Autore: Hugh Howey
Pubblicato da Fabbri - 2014
Pagine: 456 - Genere: Non fiction
Formato disponibile: Copertina Rigida
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Tornata al suo silo, Juliette decide di dire a tutti la verità sul mondo esterno, di non nascondere l’esistenza di altre persone, ma pochi credono alle sue parole. Per liberare i suoi compagni dall’oppressione, deciderà di agire e scavare, ma non tutto va come previsto.
Dust, terzo e ultimo capitolo della Trilogia del Silo, ci porta finalmente a concludere anche questa serie fantascientifica fatta di luoghi asfissianti, ribellione al potere e rinascita in un mondo migliore.
Ricapitolando: in Wool siamo stati catapultati nel mezzo di un mondo fatto a forma di silo, interrato in tutti i suoi cento e passa piani, dove migliaia di persone vivevano la propria vita, fatta di lavoro, famiglia e figli (solo per i fortunati che nel tempo sono stati estratti alla Lotteria). Tutto ciò che si sapeva sul mondo esterno era la visuale di una terra in rovina, grigia e arida che si poteva osservare da uno schermo in sala mensa, il quale proiettava le immagini prese dalle telecamere esterne: c’erano solo una collina e delle rovine di palazzi in lontananza, e nessuno metteva in dubbio che non ci fossero altre anime vive là fuori. In questo primo capitolo abbiamo seguito Juliette nel mondo esterno, condannata alla cosiddetta Pulizia: doveva pulire gli obiettivi delle telecamere con addosso solo una tuta apparentemente progettata per autodistruggersi nel giro dei pochi minuti necessari a completare il lavoro Questa sarebbe quindi una condanna pari alla pena di morte, ma Juliette non segue lo schema: quando esce decide di non fare il lavoro e di andare invece verso la fine della collina. I suoi colleghi e amici la perdono dallo visuale, ma noi la seguiamo nell’esplorazione. Miracolosamente riesce anche nell’impresa del ritorno al proprio silo dopo aver scoperto l’’esistenza di altri uguali.
In Shift, il secondo capitolo, abbiamo letto quello che succede nel Silo 1, dove stanno i capi, e siamo venuti a conoscenza di quello che è successo tra l’ideazione di questi mondi e la loro creazione fino ad arrivare alla condanna di Juliette. Abbiamo conosciuto Donald, un uomo con l’obiettivo di ricordare, di non cedere alle medicine dei piani alti e all’oblio che queste provocavano. Ha voluto capire quale fosse il vero disegno che si celava dietro a quei silos.
In quest’ultimo capitolo riusciamo finalmente a tirare le fila di tutti i discorsi e gli eventi che abbiamo seguito. Juliette tenta l’impossibile: vuole far uscire i suoi concittadini da quel silo per fargli toccare con mano quell’idea che ancora molti non credono sia possibile, vuole mostrare che esistono degli altri mondi come il loro, che non sono soli nell’universo. Ma in questa sua impresa, Juliette sacrificherà molte vite umane e un amore, non per sua volontà, ma per colpa di chi sta al potere nel silo 1 e non pretendono che si esca dal percorso che è stato stabilito alla fondazione dell’Operazione Cinquanta dell’Ordine Mondiale. Si riunirà con dei vecchi amici e insieme percorreranno il sentiero che li porterà al Seme, l’inizio della vita.
Molte cose possono essere state in queste righe poco chiare, ma vi assicuro che una volta aperto il primo libro, vorrete arrivare alla fine del terzo! Magari il finale è un po’ scontato, ma non sono pentita di aver letto 1630 pagine in tre libri: ogni capitolo mi ha fatto apprezzare di più il mondo in cui viviamo noi oggi, mi ha fatto venire voglia di uscire solo per guardare le nuvole nel cielo o chiudere gli occhi e sentire gli uccellini cantare. Come ho già consigliato nella recensione di Shift, non è sicuramente un libro (e una serie) da leggere rinchiusi in una stanza anti-panico. Leggete all’aperto, o almeno con una finestra spalancata sul nostro bellissimo mondo!