Autore: Mirko Zilahy
Pubblicato da Longanesi - Gennaio 2016
Pagine: 410 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: La Gaja scienza
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Il ritrovamento del cadavere di una giovane donna, in uno sterrato accanto alla Basilica di San Paolo, segna l'inizio di una caccia all’uomo sullo sfondo di una piangente Roma in balia del degrado. Solo un uomo può risolvere il caso prima che l'assassino compia il suo macabro disegno, ma i colpi inferti dalla vita hanno spento il fuoco che lo guidava.
È così che si uccide è un thriller ambientato tra i “mostri d’acciaio” di Roma. Il protagonista è Enrico Mancini, commissario della sezione investigativa del comando di Montesacro, appassionato di antropologia forense, laureato in psicologia applicata all’analisi criminale e specializzato in criminal profiling, uno dei migliori in campo internazionale, che tristi vicissitudini personali hanno riportato al commissariato di Roma.
Adesso si occupa di piccoli casi e, fiancheggiato dall’ispettore Walter Comello e dall’ispettrice e fotografa tirocinante Caterina De Marchi, sta seguendo il caso della scomparsa del dottor Carnevali quando il ritrovamento di una donna, barbaramente uccisa, richiede un suo urgente intervento. Ha fiuto lui e, benché inizialmente lo neghi a se stesso, sa benissimo che si tratta dell’opera di un lucido killer seriale che non si fermerà lì. Eppure anche davanti al secondo macabro ritrovamento, con nomina e assegnazione ufficiale del caso, cerca di sottrarsi al lavoro che tanto bene sa fare, che tanto ha amato e che ora non riesce più a sopportare.
Il killer continua ad agire in nome di un dio, promettendo di fermarsi solo dopo aver tracciato “l’ultimo solco”, e Mancini è costretto ad accettare il caso: da questo momento la sua squadra si amplia e oltre a Walter e Caterina sceglie di essere coadiuvato dal medico legale Andrea Rocchi, la PM Giulia Foderà e il criminologo Carlo Biga.
Mancini e l’assassino – l’ombra – si trasformano in preda e predatore, in una caccia fatta di enigmi oscuri e precisi che non è facile sciogliere anche a causa dei tormenti interiori del commissario e della sua tendenza all’isolamento.
Le cose si complicano quando uno dei suoi uomini rischia la vita dopo essere stato inviato a raccogliere testimonianze, compito a cui lui stesso, per paura di evocare vecchi e doloroso ricordi, si era sottratto.
Rinuncia al caso, alla carriera, ma, quando ormai tutto sembra perduto, i tasselli di quel complesso puzzle cominciano a mettersi in ordine, when – what – where – who – how … manca solo il why e il commissario va a cercarselo da solo, mettendo a repentaglio la sua stessa vita. Ma non è più solo, la sua squadra trova le fila di quella matassa e lo raggiunge lì dove “l’ombra” non sembra più tanto diversa dal commissario.
Un libro appassionante, a volte crudo, che trascina all’interno dalla sua fitta trama. I personaggi sono vivi e reali, respirano le nostre stesse paure ed emozioni. In breve si impara a conoscere i protagonisti nei loro lati più intimi. Tutti questi elementi sono riusciti a ribaltare la mia opinione iniziale, negativa in quanto non amante del genere, portandomi al punto tale da non poter smettere di leggere e piuttosto cercare il collegamento tra i vari indizi ed aiutare il commissario a risolvere il caso.
Approfondimento
La prima caratteristica che ho apprezzato di È così che si uccide è la minuziosa cura delle descrizioni, in particolare quelle dei luoghi, degli edifici, delle scene del crimine e degli omicidi, tutte molto precise, dettagliate e vivide.
La Roma descritta non è quella che siamo abituati a immaginare, è piuttosto una Roma segnata dal degrado ambientale, cupa e uggiosa come se fosse in lutto per quel presente fatto di mostri metallici che contrastano con il suo passato glorioso.
In questo scenario si inseriscono i vari personaggi, il cui umore risente delle influenze dell’ambiente circostante.
In particolare i personaggi più malinconici e tormentati sono il commissario Mancini e il killer: le loro vite e le loro sofferenze si intrecciano, entrambi stanno vivendo lo stesso tipo di dolore, la perdita della donna amata, a causa dello stesso male, e covano la stessa rabbia, provano lo stesso senso di vuoto, affrontano il lutto nella medesima maniera, con la differenza che il killer reagisce pianificando un’atroce e lucida vendetta mentre Mancini non è ancora riuscito a trovare un modo per reagire.
La morte è la cosa più naturale che possa capitare a ogni essere sulla faccia della terra.
Ma è inaccettabile per chi resta, riesce addirittura a cambiarne l’esistenza:
La recente scomparsa di Marisa, dopo quindici anni trascorsi insieme, sembrava averlo lasciato in balia di una vita diversa. […] Una vita in cui, era palese, non si sentiva a proprio agio.
E questo tema è costantemente presente durante la narrazione.
Altro elemento da non sottovalutare è il ruolo assegnato alle donne: sono le vere protagoniste e la loro presenza/assenza determina le azioni e le sorti degli altri personaggi.
La presenza di tutti questi elementi rende la lettura appassionante e scorrevole, tanto da meritare un sequel.
Claudia L.
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