare una punta che le copriva la mano.
Orlo e scollatura a ballerina erano orlati da un bordo viola all’uncinetto.
Zaira notò tutti i particolari perché quel vestito le piaceva molto, in quel momento avrebbe voluto trovarsi nei panni dell’altra, in tutti i sensi.
…Adesso si accorgeva anche del ventre ricco e fecondo che tirava la stoffa un po’ sui fianchi producendo delle pieghe diagonali.
Eppure era sicura che quella pancia prima non c’era, era come se la presenza di Sergio l’avesse fatta gonfiare. L’aveva messa incinta un’altra volta, lì, davanti a lei, un’occorrenza che si ripeteva ogni volta che stavano vicini. Un miracolo si sarebbe detto, ma Zaira era più propensa a credere che fosse una maledizione.
E purtroppo avrebbe continuato a enfiarsi, suo malgrado, caparbiamente, come una pustola umida sulla sua anima.
All’improvviso non ebbe più voglia di vederseli intorno. Voleva che Alessia scomparisse portandosi dietro l’abito turchese e blu insieme a Sergio, così diverso, ora, semplicemente un uomo che non aveva mai deciso della sua vita, trascinato dalle voglie, dagli eventi e dalle opportunità. Incapace di puntare i piedi e di guardare il mondo con i propri occhi.
– Sto meglio – disse
I due uscirono, e lei rimase sola e consapevole.
Sergio era morto, lasciandole in eredità solo macerie…
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(il primo alle pagine non indispensabile ma molto gradito)