
Autore: Antonio Manzini
Pubblicato da Sellerio - Luglio 2016
Pagine: 369 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
Collana: La memoria

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I fantasmi del passato tornano a importunare e tormentare lo scorbutico e burbero Rocco Schia-vone che dovrà, purtroppo, fare i conti con il passato e la morte dell’amata moglie Marina, per far fronte ad una situazione presente.

“Noi invece? Lo sai Lupa? Lo sai cosa lasciamo noi? Una matassa ingarbugliata di capelli bianchi da spazzare via da un appartamento vuoto. Questo lasciamo.”
Il vicequestore Rocco Schiavone, oramai in “esilio” in Val D’Aosta, si troverà di nuovo faccia a faccia con alcuni fantasmi del passato che lo costringeranno a salire su un carosello emozionale che lo riporterà all’estate in cui la sua amata moglie Marina è stata uccisa davanti a una gelateria dopo averlo lasciato a seguito di alcune scomode scoperte sul suo lavoro.
Proprio in quel periodo al vicequestore capita il caso di un giovane ventenne morto accoltellato e durante le indagini un amico della prima vittima diventa vittima anch’esso. Ecco allora che l’istinto e il selvaggio di Rocco Schiavone vengono fuori e gettano le radici per un nemico che rimarrà tale per molto molto tempo.
Inizia così la mia avventura col vicequestore Schiavone. Ammetto che non è stato facile calarmi in questo personaggio non avendo mai letto nulla prima di questa serie, ma ci ho provato ed ecco cosa ne penso.
Rocco Schiavone è lo sbirro scorbutico e rude, disonesto e “imbroglione”. È per certi versi un Montalbano romano che incontra Mimì Augello che incontra l’ispettore Coliandro e che si scontra con la detective Cornell interpretata della serie tv Secrets and lies e di quest’ultimo punto non so se, fossi l’autore, me ne farei un vanto.
Onestamente non so bene cosa pensare di 7-7-2007 e proprio per questo mi trovo un po’ in difficoltà in questa recensione. È un giallo capace di evocare diversi sentimenti, capace di far pensare, riflettere, piangere e ridere. C’è secondo me un latente conflitto interiore dentro Rocco Schiavone eppure, nonostante la possibile empatia, questo sbirro risulta un po’ antipatico. Almeno a me.
Ad ogni modo questo miscuglio di sensazioni che il personaggio crea è positivo per Antonio Man-zini perché significa che è stato in grado, come infatti è stato, di creare un personaggio multi-sfaccettato e interessante e questo è decisamente un punto a suo favore, soprattutto in un periodo come questo in cui i libri che vanno per la maggiore hanno personaggi piatti, privi di spessore.
È intrigante la scrittura ed è facile da seguire. La forma non è complessa e si legge in pochi giorni, un perfetto giallo per passare il tempo insomma.
7-7-2007 lo consiglio a tutti ma a tutti dico di non aspettarsi il grande capolavoro di cui parla internet, piuttosto un libro con un protagonista che può piacere o meno, ma che difficilmente, se non piace al primo colpo piacerà in futuro.
Approfondimento
Ed eccoci al connubio cinema/serie tv/libri. Credo di aver già dato un’idea, nel corso della recen-sione, del tipo di trasposizione visiva che immagino per questo libro. Il formato lo immagino sotto forma di mini film come succede già per Montalbano sono! per il resto direi che in mano ad uno sceneggiatore giovane e innovativo e con un buon cast non necessariamente italiano potrebbe ve-nire fuori un bel prodotto televisivo. Direi che, per quanto mi riguarda, i casting sono aperti. Date una parrucca a Juliette Lewis e chiamatela Rocco se volete l’interpretazione perfetta! E guardate Secrets and lies se non mi credete.