
Autore: Carmen Barbieri
Pubblicato da Feltrinelli - Gennaio 2021
Pagine: 224 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807034275

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Anna è una ragazza giovane che deve superare la perdita del padre molto amato. Da Napoli si trasferisce a Roma per cavarsela da sola, iniziando a elaborare il lutto lavorando in un night. Il sesso e l'esposizione del suo corpo saranno la sua espiazione per superare la mancanza vitale del padre.

…bisognerebbe proteggere la propria carne con squame più spesse di quelle che il lutto fa risplendere sopra le nostre teste. E invece ci esponiamo al sole dell’angoscia senza alcuna protezione, quasi a pretenderli, i segni sulla pelle di questo nostro attraversamento tisico del tempo.
Anna è giovane e bella. Glielo dice anche Prete nero, il parroco che conosce la sua coinquilina e che le dà lavoro. Una come lei però è sprecata per le pulizie e allora viene indirizzata in un night club. Il prete stesso è un assiduo frequentatore e molti altri ecclesiastici insieme a lui. Tra pole dance, spogliarelli, occhi che la vogliono toccare, mani che non le chiedono il permesso, Anna sopporta tutto per espiare il dolore che porta dentro. Lei viene da Napoli, si è trasferita a Roma per studiare anche se suo padre Giosué si ammala; melanoma incurabile, stadio terminale. Nonostante tutto il padre la spinge ad andare e dopo la sua morte, Anna deve cavarsela da sola sebbene non frequenti i corsi universitari, vuole rimanere lì. Ha un fidanzato Alessandro, cerca di fare quello che le dicono, cerca di imparare a vivere da sola con la costante presenza/assenza del padre, ma quello che fa è solo seguire la strada che altri le indicano. Il suo sogno di diventare attrice rimane dentro di lei e solo un fatto tragico la spinge a lasciare il night per sempre e le dà la forza di ricominciare a vivere per sé stessa.
Anna racconta in prima persona la sua storia rivolgendosi direttamente a suo padre. Il lutto è un processo da metabolizzare anche attraverso il suo corpo. I pensieri di Anna sono espressi con onestà, il lettore viene coinvolto nel suo stato d’animo e dai suoi ricordi d’infanzia. Alla sua solitudine romana, si contrappongono la moltitudine di personaggi napoletani: la nonna, i due inseparabili amici, la madre, i vicini dei quartieri spagnoli e i defunti, primo contatto con la morte da quando era bambina. La morte è una presenza costante: i vari defunti ai quali va a fare visita con la nonna da bambina, la perdita del padre, il lutto che si porta dentro e che la fa morire per poi rinascere. Il romanzo riesce ad entrare benissimo nella psicologia di una giovane ragazza che ha perso il padre. I ricordi sono vividi e intensi e riescono a ricreare un clima di una Napoli vecchia con personaggi veramente singolari. Lo stile riesce a coniugare richiami metaforici con elementi reali: il corpo ad esempio è una gabbia delle sue sensazioni, ma non riesce a farle mantenere la distanza tra il suo dolore e la situazione che vive.
Approfondimento
Carmen Barbieri è un’attrice, nata nel 1984 a Napoli: queste le analogie con la protagonista di Cercando il mio nome. Ha scritto vari racconti pubblicati in riviste letterarie, ma questo è il suo primo romanzo.
Sicuramente è di forte impatto, sia per le tematiche trattate che per lo stile preciso e tagliente. Sesso e morte sono due temi portanti che si contrastano tra loro, ma è lo stile che cattura. I capitoli si alternano tra i ricordi di Anna bambina a quelli di Anna nel presente, lo sdoppiamento ci fa capire la sofferenza della protagonista e soltanto quando il racconto si fa univoco si riesce a capire che il personaggio ha trovato la sua unità spirituale e corporea.
Particolari sono i pensieri scritti in corsivo che fanno capire come la mente sia disconnessa dal presente, come succede spesso nei casi di shock e stress psicologico.
I capitoli che si alternano fanno pensare a tanti racconti articolati ognuno con protagonisti precisi e ambienti particolari (dalla chiesa al camerino del night) ma non sono slegati uno dall’altro e il testo riesce a essere omogeneo, come se fosse uno specchio rotto in tante parti diverse. Solo alla fine se ne capisce davvero il senso, quando l’intero quadro della situazione risulta chiaro e anche Anna riconosce sé stessa. Il titolo indica appunto la ricerca di sé stessa al di là della sua famiglia, del legame stretto col padre e con la sua città. Ho apprezzato molto Cercando il mio nome, visto che anche io ho superato il lutto per la perdita di mio padre e molte sensazioni sono state proprio quelle della protagonista. La capacità della scrittura ha tirato fuori delle emozioni che ho provato in prima persona e questo mi ha colpita molto.