Renzo Solo era un uomo che aveva da poco superato il mezzo secolo di vita. Ha vissuto in totale solitudine, dopo la morte dei genitori, fino alla data di cinque anni fa quando per strada trovò un cucciolo di fox terrier abbandonato evidentemente da qualche bipede senza cuore. Il cucciolo venne battezzato Teo e d’allora i due vivono una vita intensa di coppia. Renzo che aveva sempre avuto una malinconia e vuota esistenza si sentiva finalmente amato. Ogni volta che rincasava dopo il lavoro non veniva più accolto da un pesante silenzio ma da un essere a quattro zampe scodinzolante ed esultante. A Teo spettava l’onere di ascoltare i racconti del suo padrone che spaziavano dalla giornata lavorativa alla sua biografia post nascita. La sera condividevano un piccolissimo letto ad una piazza e Renzo leggeva favole al suo piccolo amico e gli rimboccava pure le coperte. La presenza del cane al suo fianco nelle passeggiate gli permetteva di fare nuove conoscenze anche con la razza umana, soprattutto del gentil sesso cosa che a lui era mancata negli anni precedenti dove creava un muro di silenzi tra lui ed il resto del mondo.
Tutto sembrava andare per il verso giusto ma un giorno Renzo uscì un attimo lasciando la porta socchiusa. Quando rientrò in casa scoprì con orrore che Teo era sparito. Teo era sgattaiolato fuori, vittima del suo istinto animale, ma la sua fuga era durata poco poiché andò a sbattere contro un Porcari P50 rossa che a tutta velocità lo scaraventò in un dirupo.
Renzo appena realizzato che il suo piccolo quadrupede era scappato si precipito subito in strada alla sua ricerca. Passò tutta la giornata chiedendo a chiunque incontrasse se avessero visto un Fox Terrier a pelo ruvido di 5 anni con un collare giallo al collo. Proseguì ininterrottamente le ricerche fino a notte inoltrata. E per giorni, giorni. Per due settimane si concentrò solo alla ricerca di Teo, non andò al lavoro e per questo fu licenziato. Dopo tre settimane dalla scomparsa del cane Renzo era rassegnato, non dormiva di notte e si sentiva perso. Mentre pensava al vuoto che ormai si stava impossessando di lui, attraversò la strada.
Una frenata, un tonfo ed un corpo steso a terra. Un uomo scese dalla sua Porcari rossa ed esclamò “Mio Dio, un’altra volta. Ma volete proprio ammaccarmi la carrozzeria”.
Renzo sentì un dolore all’altezza delle gambe poi tutto si fece nero. Ad un tratto i colori tornarono ad offrirsi agli occhi di Solo e la prima cosa che vide fu il suo amico Teo che gli correva incontro attraverso quello che era un immenso prato verde. Scodinzolando lo raggiunse e gli saltò in grembo. Un uomo con una lunga barba bianca, che aveva visto la commovente scena, li raggiunse.
“Benvenuto in Paradiso. Purtroppo i posti sono tutti occupati. C’è la crisi economica in Terra, siamo in alta stagione. Qui la gente ci viene spingendo. Non era sulla lista quindi se non ha obiezioni la rimanderemmo sulla terra”,
“E Teo?”
“Per lui c’è posto. Ormai è qui da un bel po’. Se vuole può scegliere. O lei o lui”.
“Voglio che sia lui a tornare indietro”.
San Pietro sorpreso esclamò “Ma è impazzito? Lei tornando sulla terra ha ancora una vita lunga, Teo al massimo ha ancora dieci anni da vivere”.
“Teo ha saputo riempire di senso la mia vita vuota. Sa quanta altra gente c’è che come me è sola e non ha nessuno con cui confidarsi? Come Teo ha salvato me, può fare lo stesso con qualcun altro. Rimanda indietro lui”.
San Pietro cominciò a lasciar sgorgare lacrime e subito un temporale colpì tutto il globo terrestre. Tutto si fece nuovamente buio.
Renzo aprì gli occhi, sopra di lui un cielo nuvoloso ed una pioggia violenta che batteva sul viso. Il dolore alle gambe stava via via scemando. Sentiva il viso umido ma non erano le gocce piovane. Quando riuscì a mettere a fuoco la causa di quell’umidità si trovo di fronte il muso di Teo che lo leccava. Se lo prese in grembo e, mentre il conducente della Porcari li superò inveendo contro di loro, tornarono verso casa loro dove per altri anni avrebbero reso a vicenda meravigliosi i loro giorni.
C.G