
Autore: Tahereh Mafi
Pubblicato da Rizzoli - Giugno 2016
Pagine: 378 - Genere: Fantascienza, Young Adult
Formato disponibile: Brossura

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Juliette è chiusa in una cella da 264 giorni, senza contatti con il mondo esterno, senza nessun contatto con un altro essere umano. Questo perché Juliette ha un potere terribile e incontrollabile: se tocca una persona può ucciderla. A tenerla prigioniera è la Restaurazione, un gruppo militare al potere che intende usare il suo potere come arma. Scappare è impensabile, finché nella cella di Juliette entra Adam, un soldato semplice che scopre di essere immune al suo tocco. Il loro incontro è la scintilla che accende una speranza, la chiave che potrebbe aprire mille porte e che li porterà oltre i muri della prigione.

Inceneriscono la cultura, la bellezza che risiede nella diversità. I nuovi cittadini del mondo non saranno altro che numeri: facilmente interscambiabili, facilmente rimovibili, facilmente annientabili in caso di disobbedienza. Abbiamo perso ogni umanità.
In un futuro prossimo la terra è deserta e desolata, non ci sono più piante, più alberi, non c’è più umanità. Gli uomini sono spariti, accartocciati dalla paura che la Restaurazione diffonde, rintanati in rifugi, nascosti, confusi. Tra questa umanità nascosta e silente, c’è Juliette, chiusa e isolata da 264 giorni in una cella angusta e fredda; non sa che stagione sia, non sa che ora sia, non conosce l’alternarsi del giorno e della notte, ma soprattutto non sa più che sapore abbia il contatto con un essere umano. Juliette non è pazza, ma da sempre tutti, compresi i suoi genitori, l’hanno isolata e rifiutata, prodigio mostruoso da cui stare lontani. Perché Juliette ha un dono, un dono pauroso, mortale, incontrollabile… il suo tocco può causare la morte.
Ed è in questa cella che conosciamo Juliette, persa nei suoi pensieri, attaccata a brandelli di ricordi per cercare di non impazzire di solitudine e di alienazione. All’improvviso viene gettato nella sua cella Adam, un ragazzo spavaldo e sicuro di sé, che Juliette sente di conoscere e che alla fine riconosce perché era un suo compagno di scuola, l’unico che le avesse mai dimostrato compassione e gentilezza. Juliette però ha paura, è come un animale ferito e braccato, non si fida, non capisce cosa accade introno a lei e non interagisce mai con Adam; anela un abbraccio, un contatto, un calore umano che però respinge per evitare di fargli del male. Ma incredibilmente, in una notte agitata da incubi e dolore, Juliette si ritrova tra le braccia confortanti di Adam, che sembra essere immune dal terribile potere della ragazza. Allora tutto cambia, in un mondo asettico e claustrofobico, all’improvviso Juliette può sperare in un abbraccio consolatore, in un gesto di fiducia e di condivisione umana, forse in un amore.
Ma l’idillio dura poco e la fragilità di Juliette e il suo bisogno d’amore dovranno fare i conti con Warner, il giovane capo della Restaurazione che nutre per lei un interesse e un attaccamento morboso, rendendola suo personale trofeo ed arma inconsapevole di distruzione.
Shatter me è una storia di isolamento e di rifiuto, è la proiezione futuristica di una umanità desolata, attanagliata dalla paura, isolata, sconfitta. Juliette, sola e abbandonata, senza il conforto di un affetto, è figura di una umanità distrutta, privata degli affetti, dimentica dei legami con gli altri esseri umani. Ma è anche la storia di un amore, di un sentimento timido che nasce nel il deserto di un futuro senza più fiori, né tenerezze, è una storia di morte e di rinascita perché anche nel avvenire più buoi l’uomo non dimentichi mai che senza gli altri non è nulla .
Approfondimento
Shatter me è un romanzo duro, claustrofobico, per certi versi inquietante e ti trovi a vivere con Juliette nella sua cella, a sentire il freddo ed il caldo, la paura e la voglia di scappare; ma è anche un romanzo di grandi sentimenti, di rinascita, di amore, di fratellanza e di condivisione. È la dimostrazione che anche nel momento più buoi, la vita trova sempre la strada.
Le gocce di pioggia non smettono mai di stupirmi. Mi stupisce il modo ostinato che hanno di cadere e inciampare l’una sull’altra, di spezzarsi le gambe e precipitare senza paracadute dal cielo per andare incontro a una fine incerta, senza curarsi che esplodano nell’impatto col suolo, che vadano in frantumi sul selciato, che le persone maledicano tutti i giorni in cui la pioggia osa bussare alla loro porta. Sono una goccia di pioggia.
Romina Celani