
Autore: Dominique Fortier
Pubblicato da Alter Ego - Settembre 2020
Pagine: 192 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Specchi
ISBN: 9788893331791

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“Oggi che siamo assaliti da immagini moltiplicate all’infinito e sorprendente pensare che, di quella che fu una delle più grandi poetesse del suo paese, esiste un’unica fotografia di quando aveva 16 anni”.
Di Emily Dickinson sappiamo molto poco, malgrado la sua celebrità. In questo libro viene delicatamente narrata la sua vita interiore, quella di un’anima solitaria che usciva molto poco e scriveva poesie in solitudine. Squarci della sua esistenza vengono ripercorsi per noi dall’autrice che ci fa avvicinare alla ragazza e poi alla donna che è stata la Dickinson.

L’erbario realizzato da Emily Dickinson raccoglie su sessantasei pagine quattrocentoventiquattro esemplari di fiori e piante, disposti con una cura dettata da una preoccupazione estetica, più che dal rigore scientifico.
Il ritratto che emerge da Le città di carta di una delle più talentuose poetesse dell’Ottocento ci lascia sbirciare con discrezione nella sua vita, ci descrive cosa possa aver provato affacciandosi dalla sua finestra o mentre è intenta ad osservare la natura che la circonda.
È commovente l’immagine che risulta da queste delicate descrizioni, soprattutto nei gesti quasi sacrali con cui la giovane Emily raccoglie fiori e foglie per lasciarli essiccare nella moltitudine di libri che possiede.
È emozionante accostarsi al sentire così profondo di questa giovane donna schiva, mai egoista, rispettosa ed amante di tutta la sua famiglia, della natura e della scrittura.
Così non ci sorprendiamo quando scopriremo che per l’inclinazione del suo carattere deciderà di vivere in clausura gli ultimi anni della sua vita, perché ha sperimentato sofferenza e delusione. E rimarremo stupiti davanti al caos della miriade di fogli sparsi nella sua stanza, quelli che contengono le sue poesie, mentre imparerà a catalogarli per argomento, poiché che non aveva mai pensato che un tale lavoro potesse essere di qualche utilità, decisa come era a non voler pubblicare.
Approfondimento
Ripone nel cassetto della sua scrivania le poesie scarabocchiate in fretta e furia sul sacchetto di farina. Quando le tira fuori, le riconosce dall’odore: alcune sanno di farina, altre emanano un profumo di pepe o di noci di pecan. La sua preferita è al cioccolato.
Ciò che colpisce in Le città di carta è la complicità che Dominique Fortier mostra di avere con l’animo della Dickinson, come se la conoscesse direttamente, o attraverso il racconto di qualcuno a lei molto vicino.
La prosa è molto elegante ma soprattutto delicata, come una città di carta, inesistente, eppure presente sulla mappa. Come le città in cui ha vissuto la poetessa, Amherst, Boston, Mount Holyoke (sede del seminario femminile in cui visse per molto tempo), Homestead.
Gli episodi narrati sono essenziali, ci restituisco tutta la semplicità della vita di un tempo e tutta l’interiorità di una poetessa che ha saputo evocare immagini sublimi attraverso le parole.
Un libro per chi ha la curiosità di scoprire cosa può celarsi dentro il cuore di Emily. Non un romanzo dunque, ma un cammino attraverso la grazia e la bellezza della poesia.