
Autore: Federica Manzon
Pubblicato da Feltrinelli - 2017
Pagine: 167 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: I Narratori

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Lizzie, volubile, egoista e piena di fascino. Adrian, timido, silenzioso e ambiguo. Cosa hanno in comune? Le parole, quelle che si scrivono ogni notte e di cui non riescono più a fare a meno. E poi lui, il narratore, amico comune, testimone e vittima di un amore virtuale e che conosce tutto, o forse non conosce nulla.
Che i corpi restino fuori dalla scena è il segreto di un amore padroneggiabile e felice; l’amore assoluto non è poi forse quello che mai si espone alla prova delle reciprocità? Raccontare è meglio che vivere.
La nostalgia degli altri è un romanzo immerso in una realtà attuale, diverso, costruito attorno alle parole e attraverso esse ne rivela il potere. Social network, chat, mondi virtuali che sono entrati a far parte delle nostre vite e in cui il rischio è di venire intrappolati, creando rapporti fittizi e vivendo sentimenti e sensazioni relegate all’immaginazione, protetti dagli schermi che consentono di esprimere parti di noi che non vorremmo o saremmo capaci di mostrare nella vita reale, con la sensazione di essere al sicuro dietro a muri tanto sottili quanto invalicabili.
Lizzie e Adrian apparentemente hanno una sola cosa in comune: lavorano entrambi all’Acquario, un luogo in cui si trasformano le fantasie in realtà virtuali. Lizzie e Adrian sono esperti nell’arte dell’immaginazione, del raccontarsi storie. Hanno entrambi due esperienze alle spalle che li hanno portati a desiderare vite diverse da quelle effettive, per proteggersi in qualche modo.
Un amore che non riesce a concretizzarsi, se non in qualche raro momento di passione, ma che si alimenta delle parole e dei messaggi che i due protagonisti si scambiano tutte le notti, in un dialogo che accresce il loro complesso legame. Poi la realtà piano piano si insinua tra loro e stride con tutto ciò che si pensava di conoscere. È in quel momento che Lizzie comprende di dovere indagare, perché un rapporto non può vivere per sempre di virtualità, deve sapersi esprimere anche attraverso i sensi.
La storia d’amore e ossessione che nasce tra Lizzie e Adrian viene raccontata al lettore da un narratore esterno, ma anche coinvolto in quanto amico di entrambi. Una voce fuori campo che sembra raccontarci una storia, dei segreti che solo lui conosce, tra situazioni a cui ha assistito, altre di cui ha sentito parlare e altre ancora che immagina possano essere accadute. E poi, quando è ormai sicuro di aver compreso l’epilogo di questa relazione si trova vittima inconsapevole di un risvolto imprevedibile.
Il lettore si trova sospeso tra presente e passato, in un tempo che sembra indefinito. Ci si sente spiazzati durante la lettura, cercando di comprendere cosa sia reale e cosa solo immaginazione, tante sono le storie e i luoghi attraversati dai personaggi, tra Trieste e Milano, tra problemi emotivi e relazionali.
Lizzie conosce meglio degli altri le ragioni del successo delle nostre piattaforme sociali: è la promessa di infinite occasioni, la sospirata facilità di amicizie e amore che nascono e vanno in fumo senza che i corpi ne siano intaccati – interazione, interazione planetaria illimitata, non sentirsi mai più soli.
Quello che Federica Manzon racconta è il dilagante uso dei mezzi digitali per approcciarsi agli altri, che lascia in fondo quel senso di nostalgia di pezzi mancanti, di desideri non raggiunti, di rapporti tangibili. Un testo particolare, non così semplice come può apparire, che scava nel profondo dell’animo umano per trovare quelle mancanze e quei desideri nascosti che rendono così allettanti i nuovi artificiosi luoghi di incontro, ma che ne denuncia anche la pericolosità, i rischi.
Approfondimento
Se la particolare scelta narrativa di Federica Manzon inizialmente lascia perplessi, con un ritmo monocorde dove non ci sono picchi di emozione, tranne forse in qualche punto e nell’epilogo, andando avanti con la lettura si trovano dei punti di incontro con questi personaggi, ci vengono mostrati meccanismi psicologici in cui riconoscersi e su cui riflettere, ci si ritrova coinvolti tentando di scoprire chi siano in realtà i protagonisti e cosa nascondano.
Penso che non sia tanto importante la trama in sé di La nostalgia degli altri, se ci si approccia a questo romanzo lo si deve fare consapevoli che ci si trova davanti a un testo interessante per riflettere sul mondo contemporaneo dove non ci si incontra più solo tramite cene, eventi o altre occasioni quotidiane, ma si è aggiunto un nuovo modo di creare legami di amore e amicizia, quello che passa attraverso la rete e che, spesso lì rimane confinato; un invito a tenere gli occhi aperti, a saper discernere i due mondi e passare più tempo nella realtà.
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