
Autore: Paolo di Orazio II
Pubblicato da Cut Up - 2014
Pagine: 265 - Genere: Horror
Formato disponibile: Brossura

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"Mia madre mi ha strutturata programmando un tono di voce diverso per ogni cosa che mi spetta nei rituali del giorno. È ora di alzarsi, tono dolce. È ora di dormire, tono deciso. È ora di mangiare, seduttivo, è ora dei compiti, laconico. Ecco, io corrispondo a questi e altri toni utilizzati dalla voce e dall'emotività di mia madre Stella. In ciascuno di essi riconosco gli addendi della somma finale di me stessa. La mia anima è a comando, perché di vivo, dentro di me, non sento muovere niente se non i pensieri e la cadenza tiepida del respiro, della fame e del sonno".
(Debbi la strana - Pag.95)

Debbi, Debbi. Ci fai disperare. Più di quanto a te importi. In poche pagine Paolo di Orazio II ci catapulta nella vita di Debbi, raccolta in tutto in tre libri, di cui questo è il primo. La vita di Debbi è per stomaci forti, per cuori che non provano emozioni, come lei racconta sempre il suo. Si muove, ma sembra sempre al capolinea. Debbi la puttana, corpo di tutti e anima di nessuno, neppure di se stessa. E poi c’è il coniglietto RiBES, cicerone di un mondo spirituale che Debbi visita solo quando viene penetrata. Ecco, una puttana allucinata nel paese delle meraviglie. Che si macchia, guarda caso, di sangue.
In questi transfer Debbi lascia scie di sé, rinchiude il dolore in una camera stagna, dal giorno in cu il patrigno l’ha violata e nei giorni a venire, quando a cambiare sono solo i volti. Debbi, tra perversioni e urticanti brutalità, costruisce la sua maschera di violenza.
Il commissario Vanacura è dall’altro capo del telefono, quando la morte chiama con la voce di un bambino. Una serie di crudeli omicidi di bambini lo assorbe. È una scia. Iniziano ad accadere, nel romanzo, cose impossibili. Impossibili nella realtà, impossibili per la realtà della storia. Insomma, impossibili. Ma impossibile non è convincente, potrebbero anche essere possibili. Ed è tutta la raffinatezza di uno scrittore che mescola la cattiveria e il paranormale dell’horror, il mistero e il linguaggio del noir, e gli scompensi psicologici pulsanti del thriller psicologico.
Vanacura si muove in labirinti mentali, anche Debbi, anche RiBES, anche l’assassino che mola i denti ai ragazzini prima di squarciarli e abbandonarli, in un quadro che senza completarsi del tutto lo fa lentamente. Debbi è una puttana, non può andare da nessuna parte per salvarsi. Deve esistere solo quando lavora. In questa emarginazione, in questo dolore, in un piano di hotel ci sono chiavi, ponti, contatti per altre inesorabili verità.
Vanacura ha una fissazione, scorge ovunque l’Anticristo. Nei numeri, nelle ripetizioni delle lettere, che portano tutti al 666. È come un timore, una certezza. Un timone incastrato che guida silenziosamente la storia in verso solo. Non è un caso che la versione del libro che possiedo, ovvero la “Variant” sia stata stampata in tiratura limitata: 666 copie al prezzo 16,66 Euro. Paolo di Orazio II ha anche realizzato le illustrazioni interne, tutte bianco sul nero o viceversa. Per commentarle forse ci vorrebbe una seconda recensione, scritta da qualcuno competente in materia. Da profano, posso solo aggiungere che non renderanno la storia meno inquietante.
Approfondimento
La scrittura di Paolo di Orazio II è dura, drastica, addomesticata solo nella forma. La sensazione è che l’eventualità di piacere al lettore non sia stata una preoccupazione dell’autore durante la stesura. Solo le persone con talento e particolare estro creativo possono permetterselo.
Uno dei segreti di un buon libro sono i collegamenti. Lo scrittore deve fare collegamenti che tu non hai mai fatto, deve accendere una torcia nel buio e farteli vedere. Poi deve anche dirti “ora arrangiati, ora fallo tu”. Ecco perché Debbi la strana è un gran bel libro, già dai titoli, ricercati e maledettamente originali. Leggerli è come togliere una prima pelle. Alle prese con i collegamenti, allora. È quello che vogliamo. Oppure morire di trilogie romance. Scegliete voi, non aggiungo altro.