
Autore: Diego Galdinoù
- Aprile 2019
Pagine: 157 - Genere: Narrativa rosa
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9781092690782

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Ho sempre considerato Bosco Bianco come la linea di confine tra il sogno di come vorresti fosse ogni posto e la consapevolezza che non potrà mai esserlo

La tenuta di Bosco Bianco sorge in una cittadina nascosta tra Amalfi e Positano. Si tratta di un luogo incantato che illumina di meraviglia chiunque lo guardi tanto da creare l’illusione ottica, in inverno, di avvolgere di luce candida persino gli alberi intorno che sembrano parte integrante di un’unica foresta lucente. Bosco Bianco è il luogo ideale per dimenticare cosa c’è fuori da quelle mura fatate e, in un certo senso, si potrebbe dire che sia il posto perfetto per innamorarsi. Ma che cos’ è l’amore?
Se lo chiede più volte Albert Grant che soggiorna nella tenuta negli anni ‘30 e se lo chiedono molto dopo anche Giorgio e Maia dopo due matrimoni falliti, ormai convinti che sia più importante aver salva la pelle che non “affidarsi” di nuovo. Giorgio e Maia, protagonisti di questa storia, assorti nella propria vita da rimarginare e ricostruire, si incontrano proprio in quel luogo meraviglioso e surreale dove, frastornati da qualcosa mai provato prima, vagano insieme finendo per sentirsi a casa, quasi senza rendersene conto. Lei, scrittrice di favole per bambini, comincia a pensare che quelle fiabe esistano davvero anche al di fuori dei suoi racconti mentre Giorgio, agente immobiliare di successo, si stupisce di fronte al fatto che la vita possa continuare a sorprenderci anche nei momenti apparentemente più inopportuni. Del resto, il più delle volte, le cose belle non annunciano il loro arrivo…il rumore che fanno è piuttosto simile ad un PUFF… proprio come una magia.
Maia e Giorgio, seppur diversi, ognuno con le sue storie e fragilità, vivono la stessa ambizione di tornare a essere felici davvero credendo nel profondo della loro anima che la felicità abbia in qualche modo a che fare con l’amore e che, in fin dei conti, non è del tutto vero che “tutti sono utili e nessuno indispensabile” . Ma come si fa a raggiungere la felicità se non ci si arrende a tutto quello che deve ancora accadere? A volte per ritrovarsi è necessario perdersi e “per perdersi non serve un posto, basta una persona”.
Bosco Bianco è un romanzo sincero, che racconta, senza risparmiarsi, cosa succede a un cuore stanco che trova la forza di rialzarsi e ricominciare a battere. La scrittura semplice e immediata aiuta a immergersi completamente tra le stanze di un luogo affascinante dove a riprendere vita dopo tempo, non sono solo le mura, ma anche le anime dei protagonisti. Le parole scorrono disinvolte, delicate e intense allo stesso tempo, un po’ come quella folle settimana che Giorgio e Maia trascorrono nella tenuta, vicini, come se si fossero sempre immaginati lì insieme. Del resto, come Bosco Bianco avvolge tutto col suo candore, così certe emozioni animano la vita con colori nuovi che non possono far altro che travolgere tutto quello che incontrano, proprio come una magia.
Approfondimento
I personaggi raccontati in questo romanzo sono estremamente veri: ognuno con le sue contraddizioni, i suoi errori e i suoi paradossi. Risulta estremamente semplice sentire sulla propria pelle ciò che vivono i protagonisti di questa storia che ci accompagnano come degli amici fedeli fino all’ultima pagina. Ho trovato estremamente interessante l’inserimento del diario di Albert Grant sulla fine. Leggendolo, si scopre come effettivamente sia stata la vera colonna sonora del romanzo…è un po’ come se Giorgio e Maia avessero respirato fin dall’inizio tutta quella passione, tutto quell’amore.
Non ho mai provato nulla di simile. Ed è bello e brutto allo stesso tempo, perché sento che adesso lui è diventato una cosa vitale, come il battito del cuore che non si deve fermare, o come respirare. Ecco pensarlo e respirare ora vanno insieme.
Giada Giuliotti