
Autore: Luciano Bianciardi
Pubblicato da Feltrinelli - Maggio 2013
Pagine: 199 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Universale Economica

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A questo punto puoi staccare, hai messo insieme le mille lire per dell’affitto, le quasi tremila per Mara, le altre mille tra luce, gas, telefono e tasse comunali, le duemila del vitto giornaliero, le altre mille per incerti, spettacoli, vestiario e varie, le cinquecento delle spesate tue a borsellino, caffè insomma, sigarette e qualche cinema nei paraggi.
Scrittore, saggista, traduttore (in particolare di London, Huxley, Miller, Steinbeck e Faulkner), giornalista, critico televisivo e grande attivista culturale (è stata sua l’idea del Bibliobus, una specie di biblioteca itinerante per portare i libri nelle aree di campagna dove non sarebbero mai arrivati), Luciano Bianciardi è stato un intellettuale piuttosto atipico. Anarchico per natura e per convinzione, si impegnò nel sostegno alle lotte operaie e nel denunciare le durissime condizioni di vita dei minatori della zona di Grosseto, creando un’intensa e significativa amicizia con gli abitanti del paesino di Ribolla.
Quando, nel 1954, uno dei pozzi minerari esplode, causando la morte di 43 lavoratori, lo scrittore si trasferisce a Milano, invitato a far parte della fondazione della casa editrice Feltrinelli. È questo periodo milanese che dà origine a La vita agra, il grande successo di Luciano Bianciardi, un autoritratto della sua esperienza milanese dipinto con un realismo satirico il cui risultato è davvero impressionante. Volutamente emarginato da una società instabile e dannosa, incapace di farsi strada e di difendersi dalle insidie metropolitane, il malinconico io narrante di questo straordinario romanzo sogna di fare giustizia alle vittime della miniera facendo esplodere la sede di un grande gruppo industriale, ma in realtà affoga nella burocrazia, sopravvive a stento ad un abnorme costo della vita, non sopporta i vincoli di un lavoro dipendente, ma è comunque oppresso dai ritmi serrati delle collaborazioni e da una situazione famigliare sdoppiata, e quindi doppiamente costosa.
Un capolavoro del Novecento, che ha segnato la vita di più d’una generazione, un ritratto triste e ironico di una società alienante e disumana, e una denuncia aperta verso le ingiustizie. Da leggere, se non lo avete già fatto, assolutamente.