Siamo bambini ma un po’ cresciuti, giustamente ora giochiamo con il fuoco. Ha detto il giudice che usciremo con la condizionale, la condizione sarà di non farlo più per le prossime quattro ore. Tu dovrai portare a spasso uno dei miei sorrisi, io dovrò smettere di girare a vuoto e di vincere con le strategie. Ha detto il sindaco “vi dichiaro innamorato e innamorata, adesso potete scambiarvi il peggio e lasciarmi andare a pranzo”.
Come un lunedì, aprono anche le saracinesche dello stomaco. Non siamo tre metri sopra il cielo, non tocchiamo il cielo con un dito piuttosto siamo qui in mezzo alle terra a vivere, con la gravità delle cose e delle persone che schiaccia le lacrime verso il basso, con apparenze da spezzare, cose da ridimensionare e piccoli gesti da far diventare prevalenti e forti. Sentirsi fortunati, perdenti perché qualcosa bisogna perdere, sentirsi molto e il suo contrario.
Come si entra nella metro di Londra, ma noi obliteriamo le giornate alle sette con l’abbraccio sotto le coperte.
Recidivi, eccessivi, esigenti. Ha detto il sindaco, perché siamo tornati sedici volte. Secondo il giudice tra quattro ore potremo di nuovo maneggiare il fuoco dei brividi. Sorridi.