Autore: Aldo Cazzullo
Pubblicato da Mondadori - 2013
Pagine: 137 - Genere: Non fiction
Formato disponibile: Brossura
Collana: Strade Blu
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Le riflessioni sull'Italia del passato, dove l'era digitale non c'era. Le fatiche, la forza d'animo, il coraggio delle generazioni precedenti nella speranza d'insegnare ai nostri figli a Reagire.
Qualunque telegiornale parla della crisi. Le persone per strada non fanno altro che lamentarsi, si sentono racconti del tempo passato, dove “si stava meglio quando si stava peggio.” Eppure Aldo Cazzullo è ottimista e per niente d’accordo con queste affermazioni. Il suo libro: Basta Piangere, vuol’essere già dal titolo una risposta alle cose che non vanno come dovrebbero. Non è assolutamente vero quello che si dice in giro, al giorno d’oggi si hanno opportunità che le altre generazioni non avrebbero potuto neppure sognare. È da questa considerazione che s’inizia ad analizzare gli avvenimenti che partono dalla Grande Guerra, dove lo scrittore ci fa l’esempio del nonno, un uomo abituato alla vita dura dei capi e che durante il conflitto ha visto cadere i propri amici.
Continuando nella lettura, ci vengono forniti altri esempi: come quello della bisnonna, costretta a sposare un uomo che neppure conosceva. Mentre prendevo atto di questi esempi, mi sono ritrovato a concordare con la politica del libro; ci lamentiamo della crisi, vogliamo che le cose cambino ma non c’impegniamo, la nostra è un’attesa passiva. Vorremmo svegliarci e trovare l’Italia in crescita, puf, come per magia. “Basta Piangere” è ottimo per riflettere sul passato e sul presente. Attraverso il ricordo, l’esperienza dei nostri padri, i sacrifici che hanno portato a dei risultati per noi così scontati che neppure li riteniamo tali, possiamo giungere a trovare la forza per cambiare la situazione attuale. Come? Semplice, partendo da noi stessi, dai valori. Puntando sulla famiglia ad esempio, sullo studio non come atto finalizzato solo al posto di lavoro, ma ritenendolo importante per la propria vita, a prescindere dalla scelta lavorativa.
Cazzullo ci accompagna per mano verso i fatti storici che hanno cambiato il mondo, mettendoci a disposizione i suoi ricordi. Ripercorriamo un’Italia diversa, dove imperava il made in Italy, si parla di dignità dei lavori umili. Una parte che ho trovato molto interessante riguarda la spiegazione della crisi. L’analisi comincia con gli anni ottanta, l’ultimo periodo che l’autore identifica come “decennio di crescita” per arrivare agli scandali di Tangentopoli, agli anni novanta, citati come inizio della vera crisi italiana. Vi consiglio la lettura di questo libro per la lucidità della scrittura.
Sono bellissime le pagine dove viene ricordata la quotidianità da parte di Cazzullo, cosa che per noi è un arricchimento. La nostalgia è un sentimento capace di fertilizzare il presente e gettare le basi per un futuro più pieno, ma se ci si lascia catturare è possibile che si trasformi in qualcosa che ci tiene legati impedendoci di progredire. È questa la bellezza del libro, l’accettazione del passato come risorsa senza essere d’accordo con “si stava meglio quando si stava peggio” perché chi si ferma a piangere è perduto, per raggiungere il futuro, come dice la parola stessa, bisogna guardare al domani senza farsi bloccare dallo ieri.