
Autore: Fabio Volo
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2024
Pagine: 192 - Genere: Biografico, Autobiografico
Formato disponibile: Audiolibro, Brossura, eBook
Collana: Novel
ISBN: 9788804795391
ASIN: B0DJNSH1QC

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Era già successo che mio padre avesse notato certe mie qualità: «Saresti capace di vendere i ghiaccioli al Polo Nord», ma poi aggiungeva subito che invece, se lui si fosse messo a fabbricare cappelli, la gente sarebbe nata senza testa, come a sottolineare che io avevo un vantaggio su di lui del tutto immeritato. «Sei troppo sveglio, sai incantare le persone, non so da dove sei uscito, non sei mio figlio.» Era come se il mio essere diverso fosse un piccolo tradimento. Soffrivo, la cosa a cui tenevo di più era assomigliargli; che lui mi facesse sentire diverso, estraneo, era per me incomprensibile e terribile allo stesso tempo. Eppure, nonostante questo, le sue parole avevano lavorato dentro di me a creare un’immagine solida che potesse farmi camminare nel mondo con sicurezza. E l’imprenditore, senza saperlo, aveva messo un sigillo su quell’immagine: se qualcuno che conosceva il successo ne aveva riconosciuto un po’ in me, voleva dire che c’era davvero. È stato lui a darmi la forza necessaria per fare il salto.

Fabio chiamato ormai Fabio Volo in onore del titolo di una canzone da lui proposta alla radio alle origini del suo successo si spinge in un’opera autobiografica profonda e stimolante, oserei accennare inaspettata. Conosciamo intimamente la vita professionale e privata dell’autore che con estrema sincerità si presenta senza nascondersi ed è così che ne vediamo di lui luci ed ombre, restandone ancor più affascinati.
La comicità è una delle sue maggiori espressioni, una comicità saggia, malinconica, profondamente realistica.
Ma nel romanzo quello che ne deriva è piuttosto il coraggio, l’autodisciplina, la volontà che incoraggiano Fabio a crescere, sperimentare, saggiare l’esperienza, senza legarsi a nulla che non sia qualcosa di scalabile.
Lui che abbandona l’istruzione dopo le scuole dell’obbligo per cominciare la propria personale relazione con il mondo, ha un grande talento, ma non riesce da subito a dimostrarlo, restando all’inizio ingiustamente affamato di successo, ma senza arrendersi si rimbocca le maniche e si adatta.
Leggendo individua tra le frasi di famosi scrittori la forza per ricostruirsi, fa strano che lui sia così abituato a interpretare Dante nella concretezza della vita che non sembra neppure di leggere qualcosa che sia la sua realtà, ma è esattamente così; Fabio vero è quello che legge, ma che legge duro, quello che sinceramente non pensavi esistesse.
Quando lo segui alla televisione o alla radio l’impressione che ne hai non è quella di un uomo denso e strutturato che riflette con intensità tra le righe di un romanzo sottolineandone voracemente i passaggi più significativi.
Balleremo la musica che suonano è qualcosa di potente, si vive con Fabio, prima coi compagni alle elementari, poi con il padre in panetteria, poi nel rapporto con Cecchetto e Pellizzari, nelle lunghe camminate a New York, nelle sfide quotidiane delle Iene e infine nella morte del padre.
Per me andare a Milano era come imbarcarsi su una nave per l’America in cerca di fortuna. La prima volta era stata un sabato pomeriggio, a sedici anni, in gruppo con alcuni amici. L’avevamo programmato da mesi, come fosse una grande impresa. Quando siamo arrivati in piazza San Babila, dei ragazzi si sono avvicinati e ci hanno accerchiato minacciandoci, poi ci hanno rubato i cappellini e le sciarpe. Volevano anche le scarpe ma siamo riusciti a scappare. Ho corso così forte che pensavo di svenire. L’idea che adesso sarei andato a Milano per lavoro mi sembrava fantascienza. Avevo ventidue anni, un “coltello tra i denti e un fiore in mano” come cantava Lucio Dalla. Una volta a settimana passava Jovanotti”
Cosa colpisce maggiormente?
L’umiltà e la dignità della sua scrittura, la sensibilità nei legami con gli altri, la difficoltà di legarsi ad una appartenenza ad un gruppo, il desiderio incessante di isolarsi per apprendere, studiare, crescere.
Mi ha colpito la necessità di sottolineare che l’etimologia di “divertirsi” è guardare altrove, perché in effetti lui non dà l’impressione di divertirsi, ma piuttosto di scoprire con curiosità, senza abbandonarsi alla tentazione, senza distrazioni Fabio insegue seriamente i propri sogni spinto dalle rivelazioni filosofiche dei suoi amati scrittori, è uno di noi direbbe l’appassionato lettore, è così in effetti, è uno spirito libero, dove la libertà va di pari passo con la coscienza, egli è piuttosto sciolto e libero dai legami che non dalle responsabilità.
