
Autore: Stefano Mancuso
Pubblicato da Laterza - Febbraio 2019
Pagine: 139 - Genere: Non fiction
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: I Robinson. Letture

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Nessuno mai aveva pensato a una Costituzione per le piante, tanto meno a una “Nazione delle Piante”: in effetti, chi mai ci penserebbe? Le vediamo, ci piace osservarle, annusarle, tenerle come oggetti ornamentali per le nostre case e/o per gli altri luoghi nei quali viviamo, ma, a conti fatti, tutto finisce qui.
Sono belle, le curiamo ma non pensiamo all' importanza intrinseca che esse portano in sé, né a quella estrinseca che producono per il nostro Pianeta.
Eppure, le piante sono il fulcro dell’intera esistenza della nostra “Gaia” Terra: non ce ne rendiamo conto - probabilmente persino ignorandolo - ma è grazie a questi vegetali se il circolo della vita funziona perfettamente.
Un piccolo manuale che ci apre gli occhi e ci impreziosisce di un’ampia visione sull’importanza delle piante per la nostra Terra, importanza che dovremmo anteporre, per il bene del Pianeta, al quella che noi, uomini, pensiamo di avere.

I nostri diritti, si sa, sono sanciti dalla Carta Costituzionale, Carta che rappresenta per gli uomini la tutela primaria e inalienabile dei nostri fondamentali diritti: stiamo ben attenti a far sì che questi vengano rispettati e non calpestati da nessuno; allo stesso modo, di recente, numerose sono le norme che regolano, altresì, il rispetto degli animali in genere, guai a torcere loro un solo pelo: ed è giusto.
Ma, in effetti, si mai è pensato alla importanza che le piante rivestono per noi e per il nostro Pianeta?Forse no, anzi, sicuramente è così: nessuno si è mai posto il quesito, nessuno ha mai ritenuto simili vegetali tanto importanti da sancirne per iscritto i propri diritti.
Ma tutti sanno, però, che l’aria pulita che respiriamo – meglio utilizzare il condizionale e dire: che dovremmo – è dovuta proprio a loro.
La Nazione delle Piante è l’unica , vera ed eterna potenza planetaria. Senza le piante, gli animali non esisterebbero: la vita stessa sul pianeta, forse, non esisterebbe e, qualora esistesse, sarebbe qualcosa di terribilmente diverso.
La Nazione della piante ci impartisce delle profonde nozioni su quanto sia sacrosanto tutelare, da parte nostra, le piante in tutte le loro specie e vegetazioni: 8 articoli, ben esplicitati, costituenti “La Carta dei Diritti delle Piante”.
Ogni articolo, invero, tratta di uno specifico argomento, proprio come fa la nostra Costituzione.
Si parla dell’Uomo che si forgia, con presunzione, di essere il “Signore della Terra”, quindi superiorità gerarchica e si cerca di capire, con l’aiuto di sociologi e/o scienziati il motivo di questa investitura, quando, in realtà, l’uomo, oggi giorno, si rende fautore di atti tendenti a ledere l’ambiente: la sovranità, al contrario, appartiene a tutti gli essere viventi, senza predominanza di specie alcuna.
La Nazione delle Piante, ad esempio «…riconosce come diritto inviolabile l’intangibilità di qualunque calamità naturale», calamità che potrebbero essere provocate per mano d’uomo, ledendo, irrimediabilmente, l’ambiente che lo circonda.
Non esistono gerarchie, burocrazie, nella Nazione delle Piante come, invece, usualmente esistono tra gli uomini; ogni uomo tende a creare una gerarchia nel proprio ambiente e tende sempre a salire al livello superiore, anche se taluni scienziati hanno rilevato che «in una gerarchia ogni dipendente tende a salire al suo livello di incompetenza».
L’uomo, in buona sostanza, deve attuare dei comportamenti individuali che mirino al rispetto di tutto l’ambiente che lo circonda, concretizzare una difesa smodata dell’acqua, dell’aria, della terra, proprio perché tutti questi elementi rappresentano la vitalità della nostra Terra: deve combattere ed evitare la deforestazione e dovrebbe coprire di piante tutte le superficie possibili e immaginabili.
L’uomo, altresì, deve utilizzare le risorse messe a disposizione per la sopravvivenza, in maniera oculata e non farne un uso sconsiderato perché, presto o tardi, queste finiranno: le piante, al contrario, si muovono ma non si possono spostare e questo le porta a essere non solo autonome, ma anche a ottimizzare le risorse disponibili.
La Nazione delle Piante è libro scritto in maniera eccellente, dove si denota il rispetto assoluto della grammatica e della sintassi: nessun refuso presente.
Il linguaggio utilizzato è piuttosto articolato, ciò probabilmente è dovuto al fatto che l’argomento affrontato utilizza termini tipici dell’ambiente scientifico e/o biologico: vengono, infatti, snocciolati parecchi dati scientifici sulle tematiche affrontate nel manuale stesso.
Proprio per tale ragione, la lettura richiede una particolare concentrazione, bisogna prestare massima attenzione a ciò che viene letto, una minima distrazione può obbligarti a rileggere l’intero periodo.
Un manuale che in sé racchiude tutta la conoscenza e l’esperienza dell’autore sul tema: mi è piaciuta la sottile ironia utilizzata in alcuni passaggi dello stesso, per dare maggiore peso al concetto espresso, un esempio per tutti «…come Maria Antonietta che non capiva perché il popolo non si nutrisse di brioche. Errori di percezione che possono costare la testa».
Approfondimento
Non ho il pollice verde, devo ammetterlo: una pianta, in mano mia, ha vita breve quanto quella della effimera, piccolo insetto acquatico simile alla libellula; ma, ciononostante, ho a cuore l’ambiente e la sua tutela perché, concordo pienamente con l’autore, dalla sua difesa e dal riconoscimento di determinate priorità garantite a quest’ultimo, può dipendere la vitalità del nostro Pianeta.
È l’uomo che, prima di ogni altro essere vivente, deve prendere consapevolezza di ciò.
Personalmente diffonderei questo piccolo manuale all’interno di ogni istituto scolastico, lo farei studiare ai giovani allievi affinché loro per primi, futuro prossimo dell’umanità, si rendano conto di quanto importante sia tutelare l’ambiente in cui si vive prima di ogni altra cosa: lodevole è l’iniziativa intrapresa in alcuni plessi scolastici di educare al rispetto dell’ambiente gli alunni.
In definitiva cosa decide il destino degli essere viventi, la competizione o la cooperazione? In realtà è la cooperazione la vera forza trainante dei rapporti fra le specie: le piante stesse hanno intrapreso questa lunga cooperazione con gli essere umani, proprio perché, la Nazione delle Piante fonda sulla cooperazione lo strumento primario attraverso il quale si forma il progresso delle comunità.
Alessandra Di Maio