
Autore: Lorenzo Licalzi
Pubblicato da Bur - Maggio 2018
Pagine: 302 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Best BUR
ISBN: 9788817102636

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“Vedrete come vi cambierà la vita”, ci dicevano tutti quelli che un figlio ce l’avevano già, io rispondevo immancabilmente “lo so”, ma in realtà quella era l’unica volta in cui avrei dovuto rispondere non so, perché nessuno può sapere come cam-bia davvero la vita quando ti nasce un figlio se un figlio ancora non ce l’ha.

Mi sentivo ancora troppo figlio per essere davvero pronto a fare il padre.
Non so: la più banale delle risposte che diamo quando siamo indecisi ha ispirato il titolo del romanzo di Lorenzo Licalzi. Non so è l’espressione della filosofia di vita di Mario, protagonista del romanzo, eterno indeciso al contrario di Giulia, sua fidanzata storica e poi moglie che, con la sua pacatezza e fermezza, compensa la confusione del compagno. Soprattutto quando arriva la notizia dell’arrivo di un figlio. Mario, giovane e spensierato, è appassionato di viaggi e di musica, trascorre le notti in radio, dove lavora. Nel romanzo ripercorre le varie fasi della sua vita, dal periodo dell’adolescenza vissuto nella periferia di Roma, all’incontro con Giulia di famiglia altoborghese, con cui aveva trovato il massimo della complicità nonostante la loro evidente diversità di origine comportamentale. Con l’arrivo di un figlio l’equilibrio di coppia vacilla, e Mario deve fare i conti con il significato di diventare davvero adulti.
Non so è un romanzo piacevole, interamente caratterizzato da una brillante ironia che diverte e invoglia il lettore ad andare avanti. Proprio tale caratteristica lo rende estremamente scorrevole, un libro da leggere in pochi giorni anche sotto l’ombrellone o sulla metro. È un romanzo che parla di quotidianità, dei bei tempi di spensierata gioventù e del passaggio nella fase adulta, dove subentra una doverosa assunzione di responsabilità e si prende consapevolezza che le cose devono necessariamente cambiare. Varcata la soglia dei trenta anni, siamo tutti un po’ Mario che rimpiange i viaggi in Vespa e ha paura del futuro. Ma è una fase che fa parte del gioco, arriva un certo punto in cui il protagonista scende a patti con la vita attuale e capisce che, tutto sommato, non gli sta andando affatto male.
Approfondimento
Il personaggio di Mario è cresciuto negli anni Settanta, come si evince dai vari riferimenti temporali. In particolare, data la sua passione per la musica, numerose forse eccessive risultano le citazioni musicali, probabilmente unica nota stonata dell’intero romanzo. Ad ogni modo, non risulta difficile immedesimarsi nel protagonista: il rimpianto della giovinezza e l’ansia del futuro sono sentimenti senza tempo. Per chi invece sta affrontando o ha affrontato in passato l’arrivo di un figlio, con tutte le conseguenze e i cambiamenti che comporta, ecco, l’immedesimazione è totale. In diversi passaggi capita di ritrovarsi a sorridere ripensando a scene di vita vere vissute con la stessa (in)consapevolezza di Mario.
La nostra tensione rimaneva lì, nell’aria, sospesa, come un cielo denso di nuvole nere ma dal quale non piove mai, qualche goccia, l’eco di tuoni lontani, l’illuminarsi di un lampo, però mai il temporale, quello vero, quello che l’acqua cade fitta e pesante e obliqua, quello che grandina. Fino a quel sabato almeno. Ecco, quel sabato è piovuto forte, fortissimo, e grandinato, anche.