
Autore: Alain Corbin
Pubblicato da Edizioni Dehoniane Bologna - Ottobre 2016
Pagine: 64 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura
Collana: Sguardi

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Inquietudine, malinconia, noia.
Speranza, vita, vigore.
Gocce che si insinuano tra le pieghe di un’esistenza, gocce che si mescolano alle lacrime, gocce che puliscono una ferita.
La pioggia, ora lieve, ora litigiosa, da sempre scombina i nostri piani e stravolge il nostro umore. Corbin ri-percorre e indaga sul rapporto altalenante tra l’uomo e la pioggia, partendo dalle invocazioni religione sino ad arrivare all’odierna mania per le previsioni meteo.

<<Che tempo farà domani?>>.
Al giorno d’oggi le previsioni metereologiche godono di grande importanza; un’importanza che talvolta rischia di sconfinare nell’ossessione. Prima di stendere la biancheria in giardino, prima di uscire di casa, prima di partire per un viaggio, prima di lavare l’auto o prima di dedicarsi alla cura dell’orto, è doveroso un rapido consulto al meteo, ovviamente attraverso una comoda App sullo smartphone.
La meteorologia, tuttavia, non è cosa moderna, da sempre l’uomo ha cercato di comprendere gli stati d’animo del cielo e, con metodi puntualmente differenti, di prevederli. Alain Corbin, nel suo saggio Breve storia della pioggia, analizza il binomio uomo-pioggia in diversi contesti temporali e sotto molteplici punti di vista.
Tutto mi annoia, oggi. Scosto le tende. In alto un cielo grigio, rigato da un’eterna pioggia.
Attraverso le parole di un malinconico Jules Laforgue, Corbin si ferma a osservare la capacità della pioggia di influenzare gli stati d’animo. Semplici gocce che picchiettano sul selciato e rigano i vetri delle finestre, racchiudono il devastante potere di scombinare l’umore, di regalare un sorriso laddove prima mancava o di spegnere in un battito di ciglia ogni entusiasmo. L’autore non si ferma tuttavia a questo primo aspetto. Credenze popolari, valenze religiose, metodi di previsione, impatto negli scontri bellici, influenza nell’arte: questi sono solo alcuni degli ingredienti con cui Corbin insaporisce il suo Breve storia della pioggia.
Interessante in particolare un aneddoto relativo a Luigi Filippo I, il <<re cittadino>> di Francia, che il 12 giugno 1831, dopo aver lasciato la prefettura a Metz, decise di non indossare il mantello nonostante la forte pioggia, dichiarando:
Io so che quando i francesi si espongono alla pioggia per il re, il re deve gettare via il mantello e lasciarsi inzuppare con loro.
E dunque ecco un ulteriore punto di vista scovato da Corbin: condividere la pioggia instaura una sorta di legame.
Un saggio breve, una molteplicità di spunti.
Breve storia della pioggia racchiude in una manciata di pagine il devastante potere di un semplice agente atmosferico.
Approfondimento
Breve storia della pioggia è un saggio firmato Corbin pubblicato da EDB, nella collana sguardi, arricchito di stampe d’opere d’arte legate al tema della pioggia. Il sottotitolo “dalle invocazioni religiose alle previsioni meteo” poco si addice al contenuto del libro, poiché la penna dell’autore destina il proprio inchiostro soprattutto alla descrizione del rapporto pioggia-stato d’animo. Numerosi sono i richiami alla letteratura, prevalentemente francese: Corbin si appella a pagine di romanzi, di diari o a bozze di sonetti per cercare di descrivere in maniera approfondita l’impatto del meteo sull’umore.
La materia della pioggia tuttavia, è talmente vasta, complessa e tocca talmente tanti aspetti della quotidianità, da scontrarsi con la formula del saggio breve. Corbin avrebbe potuto dedicare un lavoro più ampio all’argomento, infatti sebbene il suo Breve storia della pioggia riservi largo spazio alla meteoropatia, tutti gli altri punti d’osservazione sono toccati in modo frettoloso e disordinato.
Breve storia della pioggia è un saggio che si legge in poche ore, leggero, interessante, ricco di bibliografia e di aneddoti curiosi. Ideale per un pomeriggio in cui si ha voglia di rilassarsi, ma non troppo.
Pioveva senza sosta quel giorno su Brest
E tu camminavi sorridente
Serena rapita grondante
Sotto la piogga […]
Tu sorridevi.
Jacques Prévert.
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