Autore: Francesco Pinto
Pubblicato da HarperCollins Italia - Settembre 2021
Pagine: 250 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
ISBN: 9788869059780
ASIN: B09F6ZXYYJ
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Il tesoro di San Gennaro deve essere riportato da Roma a Napoli dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. L’impresa viene affidata a due personaggi complementari tra loro: Stefano Colonna, nobile e colto, e Giuseppe Navarra, abituato ai traffici illeciti. Il loro viaggio sarà più lungo e complicato del previsto.
“E io dovrei rispondere di un contratto del…”
“Millecinquecentoventisette” precisò l’assessore.
“L’anno della stipula tra il popolo personificato appunto dalla Deputazione e il santo. […] San Gennaro si impegna a proteggere la città in cambio di una degna dimora e di una serie di doni che gli debbono essere elargiti nel corso degli anni per confermarlo Il contratto è stato rispettato da tutti: dai sovrani fino all’ultima popolana. È tutto in quelle tre casse nascoste a San Paolo fuori le Mura.”
“Il tesoro di San Gennaro” precisò una voce in sottofondo.
Il popolo di Napoli chiede che il tesoro di San Gennaro ritorni nella città. Le casse che contengono ori e gioielli donati nel corso dei secoli al patrono, sono state spostate prima a Montecassino e poi a Roma a seguito dei bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale.
La vicenda si svolge nel 1947, l’inizio e la fine sono reali, ma tutte le avventure per riportare a casa il prezioso carico sono frutto della fantasia dell’autore.
Nella storia inventata il compito viene affidato a due personaggi lontanissimi tra loro: Giuseppe Navarra, chiamato re di Poggioreale, ha fatto i soldi con la borsa nera e merce di contrabbando e adesso è venerato dal popolo che chiede a lui ogni favore; Stefano Colonna è un anziano nobile e colto, membro della Deputazione.
I due si ritrovano nella Lancia, un tempo di Mussolini, in un viaggio da Napoli a Roma e viceversa, con il mandato del Santo. La loro avventura diventa più difficile del previsto. La loro convivenza nei giorni di viaggio è comica come una rappresentazione napoletana di Totò in cui si confrontano due stili di vita e atteggiamenti completamente diversi. Inoltre ci sono molti problemi nel corso del tragitto: intoppi burocratici in Vaticano, strade dissestate dopo la guerra, briganti, una nobile invaghita di uno di loro. Incontreranno anche molti personaggi positivi simbolo di una Italia pronta a rimboccarsi le maniche e a ripartire per un futuro migliore: prete di campagna, due giovani sposi, frati francescani, un bambino che fa il cameriere.
Anche i due protagonisti di Ci manda san Gennaro si conosceranno sotto vari aspetti. Riusciranno nella loro impresa?
Non sono state le bombe a farci perdere la nostra dignità e l’onore, ma quello che è arrivato dopo. Se rimettiamo il tesoro al suo posto potremmo iniziare a dire a tutti che siamo tornati quelli di prima e che possiamo permetterci il lusso di non toccarlo. Saremo quello che siamo sempre stati: gli uomini e le donne più ricchi e più poveri del mondo. Una città di signori pezzenti che supererà anche questa catastrofe come ha fatto con la peste.
Il sindaco e gli altri membri della Deputazione sono allarmati dai ritardi del viaggio e pensano subito al peggio, una divertente incomprensione che terrà il lettore in bilico sul finale.
Ho trovato Ci manda san Gennaro un libro divertente, a tratti commovente in cui i personaggi, a volte macchiettistici, riescono tuttavia a dare il volto ad una Italia decadente uscita dai bombardamenti e dalla sconfitta del conflitto mondiale, ma piena di buone intenzioni nei modi accoglienti degli abitanti dei vari borghi che il viaggio attraversa e dall’idea di fatalità che accompagna sia i viaggiatori che il lettore. Lascia una bella sensazione di speranza e fa sorridere più volte. Lo stile è semplice e la divisione in capitoli con piccolo riassunto iniziale permette di capire meglio la storia. Ho apprezzato il fatto di partire da una vicenda reale e immaginare una storia altra dalla realtà, metafora di un paese, emblema di Napoli ricca di contraddizioni, tra tragedia e commedia.
Alcuni episodi non colgono di sorpresa, ma il modo in cui vengono descritte le singole situazioni mantengono alta l’attenzione e soprattutto non annoia. Tutto da scoprire.
Approfondimento
Francesco Pinto è stato direttore di Rai Tre. Sotto la sua direzione sono iniziati programmi come “Sfide”, “Blu notte”, “Novecento”, “La Squadra”, “Melevisione” e “Alle falde del Kilimangiaro”. Precedentemente aveva diretto la struttura programmi sperimentali della Rai. Attualmente è direttore del Centro di produzione della Rai di Napoli. Ha pubblicato numerosi saggi sulla storia della televisione. La strada dritta (Mondadori, 2011) è il suo primo romanzo.
Il suo essere napoletano e l’amore per la città sono vivi in tutto il romanzo, al termine della lettura viene voglia di farsi un bel viaggio a Napoli e soprattutto si riesce a capire perché il Santo sia così venerato.