Autore: Dario Fo, Giuseppina Manin
Pubblicato da Guanda - Marzo 2016
Pagine: 171 - Formato disponibile: Brossura
Collana: Narratori della Fenice
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Dario Fo è intellettuale amato e controverso allo stesso tempo, uno dei più singolari, in Italia, nel campo letterario e teatrale. Noto per le sue posizioni ateistiche irredimibili, in questa conversazione-intervista, il premio Nobel lombardo chiarisce il suo pensiero su Dio e sulla spiritualità.
Dario e Dio di Dario Fo e di Giuseppina Manin, giornalista redattrice di cultura e spettacoli per il Corriere della Sera, prende la forma di una intervista-conversazione giornalistica e si articola in venti sezioni, ciascuna delle quali è incentrata su argomenti, avvenimenti o personaggi che trovano collocazione precisa nelle Sacre Scritture e nella storia della spiritualità. All’interno di ciascuna delle sezioni Dario Fo, di volta in volta, si dilunga sullo Spirito Santo, sulle figure di Maria e di Giuda, sull’inferno e sul purgatorio, sull’Apocalisse, e via dicendo. “Arrivato a novant’anni”, si legge nell’introduzione al volume, “Dario Fo decide di tirare le somme della sua lunga e avventurosa esplorazione nei misteri più o meno buffi della fede e della religiosità”. E così, nella prima delle ripartizioni del volume, La grande invenzione, Fo seraficamente sostiene che Dio è la più grande invenzione della storia, che Dio si è inventato da sé, che, da grande falsario quale è, è riuscito a fingersi Padreterno e a farsi adorare, odiare, venerare, a imbrogliare l’uomo clamorosamente facendogli credere le favole più incredibili. Fo immagina un Dio egocentrico, del tipo io, io, io e nessun altro. Per di più vendicativo e contradditorio. Uno che giura di amarti ma poi, se appena gli gira storto, ti scatena contro le sue schiere angeliche.
Qualche pagina dopo, il commediografo premio Nobel calca la mano sulla creazione, affermando che l’evoluzionismo ha dimostrato che le cose sono andate in modo ben diverso da quello che i sacri testi ci raccontavano. E nonostante qualche creazionista incallito si ostini ancora a sostenere il contrario (tra gli ultimi paladini Letizia Moratti, che come ministro dell’Istruzione ostacolò l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole pubbliche e che come sindaco di Milano tagliò i fondi al Museo di Storia Naturale), è ormai inoppugnabile che la nostra specie non nasce da un qualche subitaneo intervento divino, ma il frutto di una lentissima evoluzione biologica.
Il problema della presunta centralità del nostro pianeta all’interno dell’universo, poi. Anche su questo argomento Fo non si risparmia. Il nostro “piccolo” pianeta appare insignificante se messo a confronto con l’intero ordine universale. L’essere al centro del cosmo è pura invenzione di una Chiesa che in questo senso ha strumentalmente utilizzato preposizioni dogmatiche per dare rilievo alla creazione. Le scoperte scientifiche di Copernico e di Galileo, peraltro, hanno determinato rilevanti progressi del pensiero scientifico, dimostrando l’inconsistenza delle teorie geocentriche tanto care alla Chiesa.
La lettura di Dario e Dio è piacevole e viene ulteriormente stimolata da uno stile di scrittura giornalistico scorrevole, colloquiale e immediato. Il libro, peraltro, mette ancora una volta in risalto le grandi doti di affabulatore di Dario Fo che qui come altrove non rinuncia a utilizzare alcune delle sue qualità spiccatissime: il senso dell’ironia e quello dell’umorismo.
Approfondimento
Argomenti di non poco conto, quelli che vengono discussi in Dario e Dio, argomenti che nel corso della storia della spiritualità si sono prestati alle più ardue analisi filosofiche e teologiche richiamando altresì non solo l’attenzione di ogni “uomo della strada”, ma anche quella di intellettuali e scienziati di diversa estrazione, poeti, romanzieri e artisti di vario genere non necessariamente credenti.
Ravvivare la discussione su temi così impegnativi (anche se con argomenti, come quelli utilizzati da Fo, così inequivocabilmente “di parte”) in termini talmente limpidi e comprensibili per ognuno dei potenziali lettori è già un merito.
Se consideriamo poi che le tesi contenute nel libro vengono espresse con l’onestà intellettuale e la coerenza di pensiero indiscutibilmente connaturate al personaggio di Dario Fo, il merito appare ancora più consistente.
Giovanni Graziano Manca