Il fatto di avere degli obbiettivi che una volta raggiunti gratificassero il loro ego rendeva senza dubbio i ragazzi più volenterosi e attivi, ma alla lunga questo tipo di movente è distruttivo. Qualsiasi sforzo abbia come obbiettivo finale l’autoglorificazione è destinato a concludersi in un disastro. Infatti, ora ne scontiamo le conseguenze. Quando si prova a scalare una montagna per dimostrare la propria bravura, è raro che si arrivi in vetta. E anche se ci si arriva è una vittoria ben meschina. Per consolidarla bisogna continuare a misurarsi, incessantemente, condannati a aderire per sempre a una falsa immagine di sé, ossessionati dalla paura che l’immagine non sia vera e che qualcuno lo scopra.
La caparbietà che lo contraddistingue gli ha permesso di superare difficoltà che farebbero paura a molti, come la solitudine, l’ignoranza di una lingua, la mancanza di soldi, addirittura la fame e l’assenza di un tetto stabile. Non ha vissuto come un senza dimora, ma si è avvicinato molto, da speaker radiofonico a lavapiatti è un attimo, da muratore bresciano a conduttore televisivo ancora meno.
In tutto questo emerge prepotente il rapporto con il padre, un padre difficile, controverso, soprattutto infelice. Un padre che non lo chiama per nome, che non lo insegue, che lo lascia andare, così come la madre che non lo sgrida mai, ma mentre la madre lo accarezza, lo rincuora, gli dimostra amore e considerazione, il padre sembra scomparire nei debiti, nascondendosi, senza quasi conoscere il peso delle parole. Un padre assente senza il desiderio di esserlo, quasi costretto dalle sofferenze economiche, strozzato dalla paura. Un padre che emerge quando vede nella fortuna del figlio il superamento dei propri dolori, ed è qui che finalmente egli si azzarda a scrivergli dei propri sentimenti, prendendola alla larga lo cerca Fabio, quel Fabio che poi è anche suo figlio. L’ironia di una relazione che incespica e fa acqua, ma che è salda.
L’autobiografia di Fabio è struggente egli si mette finalmente alla prova uscendo per quello che è, che è appunto il segreto del suo successo, quell’essere sé stesso, senza ad ogni costo, ma così naturalmente.
Quando le cose hanno cominciato ad andarmi bene, ho sperato sempre in una parola di stima, ammirazione, da parte sua, il riconoscimento del fatto che alla fine avevo avuto ragione ad andarmene. Si limitava a ripetermi: la mia sfortuna è stata la tua fortuna. Aveva ragione, senza i problemi e senza i debiti non me ne sarei mai andato. La vita di ogni uomo è una via verso sé stesso, il tentativo di una via, l’accenno di un sentiero. Nessun uomo è mai stato interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo.
Hermann Hesse, Demian
Un giorno, mentre camminavo per andare in radio, ho sentito il suono di una notifica. Era lui: “Grazie Fabio per tutto quello che hai fatto per me”. Mi sono appoggiato al muro, come si fa a ricevere un messaggio così e non cadere a terra? Mi sembrava di aver aspettato le sue parole per tutta la vita”.
Approfondimento
Balleremo la musica che suonano è l’approfondimento, tutto quello che non si conosce e si vorrebbe sapere su Fabio, detto Volo, è qui. Per chi come me ha letto i romanzi precedenti con leggerezza e che ora tra queste pagine si ritrova a pensare a Fabio come ad un amico, è incredibile il passaggio. Fabio è impressionante, la vitalità con cui ha attraversato quello che gli è accaduto ne fa di lui qualcuno di grande valore, la scelta di citazioni letterarie calzanti ne suggerisce una stima infinita. Consiglio questo romanzo a chi ancora non sa chi sia Fabio e desidera in qualche modo mettere a dura prova sé stesso.
Il suo stile di scrittura è accurato, piacevole, tattile. Un giovane uomo che si è costruito un futuro grazie alla cultura, una cultura riservata e preziosa, una cultura che ha scelto di apprendere in autonomia e che proprio per questo motivo gli ha permesso di esprimere quell’io che in pochi possono permettersi di rivelare.
Faticavo ormai a restare dove ero. Non c’era un sogno chiaro davanti a me, c’era solo una chiarezza nel percepire un disagio. Mi maceravo nel cercare una risposta, una direzione, quanto avrei voluto che qualcuno me la indicasse. Nel profondo sapevo che avrei dovuto tracciarmela da solo, perché la libertà ti obbliga a prendere decisioni e davanti a certe scelte si è soli. Si possono avere amici, una famiglia, dei maestri, nessuno di loro può sostituirsi a noi.
Nausicaa Baldasso